Prendendo per buono com'è giusto che sia il principio di precauzione (anche se io ho molta più paura degl'inquinanti che tutti i giorni ingeriamo o respiriamo (certo) che di un surriscaldamento globale (ipotetico), ma in poche parole cos'è la "soglia del non ritorno"? Ritorno da dove. Significa che le temperature continueranno a salire all'infinito? Che la CO2 salirà all'infinito dai 500 ppm in poi? Che arriveremo ad una media termica di 10°C maggiore di ora e poi non ci sposteremo più da li all'infinito? Cos'è sta soglia del non ritorno? O è una specie di Giudizio Universale?
Saluti!
p.s. tra l'altro son 20 anni che mi preoccupo per al desertificazione della Sicilia e del sud Italia ed ogni anno le precipitazioni medie al sud aumentano, senza contare che ora i paesi del nord africa fanno frutta ed ortaggi meglio dei nostri.![]()
Citta' di Castello(PG):
http://www.tifernometeo.tk/
Sto leggendo "Nessuna emergenza clima " di N Lawson, molto ben fatto, (secondo me ti piace parla di adattamento, costi, alternative ecc) però è uno scettico a pg 26 del libro
cita il Met office Hadley center report 2005 a pg 28 (report che io io non trovo ma forse tu si)
"L'Hadley center sostiene che l'icremento osservato nella radiazione solare può spiegare solo 0,1° dei 0,4° C dell'aumento della temperatura media globale del periodo, (1920 1940) ma non ne spiega la gran parte. Se una variazione naturale inspiegabile è l'unica causa possibile della maggior parte del riscaldamento avvenuto tra il 1920 e il 1940 perchè non le si può attribuire un ruolo principale anche in altri periodi? "
ad es (1975 1998) ?
Perchè deve essere la CO2 la causa che non lo è mai stata?
Ultima modifica di clayco; 27/09/2009 alle 09:04
Non è fuori tema, solo che una cosa non esclude l'altra. Anch'io credo di ripetere cose già dette, ma comunque...
Quando si parla di AGW non si parla solo di emissioni, ma si parla anche del cosiddetto land use, vale a dire delle trasformazioni che l'uomo opera sull'ambiente. le quali trasformazioni si traducono in cementificazione ma, anche e soprattutto, in deforestazioni. Sostituire un ettaro di bosco con un ettaro coltivato a erba (cereali, esempio) è un danno che si ripercuote sul clima.
Quindi non è vero che non se ne parli. Se ne parla eccome. Dopodiché è anche il caso di ricordare come, nel vecchio mondo, le foreste stiano riprendendo (lentamente, magari) un po' di fiato. Cosa che succede anche perché l'agricoltura è sempre meno frequentata e laddove c'erano i campi (che avevano sostituito il bosco) a volte ritorna il bosco.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Ciao Tife, è un po' che non ci si becca da queste parti.
Soglia del non ritorno è quella soglia oltre la quali alcuni (non pochi, a dir la verità) ipotizzano che si mettano in moto dei meccanismi di feedback discreti che innalzino l'equilibrio verso l'alto.
Un esempio sovente citato è quello della foresta amazzonica. Lì fa un caldo bestia, ma gli incendi non distruggono la foresta in quanto l'umidità presente contribuisce a soffocarli. C'è chi però mette in luce il fragile equilibrio sul quale si regge questo meccanismo: molti sostengono che solo con un leggero aumento delle T, l'evapotraspirazionie (aumentando) non permetterebbe il mantenimento di un tasso di umidità costante e intenso. Gli incendi sarebbero quinid più facili. Ciò comporterebbe, da un lato, la deforestazione. Dall'altro l'emissione bruta di CO2 in atmosfera. In ultimo comporterebbe un ulteriore elemento che va a ridurre, localmente, il tasso di umidità con possibilità di estensione degli incendi.
Altri fenomeni in equilibrio sono il permafrost e gli idrati di metano. Molti sostengono che con un piccolo aumento delle temperature il scioglimento del primo e il collasso dei secondi favorirebbe l'immissione di ulteriore (grande) quantità di gas serra (qui sarebbe direttamente il metano più che la CO2) con ennesimo effetto feedback.
E via dicendo...
La soglia è quasi impossibile calcolarla. Tutti noi sappiamo che da qualche parte esiste, perché il mondo non funziona in maniera continua, ma a scalini. Molti fenomeni della natura sono così: l'evoluzione, ad esempio. Ci sono equilibri che si instaurano per milionate di anni. Poi succede un qualcosa (meteorite, cambio di geografia, vulcanismo ecc. ecc.) che modifica l'ambiente. Allora, in un lasso di tempo estremamente breve (geologicamente parlando) molte specie si estinguono e molte ne sorgono di nuove. Si ricostruisce un nuovo equilibrio, diverso dal precedente.
