Il presidente non è sorpreso dalla Trimestrale e ai suoi ribadisce
"Ora tagli al cuneo fiscale e misure di rilancio delle piccole imprese"

"Ha ragione Monti, non c'è da essere contenti di questa
Trimestrale. Siamo la nazione che annaspa di più in Europa"
di SALVATORE TROPEA


Il presidente di Confindustria Montezemolo

ROMA - "Per chiunque gestisca il paese i numeri della trimestrale di cassa sono e restano preoccupanti". É questo il giudizio della Confindustria che verosimilmente è stato al centro delle telefonate e dei colloqui riservatissimi tra il presidente Luca Cordero di Montezemolo e i suoi più stretti collaboratori nel day after dei conti pubblici che, come è facile immaginare, hanno scavato ancor più il solco che divide i toni, alzando il livello d'allarme se mai ve ne fosse ancora bisogno nell'ultimo weekend prima delle elezioni politiche. Questa coincidenza temporale, in aggiunta alle polemiche dei giorni scorsi alimentate dalle differenti interpretazioni dei messaggi provenienti dal palazzo di Viale dell'Astronomia, ha consigliato la scelta di un diplomatico silenzio che tuttavia non cancella le inquietudini del mondo imprenditoriale italiano che ora guarda al dopo-elezioni e non può fare a meno di vederlo nel controluce di una spesa pubblica crescente contrapposta a un Pil inchiodato su incrementi da prefisso telefonico.

Montezemolo ha optato per un comportamento cauto che, raffreddando gli animi dopo le turbolenze di Vicenza e tenendosi a distanza di sicurezza dalle risse elettorali, gli consente di passare la nottata in attesa di un nuovo governo. Perciò a chi gli chiede un parere sulla trimestrale di cassa, come deve essere accaduto più volte nelle ultime quarantott'ore, si limita a rispondere riproponendo le prioritÃ* giÃ* da tempo indicate da Confindustria. Come dire che con queste, che sono il manifesto per l'impresa, il futuro governo dovrÃ* fare i conti. "Recupero della competitivitÃ*, cuneo fiscale, innovazione e ricerca, problema energetico, misure di sostegno e rilancio per le piccole e medie imprese": per Montezemolo sono questi i temi sui quali gli imprenditori aspettano risposte con un'"urgenza commisurata al fatto che l'Italia è il paese che annaspa più degli altri in Europa".


Pur in assenza di una presa di posizione esplicita si deve ragionevolmente escludere che i numeri della Trimestrale di cassa abbiano colto di sorpresa la Confindustria. Il silenzio di Montezemolo e dei vertici confederali col contrappunto dell'insistenza sulla prioritÃ* sono la testimonianza che essi non si erano fatti illusioni sullo stato di salute finanziario del paese. "I nostri uffici" è il commento di un vicepresidente attestato sulla linea di Montezemolo e perciò geloso dell'anonimato "avevano monitorato, come fanno da sempre, la situazione economica del 2005 e alla fine i risultati, soprattutto per quanto riguarda il tasso di crescita, non erano stati tali per cui si potesse ipotizzare un repentino cambiamento nei primi tre mesi di quest'anno. Quindi il problema non sta tanto nel contestare o meno dati scontati quanto nel cercare di invertire la rotta nel più breve tempo possibile".

Anche senza una conferma ufficiale attraverso dichiarazioni messe nere su bianco, non è difficile pensare che la Confindustria nutra qualche serio dubbio sull'attendibilitÃ* dei dati che li ritenga viziati da ottimismo letterale. Lo dice il fatto che Montezemolo condivide appieno lo "scetticismo" espresso dall'ex commissario europeo, Mario Monti, in risposta a Tremonti che scodellando i numeri della relazione trimestrale al "Workshop" The European House di Cernobbio sabato aveva fatto osservare che la sua impressione "è che l'economia italiana sia comunque in recupero". E proprio su quel ramo del lago di Como il professor Monti aveva pacatamente obiettato che se il valore di riferimento del disavanzo 2006 fosse confermato sul livello del 3,8 "sarebbe una notizia negativa di cui non c'è da essere contenti".

Dalla condivisione di questo scetticismo, oltre che dalle numerose perplessitÃ* ancorché prive di ufficialitÃ* per evitare il peggio, veniva la scelta di attesa vigile della Confindustria nel nuovo esecutivo sposato al convincimento che comunque "sarÃ* dura per chiunque governare seguendo un percorso virtuoso". Una posizione che a una lettura più attenta vuol dire un giudizio negativo sulla Trimestrale e l'allarme di quanti nel weekend appena trascorso si sono presi la briga di fare un raffronto tra i conti dell'Italia e quelli della Francia e della Germania.

Da Repubblica.it