Alla ricerca sul nucleare nessuno mai ha detto di chiudere la porta in faccia, mi fai venire il dubbio che non l'abbia letto il 3d, o se lo hai fatto che tu ridìa ogni tanto un'occhiata
Sulla localizzazione di una centrale atomica in Italia o di quelle già esistenti in qualche Paese a noi confinante se ne è già parlato!! Non è esattamente la stessa cosa: vedi Fukushimatra 20 km e 50 km di distanza passa la differenza tra l'evacuazione e il non ritorno per chissà quanti anni nella propria zona e dall'altro lato pericoli sì per la salute ma non distruzione completa del tessuto sociale e produttivo
Le altre questioni che hai toccato non sono di novità, se ne è già parlato qui, seppure non usando le tue stesse parole![]()
Ultima modifica di domenicix; 30/03/2011 alle 22:26
You have to be trusted by the people that you lie to. Pink fLOYD
Questa è la tesi, sì.20% per il solare a concentrazione è lo standard di calcolo attuale.
Ottenuto su di un periodo di un'ora in una giornata con l'aria straordinariamente tersa e fredda; difficile prenderlo come valore realistico per un impianto che funzioni una ventina di anni, no?sandia denunciò nel 2008 un 32%
Trovare i reali rendimenti è in pratica impossibile, e comunque anche ipotizzando il 20% (qui (pdf) ad esempio si dice che il valore dimostrato è mediamente il 17%, ma senza la specifica sul tempo di funzionamento degli impianti) ci riferiamo ai soli sistemi basati su motore stirling; concentratori lineari e centrali sono attorno al 15-10% rispettivamente, a essere generosi.
Inoltre il sistema dish-stirling ha il problema della piccola dimensione, difficilmente risolvibile vista la necessità sia di un doppio inseguitore sia di una struttura molto robusta perché il motore deve essere ad essa solidale; prendendo un generatore da 25 kWe come riferimento, ne servirebbero 4000 per avere una (modesta) centrale da 100 MWe. Però questo non c'entra con il rendimento, la giuria è pregata di non tenerne conto.
Infine, tutti i sistemi basati a concentrazione esigono un clima particolare per funzionare al meglio, con aria molto secca, altrimenti l'efficienza precipita.
Non trovo questo valore.gli spagnoli si attestano al 28%
il problema è la sicurezza dei sali, che raggiungono temperature e pressioni comunque elevate [...]
Gli stirling lavorano con Elio o Idrogeno come fluido motore. Di che sali parli?
Non capisco perché usare i Nmc invece della massa, né cosa significhi Nmc per la benzina, e neppure perché prendere per questa il p.c.s. e non il p.c.i.
Se il potere calorifico lo misuriamo per unità di massa vediamo che per l'Idrogeno vale 121 MJ/kg e per la benzina 44.4 MJ/kg. Entrambi inferiori, ovviamente. Infatti, è noto (o dovrebbe esserlo) che l'Idrogeno ha il più alto potere calorifico in assoluto, in rapporto alla massa; il problema naturalmente si ha per unità di volume.
A parità di peso, di circa tre volte meno idrogeno. Quindi la produzione di H2O è indicativamente il doppio, non 25 volte tanto.Per produrre 1kWh necessito [...]
Esagerato...se aggiungo il fatto che la macchina a idrogeno pesa il 40% in più di un auto a combustione [...]
Allora consideriamo anche il migliore rendimento (circa 25%) degli ICE a Idrogeno.
Comunque ammetto di non aver mai fatto il calcolo considerando un ICE; ho sempre confrontato una vettura a benzina ed una alimentata tramite fuel-cells (sì, lo so che sono passate di moda, FunMBnel ricorderà i miei vecchi pronostici...).
Il consumo tipico è di circa 10 g(H2)/km (ad esempio si veda qui per la Honda FCX Clarity), e se si prende il corrispettivo a benzina - tenuto conto della potenza del motore - si ricava circa lo stesso valore.
Dimenticavo.
Assumendo un consumo medio cittadino per il parco vetture di non oltre 12 km/litro, tenuto conto della densità della benzina (740 g/dm^3) si ha un consumo di 61.7 g/km; il contenuto medio di Idrogeno della benzina (che non è composta di solo isoottano) è del 14.5% in massa, quindi abbiamo 8.9 g (H2)/km, e in definitiva circa 80 g H2O/km.
Le città sono già invivibili, ma non per l'umidità.
EDIT: in precedenza parlando di "decina di g/km" (rispondendo a Conte) mi riferivo alle emissioni di H2, non di vapor d'acqua. Mi accorgo di essere stato poco chiaro in quella risposta.