Il clima, sospetto molto che funzioni così. C'è un range di equilibrio. In questo range c'è la possibilità di ammortizzare molti scossoni e molte deviazioni. Poi succede un qualcosa e, in breve tempo, il mondo si trasforma. Il passaggio da glaciale a interglaciale, ad esempio. Il clima è andato avanti, in un mondo glaciale, per 100.000 e passa anni. Non è che sia stato uniforme, tutt'altro. Ci sono stati periodi più o meno caldi, in certe zone del mondo (vedi il Sahara) si è passati dal verde esteso al deserto e ancora al verde. Insomma: c'era variabilità. Ma all'interno di un range che faceva sì che il mondo fosse in glaciazione. Poi è successo qualcosa (cicli astronomici?) e il mondo è cambiato. Ed è cambiato rapidamente: non ci ha messo 30.000 anni... Anche in quel caso c'era un temperatura soglia. Quale? Sino a 20.000 anni prima la temperatura variava entro un certo range. Poi ha superato quel range (la soglia) e si è messo in moto un meccanismo autoalimentante che ha portato al mondo interglaciale (chiamiamolo così anche se non è precisissimo come termine) di oggi. Anche in questi 10.000 anni il mondo è cambiato e variato (PEG, MWP solo per citare gli ultimi secoli) ma è rimasto all'interno del range interglaciale. La soglia del ritorno a glaciazione non è mai stata oltrepassata: le forze che reggono l'equilibrio hanno mantenuto il mondo entro questo range.
Ora noi parliamo di un'altra soglia, quella che ci porterebbe dallo stato interglaciale odierno ad uno stato ancora più caldo. Qual è questa soglia? Qual è la temperatura che farebbe (condizionale) sì che non ci siano ghiacci estivi al Polo, che quelli alpini scompaiano trasformando le Alpi in una sorta di catena dell'Atlante? Che, in altri termini, il mondo si modifichi raggiungendo un nuovo livello di equilibrio (perché l'equilibrio lo si raggiunge: mica finisce il mondo!) completamente diverso dall'attuale?
Ecco: molti indicano che la T che si andrebbe ad instaurare con una concentrazione di 500 ppm (che si andrebbe ad instaurare non l'anno stesso, ma in un ragionevolmente breve periodo di tempo dopo aver raggiunto quella soglia) sarebbe quella temperatura in grado di far compiere un passaggio di equilibrio. A quel punto si metterebbero in moto dei meccanismi irreversibili (tipo quelli che portarono alla fine della glaciazione, per intenderci) che trasformerebbero in maniera duratura l'ambiente.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Messo in wishlist.
C'è da dire una cosa, però. Anch'io sono perfettamnte convinto che Kyoto serva a poco. Sono molto più scettico (su Kyoto) di tanti ottimisti.
Se devo essere sincero l'unica cosa in cui spero è che la tecnologia si inventi un sistema per dissequestrare la CO2. Intendiamoci: il sistema già credo che esista, ma non è vantaggioso; nel senso che per sequestrare X di CO2 devi consumare energia tale da produrne Y con Y maggiore di X.
Ci sono filoni di ricerca su questo. Venter (quello che ha sequenziato il genoma) si dice ottimista circa il fatto che a breve sarà possibile disporre di OGM in grado di sequestrare la CO2 direttamente. In varie parti del mondo ci si lavora (vedi gli esperimenti di Broecker BBC NEWS | UK | Wales | Giant trees 'to clear excess CO2' ).
Insomma, per dirla tutta: Io sono convinto che il problema AGW ci sia e sia più grave di quanto emerga (ad esempio) dai rapporti IPCC. Credo che protocolli animati da ottime intenzioni (tipo Kyoto, vediamo ora Copenhagen) siano da un lato insufficienti e dall'altro difficilmente realizzabili.
Spero e mi auguro che il problema venga risolta alla radice con utilizzo di media teconologici ancora non realizzati ma allo studio. Ma è una speranza ed un augurio: nessuno ci può garantire che la tecnologia ce la farà effettivamente.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
@ Jadan
Lawson prende in analisi costi e vantaggi di un ipotetico riscaldamento climatico del futuro, affrontato:
- con l'adattamento a livello regionale,
- o con la mitigazione attraverso la riduzione delle emissioni di carbonio globali.
