Tra l'altro giusto oltralpe si muove qualcosa di interessante?
Contre le coronavirus, des essais "prometteurs" avec la chloroquine a Marseille
La clorochina, che si usa per il trattamento della malaria, a quanto pare potrebbe avere risultati promettenti![]()
Lou soulei nais per tuchi
Direi bufala.
1) Gli ACE inibitori non c'entrano con il recettore ACE2
2) Gli ACE2 sono diversi dagli ACE, quindi i farmaci antiipertensivi non hanno effetto su ACE2, nè mi pare esistano inibitori contro ACE2 in commercio (non si sa nemmeno la reale funzione di questi recettori)
3) vorrei leggere degli studi in proposito, mi sembra troppo generico quanto sostiene questo messaggio
La parte sugli alveoli è corretta.
Tenderei comunque a evitare quei farmaci senza che te li prescriva il medico.
Al di là che il messaggio alla fine si riveli o meno corretto.
Coronavirus, calciatore muore a 21 anni: e la vittima piu giovane in Europa
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Uno strazio...
Articolo di un giornale online, vale la pena leggerlo, non sò cos'altro scrivere...
MILANO - Negli obitori della Lombardia non c'è più posto. Ospedali e case di riposo chiamano giorno e notte perché le bare devono essere chiuse subito e portate via in poche ore. Per i parenti, che non possono avvicinare i loro cari nemmeno per un ultimo saluto, è una sofferenza che non ho mai visto". Massimo Cerato conduce una delle più grandi agenzie di onoranze funebri di Milano. Negli ultimi giorni il mondo è cambiato anche per lui, come per tutte le persone che curano gli esseri umani dopo la morte. "Questa epidemia - dice - uccide due volte. Prima ti isola dagli affetti nel momento decisivo, mentre ti prende la vita. Dopo scava un altro solco, separandoti anche dalla pietà. Le famiglie sono devastate e fanno fatica ad accettarlo".
A Milano e a Bergamo, a Cremona, nel Lodigiano e in tutta la Lombardia, il trauma di non poter accompagnare fino alla fine le vittime del Covid-19 è oggi una parte cruciale del distacco. Nessuno può avvicinare le salme, che presto saranno 2 mila. I funerali religiosi e civili sono sospesi. Nei cimiteri le visite sono vietate. Ridotte a pochi istanti, quando si riesce a trovare un sacerdote, le benedizioni. "I parenti del defunto - dice Alessio Guagliardo, titolare di un'altra grossa agenzia milanese - sono posti in quarantena. Così passiamo i fogli delle pratiche da firmare sotto la porta, o le scambiamo a distanza in automobile. Voci di persone che non vediamo, ci chiedono prima di tutto di mandare un bacio ad un nonno, o di pettinare una sorella in un certo modo. Qualcuno infila sotto la porta di casa le foto di famiglia e prega di lasciarle nelle mani di chi non ha resistito al virus". Prima che la terra fosse sconvolta da sirene d'ambulanza senza fine, la figura di chi "accompagna alla partenza" veniva socialmente rimossa dalla paura. Nessuno riusciva a vedere, nemmeno a parlarne. Adesso invece anche i vestitori, chi prepara i fiori, chi stampa i biglietti del lutto e chi guida i carri funebri, sono in prima linea e scoprono di essere diventati qualcun altro.
"Improvvisamente - dice Giuseppe Locatelli nella camera mortuaria dell'ospedale Giovanni XXIII di Bergamo - dobbiamo sostituirci a parenti, amici e sacerdoti. Qualcuno mi passa foglietti con poesie scritte a mano e mi chiede di recitarle al proprio caro. Una bambina mi ha messo in una busta un disegno con il sole per la nonna morta al ricovero. Figli, mogli e mariti lasciano sacchetti sul pianerottolo di casa: dentro mettono piccole cose, la fede delle nozze, gli occhiali, il ricordo che avevano promesso di non far mancare quando il congedo sarebbe arrivato". Nel cimitero di Lambrate un dipendente delle pompe funebri comunali ieri ha accettato, durante l'inumazione, di far partire sul proprio telefonino la canzone preferita della persona deceduta.
