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  1. #1591
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    La crociata di Trump e RFK contro i vaccini

    Trump ha licenziato la capa dell'''organo di controllo della salute pubblica - Il Post

    metto qua perchè ha a che fare con la ricerca che a sua volta impatta l'economia.
    Stanno bloccando promettenti studi sull'utilizzo dei vettori mRNA per la cura dei tumori, già in fase sperimentale.
    https://themarketjourney.substack.com :
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  2. #1592
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    La crociata di Trump e RFK contro i vaccini

    Trump ha licenziato la capa dell'''organo di controllo della salute pubblica - Il Post

    metto qua perchè ha a che fare con la ricerca che a sua volta impatta l'economia.
    Stanno bloccando promettenti studi sull'utilizzo dei vettori mRNA per la cura dei tumori, già in fase sperimentale.
    Tra questa e quella della Cook non vorrei, anzi vorrei, avessero fatto traboccare il vaso.
    La Cook ha portato Trump in tribunale e questa pare abbia risposto "col cazzo".
    @snowaholic ho letto dal mitico Marione della vicenda Microstrategy e ho preparato i tappi per le orecchie per attutire il botto stile Tambora che si prepara...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  3. #1593
    Uragano
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    La crociata di Trump e RFK contro i vaccini

    Trump ha licenziato la capa dell'''organo di controllo della salute pubblica - Il Post

    metto qua perchè ha a che fare con la ricerca che a sua volta impatta l'economia.
    Stanno bloccando promettenti studi sull'utilizzo dei vettori mRNA per la cura dei tumori, già in fase sperimentale.
    Se gli USA non vogliono far fare questi studi sui vaccini tumorali, vengano a farli in Europa, Canada o altri paesi

  4. #1594
    Uragano
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Intanto, in 20 anni, leggevo, il debito pubblico in Francia è passato dal 65% al 115% del Pil.
    Deficit al 6,8%.
    Un'enormità

  5. #1595
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    E davvero il turismo quello che serve all'''economia italiana? - Il Post
    @FunMBnel

    L’evidenza statistica dice che generalmente più è alta l’incidenza del turismo sul PIL di un paese e più è basso il livello di reddito procapite. I paesi più ricchi e avanzati non puntano a vivere di turismo, mentre lo fanno di solito i paesi più poveri e in via di sviluppo.


    L’intuizione è che questi basano il loro modello economico sullo sfruttamento di ciò che hanno già, per esempio spiagge, montagne o luoghi culturali. È un qualcosa di simile a quello che succede ai paesi che vivono di risorse naturali, come il petrolio: sono in entrambi i casi risorse finite, il cui sfruttamento non può crescere all’infinito e può facilitare un’indolenza nello sviluppo di altri settori (con un fenomeno che in economia è chiamato la maledizione delle risorse).


    Il concetto centrale per capire la questione è la produttività, la misura dell’efficienza del sistema produttivo. Per spiegarlo in modo banale: tra due aziende che hanno le stesse spese, è più produttiva quella che riesce a generare più reddito. Un’azienda più produttiva è anche un’azienda più ricca, che può aumentare gli stipendi ai propri dipendenti, reinvestire i guadagni per diventare ancora più produttiva oppure creare utili per l’imprenditore.
    Nel settore turistico l’aumento della produttività incontra però evidenti limiti strutturali. Alberghi e ristoranti hanno un dato numero di stanze e tavoli e gli stabilimenti balneari non possono aumentare più di tanto la densità degli ombrelloni. I camerieri dei ristoranti riescono a servire in un’ora più o meno lo stesso numero di tavoli che probabilmente servivano i camerieri di quarant’anni fa, così come gli addetti alle pulizie degli alberghi riescono a pulire in un’ora più o meno lo stesso numero di stanze da decenni a questa parte.


    Ciò significa che le aziende turistiche possono aumentare la loro produttività fino a un certo punto, e che quindi hanno margini di crescita tutto sommato limitati: possono puntare sul fornire servizi di lusso, per aumentare i prezzi, ma è una scelta che non tutti possono fare e soprattutto che non aggira il problema della produttività.
    Questo vincolo alla crescita vale per molti settori a bassa produttività, come l’edilizia e in misura minore l’agricoltura, mentre non vale per i settori dove il ruolo della tecnologia ha grandi potenzialità di aumentarla.


