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Comunque, e di questo ne abbiamo già parlato in passato, il problema non è Lira o Euro, come si fa intendere dal dibattito in Italia. Il problema sono le ideologie di fondo che permeano la classe dirigente del Paese e che ne determinano una credibilità.
Eh beh...

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L'Italia negli anni tra 1963 (quando è nato il centro-sinistra formato da DC e PSI, l'inizio della nostra fine) e 1992 si è creata la reputazione di Paese stampatore e svalutatore, e questo perchè è effettivamente stato così: fino al 1981 la Banca d'Italia era obbligata ad acquistare i titoli di Stato non venduti sul mercato e anche dopo il 1981, quando questo obbligo cessò (non per una precisa volontà ma perchè la Banca d'Italia e il Tesoro si resero conto che, avendo Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti alzato i tassi di interesse non c'era alternativa pena un'inflazione da cavallo), la Banca d'Italia doveva comunque coprire il deficit pubblico, monetizzandolo, su richiesta fino al 14% del suo valore.
Negli anni '60 e ancora '70 si poteva anche tirare avanti con la stampa di moneta e la svalutazione, dato che non c'era ancora la globalizzazione e che la libertà dei capitali di conseguenza era fortemente ristretta. Ma a partire da fine anni '70, con la libera circolazione dei capitali, se ti metti a svalutare e stampare gli investitori scappano e di conseguenza devi pagare tassi di interesse sempre più alti. E se persisti a lungo andare perdi credibilità, come ovvio.
Ottimo dono della sintesi.
E dire che oggi abbiamo in giro per il mondo numerosi esempi di quel che significa pretendere di piegare la realtà con teorie dell'età della pietra...

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Tuttavia la credibilità la si può sempre riacquistare se chi governa ha ben chiaro come si faccia per mettere in riga i conti pubblici e impostare una crescita sostenibile: la Gran Bretagna, prima dell'avvento della Thatcher, aveva una situazione debitoria grave, non tanto per l'altezza del suo debito pubblico, ma perchè sembrava nelle condizioni di non poterlo più pagare causa una crisi economica profondissima e la mancanza di governi in grado di dare una sterzata netta finendola con la politica dello stampa-e-spendi che aveva caratterizzato i precedenti 35 anni.
La mia personale filosofia non è esattamente thatcheriana, ma in Italia avremmo tanto bisogno di una Thatcher al quadrato...

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Il problema quindi non è Lira o Euro, il problema è che noi non solo non abbiamo una Thatcher, ma neanche un suo lontano parente. Da qualunque parte si vedono solo proposte politiche volte a far permanere lo status quo, ad aumentare le spese, il debito e le tasse (vedasi le costanti polemiche per il deficit/pil troppo basso) e dunque volte a mantenere il lento ma costante declino che l'Italia ha iniziato da 30 anni.
Ma il deficit-PIL puoi anche decidere di alzarlo per i motivi giusti.
Nel nostro caso far deficit per finanziare una robusta campagna di taglio delle tasse (accompagnata da tagli dei finanziamenti a pioggia; e magari non da tagli lineari di spesa...) sarebbe probabilmente l'unica cosa da fare per sperare.

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Si potrebbe tornare alla Lira e non subire nessun effetto se ci fosse una chiara intenzione da parte di chi sta al Governo di dare una brusca sterzata al Paese, sapendo che nell'immediato costerebbe molto ma nel lungo periodo produrrebbe effetti ampiamente positivi.
No guarda... Con il livello del nostro debito pubblico e di tanti altri fondamentali di finanza pubblica l'idea di difendere da soli la propria valuta va oltre il velleitario. Il nostro Stato sarebbe condannato al fallimento immediato anche avendo le migliori intenzioni e credibilità.
Il che magari in prospettiva potrebbe anche essere una buona idea, solo che io son qui adesso e non dopo...