Fact Check: Did 21 million cell phones really disappear in China? - Republic World
Republic World ha fatto un fact check sul cellulare cinese:
la voce scompare La voce secondo cui 21 milioni di telefoni cellulari sono scomparsi in Cina è male interpretata.
La notizia originale riguardava il modo in cui gli operatori di telefonia mobile cinesi hanno perso 21 milioni di abbonati a causa della pandemia di Coronavirus. Quindi, nessun telefono cellulare era effettivamente scomparso letteralmente, era solo il numero di abbonamenti mobili che sono stati annullati durante la pandemia COVID-19.
La "China Mobile Ltd", che è il più grande operatore di telefonia mobile del mondo, ha riferito di aver registrato il suo primo calo del numero di utenti dal 2000.
Ciò è dovuto ai tagli nell'attività commerciale durante la crisi del coronavirus. È stato riferito che tra gennaio e febbraio gli abbonamenti di "China Mobile Ltd" sono diminuiti di oltre 8 milioni, come indicato sul sito web della loro azienda. Un altro operatore di telefonia mobile cinese chiamato China Unicom (Hong Kong) Ltd ha perso 7,8 milioni di utenti nello stesso periodo. Mentre China Telecom Corporation ha perso 5,6 milioni di utenti a febbraio.
Analisti esperti ritengono che il calo degli utenti mobili potrebbe essere in parte responsabile del numero di lavoratori migranti che hanno cancellato i loro abbonamenti mobili nella regione di lavoro poiché il virus ha impedito loro di entrare nel paese dopo le vacanze lunari in Cina.
I lavoratori migranti di solito hanno un abbonamento per la loro sede di lavoro e un altro abbonamento per la loro regione di origine.
Sebbene il calo del numero di utenti non sia normale, guardando il quadro più ampio, il numero di cancellazioni di abbonamenti è piccolo rispetto al numero totale di abbonamenti wireless che sono aumentati per queste 3 società.
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Qua la gente la mascherina, dove prescritto, l'ha sempre messa dall'inizio della fase 2, molti la indossavano e l'indossano anche all'aperto in città, magari l'abbassano in strada ma la calzano correttamente nei luoghi chiusi, anche perché giustamente c'é un "battage" informativo asfissiante su come metterla (nei supermercati viene ripetuto ossessivamente dagli altoparlanti di coprire bocca e naso, lo stesso sui bus), poi per carità, il rincoglionito, l'eccentrico, il matto o il negazionista che si rifiuta di metterla, perché lede la sua libertà di fare quel che cazzo gli pare e fottersene degli altri, esiste ovunque, ma di persone così ce ne saranno 5 o 6 su mille e di certo la presenza di questi imbecilli non rappresenta un grandissimo problema epidemiologico, anzi son convinto che sia irrilevante, almeno come impatto sui grandi numeri.
Il ventre molle della faccenda sono i comportamenti privati generalizzati (non quelli dei fessi, quelli di tutti noi, che essendo umani commettiamo anche qualche fesseria) e il modo con cui le misure di distanziamento impattano sulla vita sociale delle persone. Uno dei punti critici è come gestire i bambini e gli adolescenti, perché se a scuola puoi convincerli ad attuare (o nel caso peggiore imporgli) il lavaggio delle mani, la mascherina (dove necessario) e il distanziamento (sempre), il problema nasce quando i bambini e i ragazzini iniziano a frequentarsi tra loro, senza la presenza assidua di un adulto a brevissima distanza (o fisicamente "addosso" se parliamo di bambini di 5, 6, 7 anni). Ad esempio quando i bambini vengono portati dai genitori ai giardini pubblici, riavviando (anche giustamente) una parvenza di vita sociale, ma sospendendo o attenuando e le buone-pratiche di prevenzione, lo stesso accade quando familiari non conviventi si recano a trovare i parenti. Non a caso si stima che circa il 70% dei contagi, ora che la via delle RSA e delle comunità residenziali è "meno battuta" dal virus, avvenga all'interno del nucleo familiare. Il punto è che a questa cosa non ci sono soluzioni efficaci fino in fondo, non puoi pensare che persone che hanno legami profondi evitino qualsasi forma di contatto fisico per mesi e mesi.
