Questa è una domanda importante e di difficile risposta.
Secondo me i valori di R0 potrebbero non essere così diversi tra ottobre e febbraio, soprattutto al nord. Le ore di luce e gli UV sono simili, freddo e piogge spingono comunque a stare al chiuso quanto in inverno, non vedo differenze importanti sul potenziale di contagio.
Più si scende al sud più il clima presenta ancora differenze importanti rispetto a quello invernale, infatti questo lo vediamo anche nel dato dei contagi.
Quindi secondo me in assenza di restrizioni già avremmo valori di R attorno a 3 al nord, le restrizioni pre-dpcm (ancora i dati non possono mostrare i potenziali cambiamenti dell'ultima settimana) riuscivano quasi a dimezzare il numero di contagi. Anche se è impossibile fare una stima precisa su questo aspetto sono relativamente ottimista.
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Risposto sopra:
Screenshot 2020-11-01 003607.jpg
Me lo auguro.
Resterà molto critica la situazione che si svilupperà tra Natale ed Epifania, con le feste cui non credo rinunceremo...nel qual caso, anche se intanto con un lockdown la situazione sarà migliorata nel frattempo, chissà come esploderebbe in quelle due settimane...
Ultima modifica di burian br; 01/11/2020 alle 01:07
Il campione ISTAT vedeva circa 1,5 milioni di contagiati ma anche secondo me è troppo basso - per i motivi che hai detto tu: campione piuttosto esiguo -, c'è poi il fatto dei professori sottoposti in massa al test sierologico: il 2,6% di loro è risultato infetto, e penso che sia stata una categoria a rischio di esposizione medio, forse anche un pelo sotto la media (età non giovanile e non anziana, quindi gente che in genere vive da sola o al massimo in coppia). Secondo me ALMENO il 10% di chi aveva anticorpi formatisi a febbraio-marzo-aprile li aveva persi entro la fine dell'estate, quindi arriveremmo a dover moltiplicare per 1,10-1,15 il 2,6% dei 61 milioni circa. Così otterremmo circa 1,8-1,9 milioni di casi totali. A me sinceramente basterebbero i due parametri che ho detto (prevalenza nei campioni per i sierologici e tasso di negativizzazione agli anticorpi entro alcuni mesi), perchè gli altri mi sembrano viziati da molto altro: il SSN è collassato peggio che in Spagna o a NYC, specialmente quanto a disponibilità di posti in terapia intensiva. Inoltre - ma di questo non sono sicuro - le diagnosi in Italia e più in generale le ospedalizzazioni erano particolarmente tardive, tutto il sistema era in condizioni pessime. Questo dovrebbe aver aumentato la mortalità generale, portandola a circa il 2,5% sul totale dei contagiati (quindi circa 50mila morti su poco oltre 2 milioni di contagi).
Perchè sono passato dal dire "poco meno di due milioni" al dire "poco più"? In primis perchè il corpo insegnanti mi sembra statisticamente un pelo meno colpito, ma ammetto che sia una mia illazione. Inoltre la stima che entro qualche mese soltanto il 10% scarso degli infettati perda gli anticorpi è molto "ottimistica", nel senso che io ritengo che l'annullamento del titolo anticorpale sia un pelo più frequente, purtroppo: la sottostima, dunque, risulterebbe più ampia se la positività anticorpale fosse inferiore al 90% dei soggetti ammalatisi in primavera.
Altre due cose:
- sono molto combattuto sulla stima in quanto nella Bergamasca i sierologici eseguiti a inizio estate mostrerebbero una letalità di poco superiore al 2% tra tutti i malati di Covid, e se non hanno raggiunto il succitato 2,5% nemmeno in quelle condizioni di estrema crisi sanitaria, mi pare strano che altrove in Italia si sia tenuto lo stesso livello o addirittura si sia localmente andati un pelo oltre! (2 milioni di contagi su 50mila morti significherebbe 2,5% di mortalità).
- anche il denominatore deve risentire di chi è morto di Covid: per ovvie ragioni non puoi fare il sierologico ai deceduti, quindi se sono morte 50mila persone, il totale dei contagiati deve comprendere anche loro e non solo i sopravvissuti: essendo che i test sierologici sono stati soprattutto destinati a fasce non ad alto rischio, la proporzionalità tra chi era già morto di Covid e chi si sottoponeva al test in quanto sopravvissuto non era ben stata rispettata. Per cui, a voler fare i pignoli, alle stime sui contagiati conseguenti all'interrelazione di parametri quali grado di declino del titolo anticorpale, mortalità in base alla nostra composizione demografica, prevalenza degli anticorpi nei sierologici condotti in determinati gruppi di persone, ecc. bisognerebbe aggiungere 50mila unità.
Ultima modifica di Perlecano; 01/11/2020 alle 00:48
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Per fare studi statistici non serve moltissimo, gli studi arriveranno.
Il problema è che l'unico modo per sapere se l'immunità dura più di 6-8 mesi è avere persone guarite da più tempo che vengono esposte al virus, a 10 mesi dall'inizio della pandemia questo é difficile.
Per ora sembra che rimanga ancora una certa immunità per le zone colpite a febbraio-marzo, speriamo bene.
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In linea di massima condivido, ma farei molta attenzione ad utilizzare il sierologico degli insegnanti, era molto squilibrato a livello geografico e già questo lo rende non rappresentativo. Se in Lombardia hai il 5% evidentemente la media nazionale non dovrebbe essere 2,6%.
Bisognerebbe quantomeno correggere questo aspetto per ottenere un dato utilizzabile.
A conti fatti non sembra un dato molto diverso dal quello ISTAT, forse anche un po' più basso ma è anche prevedibile visto che sono passati altri 3 mesi.
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Voi attribuite tutta la mortalità in eccesso al covid. Penso che nelle zone più colpite sia morta anche gente per altre cause e che non è stato possibile curare per collasso ospedaliero. Da valutare anche la stagione influenzale debole con meno morti del solito
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