Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
Ma non è vero, appunto: l'italiano medio si crede furbissimo, e poi si fa infinocchiare da questi trucchi di finanza pubblica vecchi almeno quanto l'Impero Romano. Una volta magari non ci pensavi tanto, la casa ce l'avevi e l'auto (di pessima qualità e rigorosamente made in Italy) anche, al massimo vedevi i tedeschi in vacanza che erano "più ricchi" ma in fondo t'importava poco (anche perché durava il tempo delle loro ferie). Oggi hai un confronto più diretto e hai capito che la tua filiera non vale poi così tanto, e questo si riflette ovunque: nessuno è mai stato ricco con una moneta debole; la svalutazione continua, pur se non sempre accompagnata dall'inflazione interna, era comunque di fatto un impoverimento degli italiani per travasare ricchezza nei conti pubblici. Praticamente, invece di aumentare le tasse e/o contenere e migliorare le spese, abbassavi il debito (in gran parte all'epoca, ma molto anche oggi, risparmio interno e nazionale) e coprivi le maggiori spese mediante svalutazione, cioè deprezzamento della moneta. Le aziende ne approfittavano, dato che non avevano alcuno stimolo né a migliorare la propria efficienza né ad aumentare i salari, essendo sia la minore efficienza controbilanciata dal prezzo basso nell'export, sia il minore salario "garantito" da un più elevato potere d'acquisto.
Chi pensa che questi giochetti contabili potessero andare avanti a lungo, bisogna dirlo con chiarezza, è un illuso. Viceversa, ci siamo portati dietro un settore pubblico totalmente incapace di razionalizzare e contenere le sue spese e pretese; e un settore privato spesso incapace di evolversi verso più moderni metodi gestionali ed aziendali e di elevare nel contempo il salario dei dipendenti. Come ti insegnano tutti gli altri paesi del G7: prezzi bassi e salari bassi non devono necessariamente coincidere; così come economia di trasformazione e attività a basso valore aggiunto (produttività) non sono necessariamente la stessa cosa. Il mondo è radicalmente cambiato e noi siamo rimasti spesso fermi, come mentalità, a 30-40 anni fa.
Fino ai primi anni novanta eravamo arrivati ad essere la quarta potenza mondiale, con una industria fortissima. Poi dai primi anni duemila il declino, ora siamo usciti anche dai primi 10 e la discesa sembra inarrestabile.
DI quale innovazione parli? Perche come hai visto la produzione a basso costo la realizzi abbassando i salari s producendo con pratiche tipo quella del cronometrare il lavoratore quanto tempo impiega nello svolgere una certa mansione, come scritto sopra. E ci siamo arrivati comunque anche qua.
A me non sembra che manchi innovazione e creatività in Italia, anzi abbiamo eccellenze incredibili dell'alimentare all'abbigliamento, e tanti altri campi. Il problema ripeto è l'invasione di prodotti a basso costo dall'Asia e la contraffazione che fa il resto. Ma a questo punto siamo, un impoverimento continuo. Se poi consideri la contrattazione sempre al ribasso e lo scadimento delle produzioni industriali ecco che si ottiene la ricetta per un autentico disastro. Il modello asiatico importato in europa semplicemente non funziona e non potrà mai funzionare nonostante i governanti che vogliono imporlo ad ogni costo.