Qua c'e' un composito delle anomalie termiche sotto la superficie (riferite ovviamente alla zona ENSO) nei mesi trimestrali precedenti il NINO (CP o EP) e la NINA (CP o EP)... Allo stato attuale a noi interesserebbero le ultime due colonne a destra, ovvero Nina EP (WEP) o Nina CP (OCP):
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https://journals.ametsoc.org/view/jo...-20-0648.1.xml
Qua, invece, c'e' l'anomalia che racchiude gran parte del mese di agosto sino a qualche giorno fa':
Temperature anomaly agosto.png
Ovviamente e' una considerazione parziale questa qua, in quanto si sta facendo un confronto tra i dati trimestrali dello studio e un parziale di circa 26/27 giorni dell'anno in corso... Tuttavia se dobbiamo prendere per buono quello che stiamo vedendo ad agosto mi verrebbe da dire che stiamo andando piu' verso una Nina CP che una EP, anche perche' la pozza piu' fredda (dell'ordine dei -3 gradi) non mi sembra al momento particolarmente estesa sotto la superficie.
Anche perche' (andando sempre a memoria) le anomalie termiche sia dei Nino's EP che delle Nina's EP sono sempre maggiori rispetto a quelle dei Nino's CP o Nina's EP.
Penso anche che, si dovesse verificare una Nina CP, non dovrebbe essere di intensita' elevata (Nina debole) per cui non so quanto possa avere un impatto significativo sulla circolazione atmosferica invernale (e potrebbe non essere un male Marco, su questo concordo con te): una Nina strong favorisce, se non erro, un VP chiuso e compatto.
Ma stiamo andando OT![]()
Un'altra cosa che sta emergendo nelle ultime settimane e' la negativizzazione del dipolo indiano, ora negativo... Mi sa che sia il valore piu' basso da 3 anni a questa parte dopo il forte IOD+ di qualche anno fa:
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Forse anche questa disposizione delle anomalie dell'indiano non indirizzano il Pacifico verso un riassorbimento della Nina (tant'e' che mi sa che nelle prossime settimane in Australia potrebbe piovere in maniera molto copiosa), pero' vediamo cosa succedera'.
la nina è prevista debole rispetto alle medie trentennali del passato ma l'atmosfera risponde ai gradienti che esistono quest'anno nell'oceano e come oramai consuetudine a causa del minore trend al riscaldamento del pacifico gli impatti sull'atmosfera sono ben visibili anche quest'anno nel forecast ecmwf.
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Per avere un idea di quanto è grande l'impatto dei trend:
Fig. 3: Robust regional circulation impacts of constraining Pacific SST trends through hindcast conditioning and pacemaking resemble ENSO variability. | npj Climate and Atmospheric Science
Hindcast conditioning è un metodo in cui si selezionano da un grande numero di possibilità i pochi hindcast in cui c'è nel pacifico un trend con un aumento del gradiente nelle sst simile alle osservazioni, pacemaking invece è un modello in cui le anomalie nel pacifico vengono rese uguali alle osservazioni, i trend sono su quasi 40 anni quindi i valori nella mappa sono circa 1/4 di delta enso sotto che è la differenza tra gli episodi più intensi di la nina ed i più intensi el nino.
In anni recenti è stato anche maggiore ma fosse anche solo 1/4 è comunque significativo.
il bom ha finalmente aggiornato la definizione dell'enso ed ora usa l'indice relativo:
Relative Nino – a new way to measure El Nino–Southern Oscillation | The Bureau of Meteorology
In pratica ad eccezione del nino 2023-24 tutti gli inverni dal 2019/20 ad oggi sono stati da la nina, incluso lo scorso quando seppur per un periodo non troppo lungo si raggiungono valori parecchio negativi specie ad ovest dove (nel caso della nina) si possono sopprimere le precipitazioni ed avere un forte impatto sulle teleconnessioni associate all'enso, lo scorso anno nino4 aveva valori negativi maggiori di quelli positivi nel nino 2023-24.
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Ultima modifica di elz; 10/09/2025 alle 16:35
Diciamo che questa persistenza ad avere un regime di Nina e' un po' preoccupante... In precedenza avevo scritto che una Nina (seppur debole) non dovrebbe forzare in maniera negativa l'atmosfera verso un pattern bloccato, ma e' pur vero che veniamo da diversi anni in cui la Nina l'ha fatta da padrona.
E anche nell'inverno 23/24 caratterizzato dal Nino si sono visti, quantomeno in Atlantico e meno nel Pacifico, strascichi della lunga Nina precedente.
Quindi potrebbe anche essere che, se si instaurasse un pattern oceanico da Nina, l'atmosfera potrebbe metterci molto poco tempo ad "andarci d'accordo" (per dirla con due frasi molto terra a terra).
Ad ogni modo, mi sa che non siamo molto lontani da una Nina... Il dipolo indiano mi pare stia tenendo bloccata l'evoluzione della Madden nelle fasi 8 e (forse) 1 con la convezione bloccata a ridosso dell'indonesia:
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Una cosa che non reputo malvagia (in ottica anche futura) e quella pozza calda a ridosso del Golfo del Messico, che potrebbe favorire un maggiore dinamismo, ma bisogna vedere se si manterra' nelle prossime settimane e se si dovesse sbloccare qualcosa, come mostrano le Extended di ECMWF:
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run di ottobre:
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fino a che c'è un significativo divario tra l'area enso ed il resto degli oceani tropicali e nel nord pacifico ci sono marcate anomalie nelle correnti occidentali* le conseguenze sono quasi inevitabili, non è detto che si realizzi ma le medie ensemble inesorabilmente continueranno a privilegiare simili anomalie.
* anche se gli oceani alle medie latitudini in inverno più che altro rispondono in modo passivo all'atmosfera le regioni ad ovest dove esistono forti gradienti sono un eccezione e possono avere un significativo impatto sull'atmosfera.
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Ultima modifica di elz; 05/10/2025 alle 18:31
Continua la discesa dello IOD, si preannuncia da quel che vedo un andamento simile a quello dell'autunno del 2022:
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Personalmente non mi piace molto la cosa, si rischia di esacerbare ulteriormente un pattern di Nina con il forcing sempre incentrato sul Continente Marittimo.
Pero' non ci si puo' fare un granche'... Vedremo se risalira'
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