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Ciao André.

Come giustamente ti hanno già risposto, il Latino deriva dalla grande famiglia delle lingue indoeuropee (i filologi tedeschi che per primi hanno fatto ricerca su queste ipotesi le chiamavano lingue indogermaniche, se ben ricordo, ma la definizione era un po' sciovinistica, per dirla con Borat). La grammatica storica, altri rami della filologia e della linguistica procedono proprio nel modo che dicevi tu: dalle informazioni conosciute, tentano un difficilissimo percorso a ritroso, per risalire il più indietro possibile. Concordo infatti con Matteo: si parla dell'indoeuropeo, ma nessuno l'ha mai visto, letto, né tantomeno ascoltato.

In questo senso "lingua ricostruita", perché si tenta di ricostruire l'indoeuropeo (in realtà le radici indoeuropee delle parole) sulla base del metodo storico-comparativo, cioé delle corrispondenze, soprattutto morfologiche, fra le tre lingue più vicine, reciprocamente parlando: latino, greco, e sanscrito (antico indiano). Il latino ha anche tratti in comune col celtico.
Il problema è questo: comparando i tratti morfologici omologhi di queste lingue, si arriva a radici di parole appartenenti a una lingua antichissima, parlata, si stima, fra il IV e III millennio avanti Cristo, nell'Europa centro-settentrionale. Le prime attestazioni letterarie del Latino risalgono alla seconda metà del III secolo a.C: in mezzo c'è una
piccolissima lacuna, di qualche migliaio di anni, di cui non sappiamo quasi nulla di certo.
Nella diffusione del ceppo indoeuropeo devi tenere conto del cosiddetto influsso di sostrato, cioé delle modifiche locali dovute alle lingue indigene; in particolare, quello che poi sarà il latino è venuto a contatto con l'Osco-umbro, altra lingua antichissima parlata nell'Italia centrale e centro-meridionale, e con l'Etrusco, lingua non indoeuropea (da dove venga non si si sa, almeno, io non lo so).
Dunque, che il latino derivi dal greco è falso: ci sono stati prestiti linguistici, soprattutto in ambito medico (nell'italiano contemporaneo praticamente tutti i termini sono di origine greca) e in certi casi filosofico, ma non c'è una "derivazione". In greco (classico, il moderno è diverso) la sintassi è minima, la puoi affrontare in qualche decina di paragrafi, mentre per la sintassi latina ci sono manuali da 500 pagine, giusto per dare un'idea.
L'alfabeto latino deriva da quello in uso a Cuma, allora colonia greca, e risente di influssi etruschi.
Spero di non aver annoiato e di non aver scritto castronerie.

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