Diciamo che servirebbe più tempo e pure denaro per i laureandi... (per potersi pagare più anni di studi intendo)
E soprattutto a quel punto si dovrebbe chiedere alle aziende di dare un minimo compenso, anche se da apprendista non credo che debba esistere che si possa lavorare per un periodo lungo totalmente gratis, anche perché l'azienda un minimo beneficio dal laureando si spera che lo ottenga con un meccanismo del genere
Ultima modifica di ale97; 27/05/2021 alle 21:33
Anche qua era così (ai tempi di mio padre ma anche dopo), spesso poi si lavorava gratis soprattutto se si lavorava in un attività di famiglia o di qualche parente
Diciamo che erano un tantino esagerati pero' almeno hanno imparato a vivere e a fare dei sacrifici.
ora invece siamo all'opposto, direi che soprattutto tra i giovani (ma non solo), la voglia di lavorare e fare qualche sforzo in più è ben poca e in giro si vede tanta gente a caz...re (e non dite che non è così perchè è così)
ieri ad esempio sui giornali locali è uscito un articolo che fanno gran fatica a trovare del personale per la stagione estiva nelle principali località turistiche della regione ( da quanto ne so è un problema che riguarda anche il resto d'Italia), e stiamo parlando di un epoca di grave crisi economica post-covid...
Quindi presumo che non c'è tutta questa gente che ha bisogno o voglia di lavorare, non ci sono più i ragazzi delle scuole che vogliono guadagnarsi 4 soldi facendo la stagione estiva o gli universitari che si pagano gli studi arrotondando facendo le stagioni, per non parlare di chi è rimasto senza lavoro (poi per carità non è che devi fare quel lavoro tutto la vita se stai studiando altro, soprattutto tra gli universitari di adesso c'è poca voglia di sporcarsi le mani e svolgere anche solo temporaneamente dei lavori non attinenti ai propri studi)
Boh io stesso ho lavorato per anni nell'attività turistica che aveva mia madre fin da adolescente e nella prima giovinezza (spesso e volentieri ovviamente anche sabati, domeniche, ferragosti, capodanni..sia nei periodi di scuola che di vacanza) senza venire pagato chissà quanto e adattandomi a fare di tutto. Poi ho continuato ad aiutare anche dopo pur avendo un altro lavoro.
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Ma chi scrive che "non ci sono più gli universitari che lavorano per pagarsi gli studi" ha mai fatto un giro in una città universitaria oggi e 30 anni fa?
Chi scrive che c'è un sacco di gente in giro a cazzeggiare 30-40 anni fa viveva in un eremo o ogni tanto andava in giro a vedere quanta gente c'era in giro a cazzeggiare?
Chi parla di sacrifici ha mai seguito un corso di laurea, magari fino alla specialistica, magari in una materia scientifica (per poi ritrovarsi a dover fare il cassiere da McDonald's o emigrare che notoriamente è una scelta comoda)? No perché pare che i sacrifici siano solo avvitare bulloni o sollevare casse gratis nel negozio dei parenti (scrocconi di merda, btwPerché quelli che pagano 3 soldi i fattorini sono schiavisti, ma i parenti che fanno lavorare gratis i nipoti no, quelli son sacrifici "dovuti").
O era un sacrificio, sempre 30-35 anni fa, uscire da un ITI e dover scegliere tra gli impieghi che ti venivano offerti al telefono dal giorno dopo?
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ti do ragione specie sulla gente che c'era in giro 30/40 anni fa era molto di più di adesso, semplicemente perché la mia generazione viveva per strada già da quando eravamo bambini, si giocava sotto casa non c'erano play station/ telefonini che hanno rubato il gusto del gioco ad un bambino, costruirsi un'arco, andare da un ferramenta comprarsi gli elastici a quadrelli per farsi una fionda.
