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Brezza tesa
Re: Attentato a Bruxelles....
Allora... la Bibbia comprende il Vecchio e il Nuovo Testamento. Nel complesso, essa è "il Libro" per antonomasia, perché fa riferimento alla "Verità unica" dei seguaci del Dio unico.
Da qui la denominazione di "religioni del Libro", che accomuna alcune grandi fedi (poi declinate nelle varie sette, ramificazioni etc.).
A guardare nel dettaglio, però, mentre i Cristiani fanno riferimento essenzialmente al Vangelo e al Nuovo Testamento, Ebrei e Musulmani riconoscono solo il Vecchio Testamento, e non il punto di svolta dell'Incarnazione nel Cristo. Più o meno...
Quindi qui si ha la grande linea di demarcazione.
Rinfacciare la Bibbia ai Cristiani, riferendosi poi al Vecchio Testamento, è una specie di autogol, dimostra solo che non si sa attaccarsi a cose più concrete.
Di fatto, il cristianesimo ha faticato a gestirsi l'eredità del Vecchio Testamento, tant'è che il Medioevo, l'epoca in cui si forma la Chiesa attuale e l'interpretazione che viene data (con gran parte dei dogmi tutt'oggi riconosciuti), vede un gran affannarsi nel sistemare le cose, con lo sviluppo della lettura tipologica e l'accostamento di episodi veterotestamentari a episodi del Vangelo, di cui precorrerebbero allegoricamente il messaggio. Sintomo chiaro di una presa di distanze che non poteva essere "buttiamo tutto nel cesso" ma che comunque andava fatta.
Ed è stata fatta.
Quando si legge qualche passo dell'Antico Testamento - ad esempio nella Messa - si scelgono con cura quei passi che possono collegarsi, o come prefigurazione o come contrasto, a quello che sarà poi il messaggio evangelico.
Il resto, le parti più splatter in genere si lasciano al tempo e alle culture che le scrissero modulandole sul livello dell'epoca, qualche millennio fa (non dimentichiamo che sono parti che nascono anche come "storia identitaria" di un popolo, quindi vanno valutate per quello che sono: un grande poema epico, in cui riscritture e messe a punto successive hanno posto in evidenza il lato più "internazionale", quello che - dicevo sopra - può ricollegarsi con il Vangelo e suo seguito).
Delle due grandi religioni derivate, gli Ebrei, che radicano la loro identità in un testo che narra la loro storia, nel frattempo hanno percorso il seguito di quella stesa storia, e hanno maturato quindi, attivamente, posizioni ormai distanti dalla mentalità dei milenni prima di Cristo.
I Musulmani invece hanno adottato un testo non loro, che parlava di un altro popolo (popolo che, si badi bene, non voleva convertire nessuno, anzi... gli Eletti da Jahvé mantenevano ben chiare le distanze dagli altri), e lo hanno rielaborato raccontando con parole loro quello che pensavano di aver capito.
Ovvio che le crudezze dell'Età del Bronzo e del primo Ferro, rimestate in salsa desertarabica, non possono aver dato all'epoca frutti molto diversi dall'impasto di origine. Situazione ben diversa invece da quella di un mondo cristiano occidentale che, agli inizi, era composto anche degli intellettuali gallo-romani, infarciti di filosofia greca: ben altro strumento per reinterpretare (e anche per fare disastri in altro senso, ma questo è un altro disocorso...), rispetto alla sia pur buona volontà del buon Maometto...
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