Il lock-down ha senso se la curva epidemiologica è davvero fuori controllo e se si stima che comunque l'epidemia possa essere superata un po' ovunque con misure analoghe e coordinate (soprattutto coordinate...), altrimenti si rischia di fare dei lockdown di 4-5 settimane ogni 2 mesi, arrivando rapidamente al collasso economico del sistema-paese (e per collasso intendo dire ospedali che chiudono perché non ci sono più i soldi per pagare medici, infermieri e personale tecnico, che vengono licenziati anziché assunti in numero maggiore, forniture di farmaci che non è più possibile acquistare, costi energetici delle strutture che si fanno insostenibili, tpi che chiudono anziché aprire). Ricordiamoci che rete di protezione sociale e situazione economica sono strettamente connesse, se si deteriora (davvero) il quadro economico, si arriva velocemente a una soglia in cui le misure di contenimento diventano disfunzionali, dal momento che necessitano della collaborazione della popolazione. Non a caso in Argentina o in Libano, paesi sull'orlo del default o già falliti, dove la gente se non esce di casa non mangia, i lockdown non hanno dato i risultati che si sono visti nei paesi europei e in alcuni stati degli USA, anzi non hanno avuto nessun effetto stimabile... le persone escono comunque di casa e la polizia le sorveglia fino a un certo punto, perché solidarizza con loro, inoltre le misure di confinamento sono inevitabilmente così miti da essere praticamente "volontarie".
Si parla di proteggere le persone a rischio di contrarre forme gravi con "misure attive" (di fatto imporre loro il confinamento domestico), lasciando vivere in modo "pre-Covid" tutti gli altri, teoricamente sarebbe una soluzione interessante ma è difficilissimo solo ipotizzare come attuarla, banalmente perché sono troppi gli individui potenzialmente "fragili" (basti pensare a quanti sono gli ultrasessantenni in Italia, aggiungerci i pazienti più giovani ma con patologie complesse, sommarci immunodepressi, ecc.), inoltre quanti di noi, teoricamente "non fragili" convivono con un familiare "fragile" (genitore anziano, figlio adolescente ma con diabete di tipo 1, sorella con artrite reumatoide?);
Le misure di contenimento rivolte a categorie "speciali" sono estremamente discutibili, qualcuno subito prima della fase 2 aveva proposto di vietare ai minorenni di uscire di casa non accompagnati, ma è un'azione di dubbia legalità, dubbio valore etico (i 16enni no e i 30enni "scemi" sì?) e dubbia efficacia, che puoi valutare in una situazione disperata, da "Stato d'eccezione", ossia in caso di diffusione comunitaria incontrollabile (ma allora è più efficace il lockdown) e oltretutto sarebbe attuabile per un periodo di tempo molto limitato, perché non puoi pensare di chiudere i minori di 16 o di 18 anni in casa per molti mesi.
Infine anche le misure di distanziamento sociale e le mascherine hanno qualche limite strumentale, psicologico e di efficacia assoluta. Quanti di voi, esclusi medici e infermieri che lavorano in situazioni molto esposte, tengono la mascherina da quando si alzano al mattino a quando vanno a letto la sera, cenano separatamente da coniuge, figli o genitori, si organizzano per dormire in ambienti separati (sempre che se lo possano permettere?), hanno soppresso totalmente la loro vita sentimental-sessuale, penso nessuno o quasi... eppure la propria casa, se il virus ci entra, portato accidentalmente dall'esterno, è il luogo perfetto per contagiarsi...