A prescindere dal fatto che la riduzione delle emissioni non ha alcuna dimostrazione scientifica sull'efficacia di mitigazione ("si rischia di portare l'asino in montagna a raccoglier le nespole quando le nespole sono a valle." Di Pietro) Lawson dimostra che tra i due sistemi è di gran lunga più efficace l'adattamento.
Questi come li vogliamo collocare:
(da greenreport.it)
Quattro gradi... e poi? Rapporto shock finanziato dal governo britannico
LIVORNO. La ricerca "4 degrees and beyond" del Met office Hadley centre britannico è arrivata come una bomba alla vigilia dei Climate change talks in corso a Bangkok, dando ancora più forza al rapporto Onu presentato in occasione del summit di New York che arrivava a conclusioni simili: se le emissioni di gas serra continuano ad aumentare senza controllo, è probabile che il riscaldamento globale sarà superiore a quattro gradi in più entro la fine del secolo. Non si tratta di una ricerca indipendente, ma finanziata dal governo britannico: «I nostri scienziati che lavorano per conto del Department of energy and climate change (Decc)- spiega un comunicato stampa del Met Office Hadley Centre - hanno scoperto che se le emissioni continueranno agli attuali livelli ci potrebbero essere importanti conseguenze per il mondo, con aumento della temperatura più elevata di quanto si pensasse».
Presentando i dati di "4 degrees and beyond", Richard Betts, a capo del settore climate impacts del Met, ha spiegato che alla ricerca hanno partecipato 130 scienziati ed esperti di politica internazionale, e che è il primo lavoro di questo tipo che prende in considerazione le conseguenze globali del cambiamentoo climatico con una temperatura che superi il limite di 2 gradi in più.
Secondo Betts «Quattro gradi di riscaldamento, in media su tutto il globo, si traducono in un riscaldamento ancora maggiore in molte regioni, insieme a grandi cambiamenti nelle precipitazioni. Se le emissioni di gas serra non vengono tagliate al più presto, potremo vedere grandi cambiamenti climatici nel corso della nostra vita».
Lo studio dimostra che un aumento della temperatura media globale di 4 gradi sarebbe un pericoloso punto di non ritorno e che questo potrebbe già accadere entro il 2060, con un aumento della siccità, l'innalzamento del livello dei mari ed il collasso di importanti ecosistemi.
Lo studio prevede che in alcune aree il global warming potrebbe portare ad un rialzi delle temperature di 10 gradi; nello scenario high-emissions del rapporto l'aumento della temperatura nell'Artico potrebbe raggiungere i più 15,2 gradi, facendo aumentare lo scioglimento dei ghiacci e provocando un maggiore assorbimento delle radiazioni solari; Nell'Africa occidentale e meridionali è previsto un forte aumento delle temperature fino a 10 gradi con una crescita della siccità; In diverse altre zone della terra il riscaldamento potrebbe salire di 7 sette gradi o più; In alcune aree le precipitazioni potrebbe diminuire del 20% o più con un aumento delle zone aride e della desertificazione. Tutti i computer models evidenziano una riduzione delle precipitazioni in Europa occidentale e meridionale, Africa, America Centrale, Mediterraneo e zone costiere dell'Australia; In altre aree, come in India, le precipitazioni potrebbero aumentare del 20% o più, ma la maggiore piovosità aumenterà il rischio di inondazioni.
Secondo Betts «Insieme, questi impatti avranno conseguenze molto pesanti per la sicurezza alimentare, la disponibilità di acqua e la sanità. Tuttavia, è possibile evitare questi pericolosi livelli di aumento della temperatura riducendo le emissioni di gas serra. . Se ci sarà il picco delle emissioni globali entro il prossimo decennio e poi diminuiranno rapidamente, potrebbe essere possibile evitare almeno la metà dei 4 gradi di riscaldamento».
Commentando le allarmanti previsioni di "4 degrees and beyond", un portavoce del Decc ha detto: «Questo rapporto illustra il motivo per cui è imperativo per il mondo di raggiungere un accordo ambizioso sul clima a Copenaghen, che mantenga l'aumento della temperatura globale al di sotto dei due gradi».
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"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Seganlo questo articolo molto interessante sul riscaldamento artico negli anni 40 e il confronto con il riscaldamento attuale.
Il Global Warming è naturale, parola di James Hansen | Climate Monitor
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Ma se è sempre oscillato perchè continuano a martellare sull'agw additando prorpio lo scioglimento artico come prova?
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