all'ultima settimana di dati siamo a un prezzo netto (senza accise e iva) di 0.87, con brent a 120 dollari si sono raggiunti valori superiori a 0.8 euro/litro nel 2012 per parecchie settimane, ma allora il cambio euro/dollaro era sopra 1.3 adesso 1.1....l'aumento della benzina non è immediato e se il cambio euro/dollaro rimane su questi valori non siamo ancora in equilibrio con l'attuale prezzo del petrolio; a parte questo possono anche esserci fluttuazioni dovute al costo industriale e scollegate dal prezzo del petrolio.
Ultima modifica di elz; 12/03/2022 alle 08:37
Le accise si possono tagliare come misura di emergenza, il problema è tenere in piedi i conti dello stato a cui rendono 36 miliardi all'anno e già prima del recente aumento (e del crollo dovuto al covid) ogni anno l'italia inviava all'estero circa 45 miliardi all'anno per l'approvigionamento di energia....tagliamo le accise, manteniamo in piedi i consumi in un periodo in cui il costo dell'energia è così alto vuol dire che lo stato perde entrate mentre spendiamo molto più per l'import di energia, forse è meglio investire in italia per ridurre la dipendenza energetica?
Ultima modifica di elz; 12/03/2022 alle 09:47
In Ticino prezzi che ora cambiano più volte a settimana, anche a me sembra una cosa non legata al barile e più che altro una speculazione internazionale (i distributori come i consumatori sono solamente il finale).
Benzina che aveva superato 2.20 chf e diesel attorno 2.35 chf, probabili record storici, ma proprio ieri in alcune catene ho notato un calo di 10-12 cts. Qualcuno ipotizza che i prezzi potrebbero salire del +50% rispetto ora...
Indipendentemente da questo, si sa che la prospettiva futura è quella di sempre maggiori tasse e accise sul carburante per motivi politici ambientali e al giorno d'oggi (prima di guerra e virus) la politica giustificava proposte di aumenti di qualche centesimo (bocciati in referendum) per creare fondi di transizione energetica e i nuovi veicoli che consumando meno di una volta non inciderebbero più di tanto questi aumenti... a me comunque non sembrano argomentazioni condivisibili. Al di là della fluttuazione in corso, il prezzo del carburante è in gran parte politico.
Io invece, caso particolare, ho cambiato veicolo mentre aumentava il prezzo della benzina, facciamo un esempio prima e dopo in termini economici:
Prima: benzina 1.50 €/litro, cons. 6.5 l/100 km, 250 km a settimana -> 16.3 litri -> 24.4 € a settimana (ora sarebbe 34.1 €, +40%...)
Ora: benzina 2.10 €/litro, cons. 4.5 l/100 km (ibrido), 250 km a settimana -> 11.2 litri -> 23.5 € a settimana
Tutto sommato finora la riduzione dei consumi dovuta all'ibrido ha compensato a livello assoluto l'aumento del prezzo del carburante.
sì, è chiaro, ma al momento è pura demagogia per due motivi.
1. Investire in Italia per ridurre la dipendenza energetica, una frase correttissima ma che non ha senso in una situazione contingente di emergenza. Ci vogliono anni (decenni?), mentre ADESSO bisogna pensare a cosa fare per evitare la catastrofe ADESSO.
2. bellissima l'indipendenza energetica, il petrolio però in Italia non c'è, non a sufficienza nemmeno lontanamente quindi se parliamo di prezzi di benzina e gasolio non c'entra NIENTE l'indipendenza energetica.
temporaneamente si deve ridurre la pressione sui prezzi dei derivati del petrolio, altrimenti o hai l'orto sotto casa oppure fai fatica a trovare da mangiare.
ADESSO, non tra 10 anni.
e il problema dei trasporti è già realtà, sono tantissimi i camion fermi perché non gli conviene muoversi. E da settimana prossima saranno sempre di più.
quindi, il discorso dell'indipendenza energetica va affrontato subito con risultati tra x anni (ben inteso, andava affrontato prima solo che in Italia se parli di nucleare la gente si scandalizza quando però hai una manciata piena di centrali sul confine... hai intere aree inquinate a tal punto d anon poter coltivatrici e viverci....), ora è il momento di pensare ai prossimi mesi, anzi, giorni.
Le accise, in tal senso, sono un viatico per ridurre i prezzi, se ce ne sono altri vanno bene anche quelli ovviamente. Poi, che siano un gettito importante nessuno discute, andranno reintrodotte quanto prima possibile.
Si vis pacem, para bellum.
Un conto è il discorso elettrico e un altro ben più vasto quello energetico nel complesso di cui quello elettrico è un suo componente nella misura di 1/4.
Spesso si parla tanto di elettricità ma si dimentica il resto.
L’Italia certamente ha nell’aspetto elettrico una dipendenza dall’estero maggiore, anche nettamente, rispetto altri stati che producono elettricità in grande quantità (in primis Francia con tanto nucleare), ma anche tutto quello che riguarda mobilità ed edifici, industrie, ecc, ovunque è ancora fortemente legato al petrolio o fossile, e li sta un altro grosso problema se vogliamo, rendersi indipendenti dal petrolio che è un problema ancora più vasto di quello elettrico.
Non è sufficiente solo rendersi indipendenti a livello elettrico, perché anche la Francia come tutti i paesi d’Europa ha una forte dipendenza dal petrolio, serve una riprogrammazione che richiederà vari decenni se non anche di più.
La risposta (nel lungo termine ovviamente, non ora, che come dice Jack non ha senso) è solo una, e si chiama fusione nucleare.
Tutto il resto (eolico, solare, petrolio) non può rappresentare il futuro.
Lou soulei nais per tuchi
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