Ben più preoccupante, a mio avviso, sarà quando Putin invaderà Odessa, zona ad altissimo attrito con la confinante Romania, ove si sta costruendo il più grande bunker antiatomico della NATO (motivo per cui la stessa Alleanza non poteva consentire la vittoria plebiscitaria del filorusso Georgescu), con tanto di scuole, chiese, supermercati ed ogni spazio per le necessità di sopravvivenza post conflitto nucleare.
Le pedine si muovono in silenzio, all'oscuro della nostra vista. Il dado è tratto e, a mio umilissimo parere, lo scontro finale non è poi chissà quanto lontano nel tempo.
Ah, ci tengo a ricordare una pericolosissima miccia sempre attiva: Taiwan! Ed il casus belli è molto semplice dall'essere innestato e gli americani ben se intendono di motivi per attaccare (leggasi Pearl Harbour ed il Vietnam, insieme ad altri loro simili)
Stiamo in campana!
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Con che esercito dovrebbe attaccarla Odessa, se la sua flotta fatica anche solo ad avvicinarsi alla Crimea e un attacco via terra richiederebbe di attraversare il fiume Dnipro?
Non dubito che a Putin piacerebbe, ma nelle condizioni attuali è uno scenario del tutto irrealistico. Sarebbe diverso se gli USA passassero dall'altro lato e togliessero tutte le sanzioni ai russi, agevolando la crescita della loro industria bellica, ma anche in quel caso servirebbero anni e una totale incapacità da parte del resto dell'Europa nel gestire la situazione.
Può anche essere, lo vedremo in futuro nelle statistiche sia un fenomeno rilevante, ma per invertire il trend di lungo periodo non basta qualche conversione. Le generazioni più anziane che muoiono sono al 90% cattoliche (o qualcosa del genere) mentre tra i giovani la maggioranza sono non credenti e appena un terzo cattolici, risalire la china non è facile con la demografia che rema contro.
Putin non sta minimamente facendo sul serio e sta sfruttando un millesimo della sua reale potenza bellica, lo testimonia anche un intervento di Domenico Quirico un paio d'anni fa, se non erro, quando vide la reale capacità militare russa in Georgia. L'Ucraina deve dire grazie che ha avuto sino ad oggi la mano americana dalla sua parte per poter sopravvivere, anche se in coma irreversibile, in queste condizioni, senza la quale, ad oggi, l'Ucraina sarebbe già stata presa completamente e già in fase di ricostruzione dall'edilizia russa. Ed il disimpegno americano in Ucraina è prossimo e senza la difesa dello Zio Sam, soprattutto quella di intelligence, l'Ucraina capitola definitivamente. E prova del prossimo disimpegno americano ne è l'ordine di Trump di ritirare migliaia di truppe americane dall'Europa, non ne vuole più sapere di noi.
Ah, quotando la tua ultima parte, "...una totale incapacità del resto dell'Europa...", beh, l'Europa è già incapace di tutto, è un continente politicamente deceduto da anni e prossimo al suo disfacimento. Non ha assolutamente voce in capitolo e mai l'avrà.
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Peskov non avrebbe saputo dirlo meglio.
Forse giusto Orsini...
Resta da capire quale sia lo scopo di farsi ammazzare centinaia di migliaia di uomini e decine di migliaia di mezzi quando utilizzando "qualche percentuale in più della propria forza" si poteva evitarlo e chiudere subito il discorso.
Ultima modifica di FunMBnel; 23/04/2025 alle 20:44
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ma poi... Chi dovrebbe riconoscere i territori occupati come russi? A quanto ho letto la costituzione ucraina recita, in modo simile alla nostra, che l' Ucraina è una e indivisibile.
Qualunque uomo di governo che dicesse "ma sì quel territorio è russo" potrebbe serenamente essere accusato di alto tradimento avendo giurato su quella stessa costituzione.
Bisognerebbe tenerne conto.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Provo a condividere il mio punto di vista sulla questione.
