
Originariamente Scritto da
burian br
Ho visualizzato nuovamente le analisi genomiche, e i risultati, oltre che dare appoggio della mia ipotesi del secondo ceppo virale in Italia, fanno emergere un quadro che scagiona gli italiani dall'accusa di "untori" delle altre nazioni europee.
Vi avevo già parlato del ramo olandese, e vi avevo aggiornato sugli sviluppi quando ho visto venir inseriti di due casi scozzesi. Ebbene, correlato al caso scozzese si colloca adesso un virus isolato da un paziente inglese:
Allegato 522848
E' facile da riconoscere, è l'unico etichettato con "England"
La coesistenza del virus sia in Inghilterra sia in Scozia consente di ipotizzare una circolazione del ceppo virale olandese anche sul suolo britannico, che deve risalire a circa metà Febbraio, addirittura antecedentemente l'evoluzione di uno dei sottotipi di ceppo virale olandese.
Questo lo si capisce dalla seguente immagine: praticamente tutti i virus posti sulla stessa linea verticale sono uguali, e seguendo le linee si capirà l'albero genealogico:
Allegato 522849
Passiamo adesso a un altro ramo, quello della Renania-Westfalia:
Allegato 522850
Questo clade è puramente germanico, e deriva probabilmente da qualche cinese (o tedesco tornato dalla Cina) infetto. Infatti non conta esponenti di altri stati, anche se ha contaminato la confinante Olanda (che, poveretta, è sotto attacco proprio perchè ha più ceppi virali che la stanno attaccando), che infatti si aggiunge con un caso, che si comprende essere giunto dalla Germania per ragioni cronologiche e anche evolutive (il virus isolato in Olanda è figlio di quello tedesco).
Anche il Regno Unito, però, possiede un proprio ramo filogenetico, che si può far risalire al caso di Steve Walsh, il superdiffusore inglese di inizio Febbraio. I virus isolati recentemente infatti in cittadini inglesi sono i figli di quel virus:
Allegato 522851
Insomma, la storia degli italiani untori fa sempre più acqua da tutte le parti. Anche se resta il clade europeo con più casi probabilmente esportati anche da italiani, che indicano uno stadio di evoluzione del virus parecchio avanzato, segno di numerose replicazioni che sono sinonimo di numerose catene di contagi.
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