    Gli economisti sostengono quindi che è sempre più conveniente che i paesi puntino sui settori ad alta produttività, come per esempio l’industria, i settori tecnologici, parte della manifattura, i servizi finanziari, e via così: sono quelli in cui il margine di crescita della produttività è maggiore, in cui le prospettive di crescita e sviluppo sono migliori, è maggiore anche il guadagno dei loro lavoratori e a cascata il contributo sull’intera economia e società.
    Non significa però che l’Italia dovrebbe smettere di curare del tutto il settore turistico – visto anche a quanti lavoratori assorbe, perlopiù tra la forza lavoro poco qualificata – ma che i governi dovrebbero tentare di dirottare gli investimenti su altro, e puntare alla formazione di lavoratori più istruiti che possano lavorare in settori a più alta potenzialità.
    Incentivare la forza lavoro a spostarsi sui settori più promettenti significa incentivarla anche ad avere stipendi più alti: secondo la teoria economica le retribuzioni infatti possono crescere solo insieme alla crescita della produttività. Che gli stipendi del settore turistico tendano a essere più stagnanti e bassi degli altri è cosa nota e strutturale. In Italia non solo la media delle paghe orarie del settore turistico è inferiore di circa un terzo rispetto a quella di tutti i lavoratori italiani, ma lo sono anche le paghe orarie dei lavoratori turistici pagati meglio. A questo si aggiunge che i lavoratori del settore subiscono anche una bassa qualità del lavoro, con contratti stagionali o precari e turni spesso estenuanti.


    Gli stipendi sono aumentati di pochissimo anche in questi anni di grandi rincari del settore. A fronte di una crescita del 13 per cento promessa entro il 2027 con il rinnovo del principale contratto del settore, i dati ISTAT dicono che gli imprenditori hanno aumentato i loro prezzi molto di più, andando quindi a ingrossare solo i loro profitti: da gennaio del 2021 a oggi il costo dei servizi ricettivi – cioè quelli di ristoranti, bar, alberghi e delle spiagge – è salito del 33 per cento; il costo di dormire fuori, in alberghi o in altri tipi di strutture, è aumentato del 55 per cento.


    Non sono rincari giustificati esclusivamente dall’aumento generalizzato dei costi per gli imprenditori: a fronte di un’aumento generale del costo della vita del 19 per cento ristoranti e alberghi hanno aumentato i loro prezzi rispettivamente di più di un terzo e di quasi il triplo. Il resto ha aumentato i loro profitti, e non gli stipendi dei dipendenti.


    Come ha spiegato in un’intervista a lavoce.info l’economista Riccardo Trezzi, che di questi temi si occupa da tempo, mentre il problema della bassa produttività accomuna il turismo di tutto il mondo, quello degli stipendi fermi e bassi è un problema particolarmente forte in Italia, dove il settore subisce tra le altre cose anche la scarsa concorrenza degli operatori (basta pensare all’annosa questione delle concessioni balneari) e una contrattazione dei sindacati talvolta inefficace. Il risultato è che se anche il settore aumenta i suoi profitti, questi andranno solo a beneficio dei proprietari delle aziende, senza una redistribuzione ai lavoratori e senza investimenti in produttività.
    Se poi a questo aggiungiamo anche i problemi qualitativi del turismo, come l’inquinamento legato ai trasporti, l’eccessivo sfruttamento del territorio, l’aumento del costo della vita e delle case per i residenti, la trasformazione dei centri storici, e via così, diventa chiaro che il turismo non ha grandi potenzialità di far crescere l’economia italiana, per com’è strutturato ora.
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  6. #1596
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    E davvero il turismo quello che serve all'''economia italiana? - Il Post
    @FunMBnel

    L’evidenza statistica dice che generalmente più è alta l’incidenza del turismo sul PIL di un paese e più è basso il livello di reddito procapite.
    [...]
    Tu pensa... Un settore a basso valore aggiunto implica redditi procapite più bassi.
    E la mancanza di concorrenza favorisce i rentier.
    E' davvero una rivelazione.
    Nelle discussioni economiche non ci aveva davvero mai pensato nessuno.
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  7. #1597
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Nel discorso rientra anche la ristorazione oltre agli stabilimenti ecc.
    Nel mio piccolo tocco con mano tutto il meccanismo di cui parla l'articolo.
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  8. #1598
    Uragano
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Anche la Spagna, come l'Italia, ha puntato molto sul turismo e non mi pare un paese sottosviluppato comunque

  9. #1599
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Anche la Spagna, come l'Italia, ha puntato molto sul turismo e non mi pare un paese sottosviluppato comunque
    Ma la Spagna non ha investito solo sul turismo, le politiche per risollevare l'economia dalla crisi economica post 2008 - 2010 sono state efficaci e hanno puntato molto anche su settori diversi dai servizi, con un aumento delle esportazioni.

    Poi certo, essendo uno dei paesi più turistici al mondo, il settore contribuisce molto, ma in certe zone è quasi eccessivo, a Gran Canaria ad esempio tutta la costa sud vive principalmente di turismo e senza di esso ci sarebbe poco.
    dalla storia si impara che non si impara dalla storia

  10. #1600
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Per la ristorazione c'è poi un capitolo a parte, perché ho avuto la fortuna di avere amici formatisi nel settore alberghiero, la maggior parte di loro ha cercato lavoro in settori con contratti più stabili e maggiori stipendi, mentre chi è rimasto a lavorare in sala ha preferito farlo sulle alpi svizzere, in inverno. Nonostante un costo della vita altissimo in loco, conveniva farlo. Nessuno è rimasto comunque a lungo qui in agriturismo, per esempio.
    dalla storia si impara che non si impara dalla storia

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