Quello che non viene detto da nessuno, almeno in modo chiaro, è che la convivenza col virus, sebbene inevitabile, comporta costi altissimi da un punto di vista economico e umano, bisognerebbe dire chiaramente alle persone che, anche mantenendo tutte le misure di auto-protezione, in modo rigoroso, ci saranno comunque centinaia di migliaia di infezioni nei prossimi mesi, decine di migliaia di ricoveri (ovviamente spalmati nel tempo) e alcune migliaia di morti... Però se queste misure venissero sospese o fortemente allentate allora si finirebbe in una situazione molto peggiore: gli infetti potrebbero essere qualche milione, i morti da alcune migliaia diventerebbero molte decine di migliaia e i ricoveri potrebbero aumentare così tanto da impedire, rallentare o perfino bloccare (e non per ore ma per settimane) il funzionamento del SSN e ci potrebbero essere perfino problemi legati al funzionamento di altri servizi essenziali...
Ultima modifica di galinsog@; 02/10/2020 alle 09:12
Tra l'altro scrivevo in passato che gli studi sull'efficacia epidemiologica delle mascherine sono pochi e incerti. Per carità, io poi la metto sempre, è sicuramente meglio averla che non averla, ma il battage mediatico è più un segnale per far capire alla gente che deve stare sull'attenti.
Vero. Io so che nella mia famiglia tutti hanno smesso di vedere mia madre da quando hanno ripreso a lavorare coi mezzi pubblici e se la vedono la vedono per poco tempo e con la mascherina indossata, ma è un caso raro: la maggioranza dei miei conoscenti si comporta coi familiari, comprensibilmente, come se fossero "un'eccezione", come se fossero immuni dal contagio, anche se non si vive insieme.Il ventre molle della faccenda sono i comportamenti privati generalizzati
E in questo senso sarebbe problematico anche il sud, che non è il Libano ma è comunque un territorio ad altissima diffusione di lavoro nero a bassissima qualificazione (specialmente Campania, Calabria e Sicilia) e che probabilmente non sarebbe in grado di sopportare un altro lockdown di lunga durata senza una quantità immensa di aiuti statali.Non a caso in Argentina o in Libano, paesi sull'orlo del default o già falliti, dove la gente se non esce di casa non mangia, i lockdown non hanno dato i risultati che si sono visti nei paesi europei e in alcuni stati degli USA, anzi non hanno avuto nessun effetto stimabile... le persone escono comunque di casa e la polizia le sorveglia fino a un certo punto, perché solidarizza con loro, inoltre le misure di confinamento sono inevitabilmente così miti da essere praticamente "volontarie".
Ma anche senza considerare il lavoro nero, il sud è insieme alla Grecia la zona d'Europa con la più alta % di lavoratori autonomi. Si tratta perlopiù di attività personali o familiari a minimo valore aggiunto e che campano a giornata o quasi. La proprietaria del centro benessere, il tabaccaio o la commessa del negozio di abbigliamento come sopravvivono?
Alla fine una delle tante cose che il resto del mondo non ha capito riguardo all'approccio svedese è che era stato concepito come un approccio chiaro, snello, semplice e sostenibile a lungo termine che evitasse alla popolazione lo stress della "fisarmonica" di chiusure-aperture-chiusure-aperture. Poi non hanno protetto le RSA a sufficienza ed è stato un grave errore, ma il concetto di fondo è sostanzialmente: questo problema non scomparirà in un mese e dobbiamo trovare una soluzione che ci consenta di conviverci senza a) ritrovarsi i morti per strada b) uscirne pazzi c) distruggere completamente l'economia e d) rinunciare a ogni genere di libertà personale, benessere sociale e/o occasioni di convivialità.
Ultima modifica di nevearoma; 02/10/2020 alle 09:30
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Da dove sei uscito?!?!
Complimenti, interventi così razionali, realistici e neutrali che qui se ne sente la mancanza, ognuno di noi che scriviamo da mesi ormai andiamo di pancia e di cervello in alternanza che a volte è difficile sintetizzare le cose come le hai fatte tu...![]()
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Cosa ho visto a Roma: tra metÃ* maggio e tutto luglio i bambini si sono frequentati nei parchi, nei centri estivi o in spiaggia. Contagi 0.