C'erano solo due operai, la bara di zinco e quella musica. "È commovente - dice Cerato - ed è giusto che chi in Italia in queste ore svolge un simile servizio, venga ricordato assieme ai medici e agli infermieri che lottano invece per salvare le vite. Ho dovuto portare a 93 i miei collaboratori, lavorano 24 ore su 24, protetti con tute, maschere e guanti. Anche per loro è una prova crudele. Hanno paura e sono psicologicamente allo stremo. Nessuno però si è tirato indietro, o si è messo in malattia: hanno capito che la gente adesso ha bisogno". Fino a dieci giorni fa i funerali venivano celebrati. Prima, i vestitori curavano le salme. In paio d'ore disinfettavano, pulivano, truccavano e profumavano i cadaveri.
Facevano indossare gli abiti scelti dai parenti, mettevano la dentiera e pettinavano i defunti seguendo il taglio dell'ultima fotografia. Questo rito, assimilabile a un'arte, è da sempre al centro di ogni civiltà. "La strage a cui assistiamo - dice Andrea Pueroni, titolare di una storica onoranza funebre di Cremona - ha spazzato via tutto. È come se si accanisse anche contro la prova estrema dell'amore. I corpi degli infettati non possono essere toccati, nemmeno per una carezza. Nell'obitorio vengono messi subito, nudi o con il pigiama ancora addosso, dentro una cassa di zinco, o nel sacco a barriera biodegradabile. Nelle camere mortuarie ogni giorno se ne accumulano a decine, distinguibili solo dal bigliettino con nome e cognome. Entro il giorno successivo devono finire nella terra, o essere cremati. I mezzi per il trasporto non bastano più. A volte nello specchietto retrovisore vedo i parenti che mi seguono in auto mentre vado al cimitero.
Piangono come fossero in processione perché si sentono in colpa, convinti di non aver fatto tutto il possibile per restare vicini a chi è morto da solo". A questa tristezza, simile a quella verso chi, in una guerra combattuta con le armi, cade lungo un fronte lontano, a Milano si aggiungono oggi le difficoltà che le onoranze funebri definiscono "una vergogna e uno scandalo". "Da giovedì scorso - dice Cerato - il forno crematorio cittadino è chiuso. In parte è rotto, in parte in manutenzione fino a mercoledì. Incredibile: da cinque giorni stiamo portando le salme da cremare a Trecate, Mantova, Domodossola e Valenza. Bergamo e Lodi scoppiano, non accettano più corpi di altre province. Prima il servizio costava 280 euro, adesso 600: visto il momento, offriamo noi i costi del trasporto fuori Milano.
Non chiediamo più nemmeno anticipi. Per la famiglie, già in difficoltà economica, è un'altra botta. Pagheranno quando potranno". Sull'Eco di Bergamo i necrologi ormai superano le dieci pagine al giorno. Nelle città deserte della Lombardia ambulanze e carri funebri non smettono mai di passare sotto finestre chiuse. Nei cimiteri ci sono solo gli operai. Per generosità recitano una preghiera davanti alle bare degli sconosciuti. "Da ieri - dice Sandro, al lavoro tra le tombe del Monumentale - lo facciamo anche se nessuno ce lo chiede. Io canto le canzoni che ho sempre ascoltato. Calare tante bare in un deserto è come un pugno. Le persone sono spaventate e non hanno il coraggio di domandare qualcosa di più. Sono obbligate a rimanere lontano: dopo un po' si girano a vanno via". Questo nel nostro Paese è ciò che oggi resta dopo che il virus taglia l'ultimo respiro. Rimane l'umanità ed è un tesoro per tutti.
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Vedremo come evolve. Se i casi continueranno ad aumentare a suoni di migliaia, avremo la dimostrazione che R0 in fatto di clima caldo non sia di 1,5.
Il clima in effetti è molto molto caldo in Malesia. E' da dire anche che Sri Petaling è un quartiere di Kuala Lumpur, che conta milioni di abitanti. Quindi R0 sarebbe inevitabilmente più alto.
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