Originariamente Scritto da
cavaz
Tutto (quasi) sta a quello che succederà in troposfera intorno a metà mese. In primis abbiamo una
MJO che seppure vista con magnitudo più debole nei prossimi giorni rispetto a quanto previsto qualche giorno fa, ha attraversato una fase 6 e una prolungata fase 7 che sappiamo essere fasi forzanti. Così come forzante è il montain torque (fase 5 del
GWO) che avremo in questi giorni e il
GLAAM molto positivo che dai forecast perdurerà per tutta la seconda parte del mese di febbraio. Abbiamo quindi indizi che propendono nettamente per una forte ripresa dei flussi.
Rimane da capire se questi flussi rimarranno a carico di una sola cresta d’onda o se, almeno parzialmente, riusciremo ad avere un pattern a 2 creste d’onda. Nel primo caso, ovviamente se si andasse ad inversione zonale a 10hPa e ad inversione del gradiente termico orizzontale, avremmo un mmw displacement mentre nel secondo si parlerebbe di split o al più di ibrido in caso la seconda onda fosse presente ma troppo debole.
Anche per capire quale strada sia più probabile, bisogna guardare alla troposfera. Didattica è la svolta del 12 di
gfs, che torna a vedere una dinamica a due onde dopo che i precedenti run propendevano invece per un displacement. Chiare sono le differenze in troposfera, i run fino allo 06 vedevano una maggior invadenza delle vorticità in Atlantico con
NAO ancora neutro-positiva mentre l’ultimo run vede una dinamica di blocking sul settore scandinavo, in successiva evoluzione verso nord-ovest. Dinamica simile la si nota anche in
ECMWF (qui già da qualche run), anzi le ultime carte del run serale sembrano più incisive e anticipate rispetto al modello americano.
Quel che appare comunque ormai molto probabile è una nuova forte destrutturazione del
VP, con probabile evoluzione a MMW ed ESE warm, stavolta più canonici rispetto all’aborto avutosi a metà gennaio.
P.s. All’inizio ho scritto che quasi tutto dipenderà dalle dinamiche troposferiche. Il “quasi” riguarda il fatto che in stratosfera abbiamo grandi quantità di ozono, qui precedentemente depositate dall’ottima attività d’onda che si è avuta nelle scorse settimane. Con la stagione ormai avanzata e i raggi solari che ormai arrivano sulla verticale del Polo, questo ozono può iniziare a produrre il riscaldamento fotochimico tipico della stagione primaverile.
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