Dal substack di Joachim Klement:
Nervos belli, pecuniam infinitam - by Joachim Klement
"Nel 2025, si prevede che la Russia spenderà circa il 6,3% del suo PIL per la guerra in Ucraina. L'Ucraina, nel frattempo, spende circa il 26% del suo PIL per la guerra con la Russia (53 miliardi di dollari). Inoltre, gli Stati Uniti hanno stanziato 21,9 miliardi di dollari in aiuti militari un anno fa e l'Europa ha fornito aiuti militari totali negli ultimi 12 mesi per lo stesso importo.
Se gli Stati Uniti interrompono gli aiuti militari all'Ucraina, si tratta di una diminuzione pari a -10 punti percentuali. Ciò significa che le probabilità che l'Ucraina perda la guerra sono aumentate di circa 2,5 punti percentuali se gli aiuti militari statunitensi non verranno più erogati.
Può sembrare poco, ma ricordate che la guerra in Ucraina è stata molto in bilico negli ultimi tre anni. Anche un piccolo spostamento delle probabilità può avere un effetto importante. Non intendo equiparare le elezioni alle guerre, ma se il voto sulla Brexit nel 2016 si fosse spostato di 2,5 punti percentuali in direzione del remain o le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 si fossero spostate di 2,5 punti percentuali a favore di Kamala Harris, probabilmente oggi vivremmo in un mondo molto diverso."
Se rovesciamo il ragionamento sulla Russia, possiamo affermare che con molta probabilità senza l'aiuto di Cina, Iran e Corea del Nord le sorti della guerra avrebbero forse preso una direzione diversa. Allo stesso modo un prezzo del petrolio che rimane costantemente al di sotto della soglia critica rappresenterebbe un elemento determinante a prescendere dalla fine degli aiuti americani.
Ma volendo fare un passo ulteriore, io faccio fatica a vedere la Russia al tavolo della spartizione delle influenze geopolitiche.
Visto che ormai è diventato di moda parlare di "carte", l'unica carta in mano ai russi è l'arsenale nucleare, che ha valore relativamente a quanti giocatori dispongono della stessa carta.
Se vogliamo dar per buono che la potenza militare deriva:
- dalla capacità di investimento che a sua volta dipende dalla solidità del sistema produttivo e finanziario, e non per ultimo dalla credibilità internazionale
- (per ora) dalla numerosità degli eserciti
Il secondo punto ci dice che la Russia ha una demografia perdente (sia per natalità che per flussi netti) e la guerra ha accelerato la tendenza.
Il primo punto ci dice che quello che può mettere sul piatto la Russia nel prossimo futuro sarà trascurabile, non solo per stare al tavolo con i 2 giganti, ma anche per tenere assieme le tante anime diverse che compongono il suo vasto territorio.
A mio parere l'indice più importante da considerare al riguardo è il seguente:
Ricerca e sviluppo:
Just a moment...
La Russia non la vedo
https://themarketjourney.substack.com :
economia, modelli, mercato, finanza
Spiegami, hanno perso quasi 4000 carri armati e oltre 7000 AFV/IFV (documentati da foto/video), hanno svuotato gli arsenali sovietici (si vede dalle foto satellitari), usano sempre più spesso mezzi civili per condurre assalti, usano gli asini per supportare la logistica, devono appoggiarsi alla corea del nord per le munizioni di artiglieria e hanno chiesto anche uomini, hanno perso metà della flotta del mar Nero e l'hanno dovuta trasferire dalla Crimea a Novorossisk per evitare di farsi affondare l'altra metà, hanno una contraerea che fa acqua da tutte le parti, al punto che non riescono a difendere nemmeno obiettivi strategici nei dintorni di Mosca e secondo te sta sfruttando un millesimo della sua potenza?
Hanno un esercito segreto di un milione di uomini con decine di migliaia di carri armati e aerei ultramoderni di cui nessuno conosce l'esistenza?
Oppure stai fondando tutto il ragionamento su una guerra avvenuta quasi 20 anni fa, con tecnologie completamente diverse, contro un avversario con meno di un decimo della popolazione dell'Ucraina, colto completamente alla sprovvista (mentre gli ucraini sono in guerra da 11 anni)?
In compenso stamattina ho letto questa.
Breaking news: Putin sta cercando di mediare tra Trump e Zelensky per limare le richieste americane troppo dure nei confronti di Kjiv.
E purtroppo non è comicità gratuita...
Fatico a ricordare una sciagura peggiore per il mondo di questa amministrazione americana.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
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