Ma mi rendo conto che era un'altra epoca
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Io lo vedo già con i miei 3 figli dal più grande ce ne ha 26 al più piccolo che ne ha 13, una differenza enorme, gli dico vai a giocare con qualche amico per strada mi risponde non esce nessuno.
Una tristezza assoluta ma io nemmeno a pranzo tornavo mi facevo tirare 2 panini dal balcone facevano capanne, campi di calcio con tanto di porte, entravano dentro un cantiere e prendevamo pali e traverse, accendevano il fuoco e ci facevamo le patate alla brace.
Poi da più grandi c'erano le classiche comitive del muretto chi non ne ha avuto una? Adesso sono narcotizzati da video giochi e telefonini, sbagliatissimo la strada è una lezione di vita che aiuta a crescere così come era il militare
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Comunque di gente che costruiva un Atari 2600 ho conosciuto giusto l'Atari.
E comunque il "non doversi costruire" qualcosa è segno dell'evoluzione (in questo caso dei metodi produttivi o quel che si vuole).
Deo gratias oggi non c'è bisogno di costruire quello che bisognava costruirsi 30 o 40 anni fa.
I furbi son quelli che hanno messo in piedi, studiando prima e lavorando poi, "le macchine" per costruire.
Di sicuro con la mentalità "piccolo è bello" a questo livello non ci si arriva; con "l'università della vità" invece di studiare davvero oggi arrivi a lamentarti che i fattorini son pagati poco. E son pagati poco adesso. Tra qualche anno o decennio al massimo quando ci saranno droni più potenti o mezzi a guida autonoma manco più quelli serviranno.
Forse è il caso di capire che piuttosto che fare il fattorino così ti sporchi le mani (e muori di fame) magari è il caso di studiare e diventare esperti di trasporti (e senza necessariamente aver l'ambizione di diventare il padrone di DHL).
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Ancora sulla nuova via della seta... Da prendere con beneficio d'inventario, ma ne hanno parlato già altri di ben altro spessore.
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Io non dico che i due punti non siano collegati, solo che il problema non è la disoccupazione tecnologica in senso stretto, ovvero la sostituzione del lavoro con le macchine. Non è un processo che sta avvenendo a velocità particolarmente alta rispetto al passato, altrimenti non avremmo una produttività stagnante.
La tecnologia è influente nel consentire una organizzazione del lavoro che rende più debole la posizione contrattuale dei lavoratori e nello spingere le scelte di consumo verso attività con molto lavoro poco retribuito (come i fattorini), oppure attività fortemente concentrate come quelle legate all'intrattenimento e ai social network.
Cambia i rapporti di forza, ma non tanto perché servano meno lavoratori, quello è sempre successo e molti Paesi sono riusciti ad avere pieno impiego negli ultimi anni, a differenza degli anni 70 caratterizzati da disoccupazione di massa anche se furono il momento di massima espansione della fabbrica tradizionale.
I differenziali di crescita della produttività tra settori ci sono sempre stati e non sono mai stati considerati un dramma, i prezzi si adeguano rendendo più costosi in termini relativi i beni e servizi in cui la produttività non cresce e gli stipendi salgono comunque.
Non sappiamo realmente quale sarà l'impatto dei futuri cambiamenti tecnologici, gli strumenti per gestirli potranno essere predisposti solo quando capiremo cosa serve realmente, per non parlare di quanto sarebbe difficile costruire consenso su questi interventi.
Secondo me è prioritario concentrarsi di interventi comunque importanti anche se più convenzionali, di tutela del lavoro e distribuzione del reddito, non sono così sicuro che la tecnologia rimarrebbe un problema. Sono anche curioso di vedere l'effetto della transizione ecologica, che porterà a concentrare la ricerca sulla sostenibilità ambientale più che sull'automazione. Non dimentichiamo poi il declino demografico, se l'automazione arriverà in una fase di calo della popolazione (in particolar modo quella in età lavorativa) potrebbe avere più risvolti positivi che negativi.
Ultima modifica di snowaholic; 29/05/2021 alle 07:59
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