Ad agosto invece sono iniziate le vacanze, con viaggi e spostamenti.
Chi ha fatto più vita relazionale si è esposto di più. Tutti (o quasi) i casi da agosto a metÃ* settembre erano riferibili alle vacanze.
Attualmente, anche grazie agli screening di massa, a Roma i casi si trovano tra gli studenti più grandi, 17-18 enni, cioè tra coloro che fanno più vita sociale.
I report tedeschi e le osservazioni francesi dicono che la fascia di etÃ* che sta contribuendo maggiormente alla diffusione è quella dei ventenni.
Da noi manca una strategia per pescare lì. Mentre le scuole dei più piccoli sembrano the wall dei pink Floyd e al primo starnuto ti mandano dal pediatra, mentre alle superiori fanno i test antigenici, per i ventenni quali controlli si stanno facendo? Come li intercettiamo? Li abbiamo individuati una volta scesi dal traghetto a Civitavecchia, e ora? Li lasciamo alla loro coscienza come ai tempi di "Milano riparte"?
Pur avendo espresso pareri negativi sulla Svezia a suo tempo, io capisco quello che intendi e capisco l'approccio svedese, il problema dal punto di vista italiano era che noi eravamo già nella cacca fino al collo come diffusione nella popolazione e in Svezia lo sono stati in modo molto parziale rispetto a noi, ma l'abbiamo saputo solo mesi dopo, lì x lì ci sembrava che la diffusione sarebbe potuta continuare ad andare avanti altrove come da noi.
Solo che da noi non avresti potuto continuare senza lockdown, ne è riprova il fatto che il picco enorme di ospedalizzati e TI si è avuto un mese dopo le chiusure generali, pensiamo quando e a che livelli lo avremmo avuto se non lo avessimo fatto, e poi i frutti ottimi li abbiamo avuti fino a Luglio inoltrato.
Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Cosa ho visto a Roma: tra metÃ* maggio e tutto luglio i bambini si sono frequentati nei parchi, nei centri estivi o in spiaggia. Contagi 0.
Ad agosto invece sono iniziate le vacanze, con viaggi e spostamenti.
Chi ha fatto più vita relazionale si è esposto di più. Tutti (o quasi) i casi da agosto a metÃ* settembre erano riferibili alle vacanze.
Attualmente, anche grazie agli screening di massa, a Roma i casi si trovano tra gli studenti più grandi, 17-18 enni, cioè tra coloro che fanno più vita sociale.
I report tedeschi e le osservazioni francesi dicono che la fascia di etÃ* che sta contribuendo maggiormente alla diffusione è quella dei ventenni.
Da noi manca una strategia per pescare lì. Mentre le scuole dei più piccoli sembrano the wall dei pink Floyd e al primo starnuto ti mandano dal pediatra, mentre alle superiori fanno i test antigenici, per i ventenni quali controlli si stanno facendo? Come li intercettiamo? Li abbiamo individuati una volta scesi dal traghetto a Civitavecchia, e ora? Li lasciamo alla loro coscienza come ai tempi di "Milano riparte"?
Probabilmente in realtà due terzi del paese avrebbero potuto, quantomeno senza quel lockdown così duro. Dalla Toscana in giù sarebbe forse bastato un lockdown leggero con blocco dei mezzi pubblici, chiusura delle scuole e di alcune attività commerciali ma senza chiudere la gente in casa. Qualcosa di simile alla Norvegia o anche solo alla Germania.
Però del senno di poi sono ovviamente piene le fosse (in maniera tragicamente letterale, in questo caso).
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Condivido il tuo pensiero.
Cito questa parte perché ho avuto a che fare con i reparti di neuropsichiatria degli adolescenti. Ci sono adolescenti fragili su cui il lockdown totale e primaverile ha avuto un impatto devastante. In futuro sapremo i dati. La Svezia, che conosce bene la depressione giovanile e i suoi possibili esiti drammatici, forse ne ha tenuto conto.
Non sono un fan del metodo svedese, volevo solo dare un contributo ulteriore.
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