Ultima modifica di Hydraulics; 31/03/2011 alle 07:06
E questa equazione invece da dove sbuca? Perchè mi risulta che di autovetture a idrogeno commerciali non ce ne siano.
E se io dico che un prototipo di autovettura con motore elettrico alimentato a fuel cells pesa invece meno?
Manca la parte che dimostra che si scatenerebbero temporali tropicali ...
Per esempio: domani è sciopero dei mezzi pubblici, quindi si suppone che ci saranno parecchie migliaia di auto in più in giro. E' il caso di avvisare i vari centri meteo che ne tengano conto nell'emettere le previsioni oppure gli NOx, HC e PM* hanno lo stesso effetto del CIN?
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
certo: la dissertazione stechiometrica non voleva sminuire il problema della microcombustione diffusa
Dei microconcentratori solari che ti dicevo, l'idea era di realizzare dei prodotti residenziali tipo Onagro con generatore OCR (Ciclo Ranking Organico).
Scusa,lo Stirling faceva riferimento a una seconda idea (che mi aveva portato via parecchio tempo) per un trigenerativo combinato.
L'idea era anche di rendere il condominio autosufficiente, riducendo anche il carico dei reflui con adsorbitori di urea: una sorta di dry-wc condominiale capace di estrarre urea dai reflui diminuendo i flussi da immettere nel ciclo delle acque reflue urbane.
Visto che parliamo anche di sostenibilità diciamo che si parla spesso di mobilità, ma le azioni quotidiane energivore sono molte, e il trattamento delle acque reflue non è una delle ultime.
Grazie per lo scambio stechiometrico: anche se delle dichiarazioni ufficiali dei produttori tendo a fidarmi poco. Per esempio abbasserei anche i 12 km/l in città: a Roma la velocità media è molto bassa, intorno ai 20 km/h e i consumi reali precipitano anche sotto i 10 km/l. Anche perché il parco circolante ha un'età media abbastanza bassa.
Insomma, mi hai convinto (aggiorno i miei calcoli) che l'impatto della trazione a idrogeno sarebbe concentrato solo sul rilascio di idrogeno gassoso (altamente reattivo) nella troposfera.
Mi hai convinto non del tutto, perché anche questo tenderebbe a ossidarsi e quindi formare vapore, mentre il vapore emesso nei motori a combustione si trova in uno scenario diverso...
Ad esempio non mi risulta ci siano studi simulativi di un parco 100% idrogeno e di cosa accadrebbe dell'idrogeno liberato con l'ozono prodotto dall'irraggiamento estivo...
Tornerei però a parla di radioattività e nucleare, sennò andiamo OT![]()
Chissà come mai ...
In compenso hanno trovato il modo di renderli insensibili al vento.
E successivamente pure alla pioggia.
Fatto sta che oggi i ponti non cadono più per il vento e per la pioggia.
E come mai si fanno lo stesso? La risposta più comoda è "perchè sono necessari".
Quella più vera è "perchè farli così ha aggravi di costi oramai irrisori e chi gestisce le strade ci guadagna comunque".
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Di termiche sviluppate dall'isola di calore romana ne abbiamo parlato spesso, come del fatto (vedi ieri) che gli inquinanti rilasciati dalla combustione rendano fertili le termiche (nuclei di Aitken) rafforzando i rovesci.
Ti sei mai chiesto perché in caso di deboli correnti fresche da ovest, i temporali generati dai Monti Prenestini vengano fortemente eccitati entrando sulla piana ai piedi dei Castelli (asse Romanina-Guidonia) e si svilppino delle linee precipitative intense in periferia est fino alla zona di San Giovanni, mentre a ovest non cade una goccia.
Di esempi ne potremmo fare molti: 17 aprile 2007
070417_01.jpg
070417_02.jpg
Messaggio OT: perdonami, ma la pioggia non fa cadere i ponti.
Esiste una velocità del vento che particolare che può far entrare in risonanza qualunque struttura.
E' solo questione di statistica: il fatto che non accada e perché esiste un'attenta valutazione climatica intorno ad ogni ponte sospeso.
Nella gaussiana che stima la probabilità di resistenza della struttura c'é sempre una coda che angoscia i progettisti.
![]()
Ah no? Forse un po' di storia degli effetti dell'acqua sugli stralli farebbe bene.
Non dico trattati di tecnologia dei materiali o di idrodinamica, ci mancherebbe.
Basta un documentario su NatGeo.
Ci mai mai fatto caso al fatto che attorno agli stralli (di una certa dimensione ovviamente) viene quasi sempre avvolto un sottile filo elicoidale?
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