il punto è proprio questo. c'è parecchia ipocrisia da tutte le parti.
il problema è che chi è filo-palestinese non riesce a vedere il punto di vista della controparte e, viceversa, chi è filo-israeliano pure.
bisogna guardare col giusto distacco per capire meglio, secondo me.
è fuori da ogni legittimo dubbio che Israele è da decenni che compia dei soprusi vergognosi e che se li avesse fatti qualcun altro su altri popoli sarebbero intervenuti i caschi blu chissà quante volte, è anche però vero che dall'altra parte non c'è MAI stata apertura al dialogo, se non per convenienza per qualche tempo, poi la giostra è sempre ripartita.
pensa, io sto dalla parte dei palestinesi nel senso che è chiaramente un popolo soggiogato da chi ha più potere, però non si può dire che non ci sia del marcio anche tra di loro.
mi è rimasta impressa l'intervista all'ambasciatrice palestinese in Italia che, nonostante la domanda del giornalista riproposta 4 volte di fila, non è riuscita a condannare gli atti di Hamas.
questo fa capire che comunque di base c'è l'odio, che sia Hamas o un politico, c'è solo odio. e lo comprendo anche eh, solo che così facendo ti metti grosso modo sullo stesso piano.
lì la convivenza pacifica è IMPOSSIBILE. esiste solo se una delle due parti sparisce del tutto. finché la situazione è quella dal 48 in avanti, non esiste convivenza.
mettiamola anche terra terra: vuoi che un giovane attuale palestinese che si vede raso al suolo il 25% degli edifici in una settimana e mezza con migliaia di fratelli e amici morti, da grande, anche dovesse scoppiare la più grande pace tra i due popoli della storia, non odi un israeliano?
viceversa: vuoi che un giovane israeliano non odierà i palestinesi dopo l'attentato/guerra/invasione chiamalacomevuoi di Hamas?
per me è impossibile.
Si vis pacem, para bellum.
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