
Originariamente Scritto da
snowaholic
Un attacco militare diretto (e non schermaglie o provocazioni varie) sarebbe devastante a livello di sicurezza energetica, ma dipende moltissimo da quanto questo andrebbe a colpire le esportazioni di gas e petrolio russe.
La "semplice" interruzione del flusso di gas che transita dall'Ucraina farebbe schizzare i prezzi ben oltre i livelli attuali (forse un +50% ma impossibile saperlo) e probabilmente scatterebbero vari razionamenti per gestire la situazione, dalla riduzione dell'accensione dei riscaldamenti alla chiusura delle industrie che consumano più gas.
In parte gli USA potrebbero venire in aiuto tramite le esportazioni di LNG e di petrolio, loro hanno molti produttori ad alto costo che possono aumentare la produzione abbastanza in fretta se il prezzo lo giustifica (e in parte lo stanno già facendo).
Bisognerebbe sperare in un clima mite e piovoso (atlantico) per minimizzare i consumi e massimizzare la produzione di rinnovabili, il costo economico resterebbe enorme ma si dovrebbero limitare i danni.
Se invece la riduzione delle importazioni di gas che passa dall'Ucraina si estendesse anche agli altri gasdotti (o peggio anche al petrolio) la situazione sarebbe ben più grave.
In questo articolo trovi un po di numeri e scenari nel caso di blocco totale delle esportazioni di gas naturale russo, scenario molto estremo ma si possono immaginare varianti più soft.
Can Europe survive painlessly without Russian gas? | Bruegel
Dipende poi tutto da quanto durerebbe la crisi, un conto è arrivare all'estate quando la domanda di gas è minore e un altro sarebbe affrontare il prossimo inverno senza avere la possibilità di ripristinare lo stock.
Io continuo a sperare che Putin alla fine preferisca mantenere lo status quo, perché da un punto di vista strategico per lui sarebbe una debacle anche se economicamente il conto sarebbe salatissimo anche per l'Europa.
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