Concessa la grazia a Bompressi

Napolitano ha firmato il decreto

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto per la concessione della grazia a Ovidio Bompressi, condannato con Adriano Sofri a 22 anni di carcere per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi il 17 maggio del 1972. Lo ha reso noto il Quirinale. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, aveva inviato al capo dello Stato il decreto di grazia per l'ex esponente di Lotta Continua.

Il nuovo Guardasigilli aveva deciso di imprimere una brusca accelerata alla vicenda. Arrivato il provvedimento per Bompressi, ora dovrebbe toccare ad Adriano Sofri, che invece la grazia non l'ha mai voluta chiedere, Mastella ha annunciato che arriverÃ* "entro l'anno". Lo stesso ministro ha sottolineato come "concedere la grazia a un uomo che vive gravi problemi di salute non significa automaticamente scomodare la categoria del perdono" e ha anche annunciato l'intenzione di incontrare i famigliari del commissario Calabresi.
Luigi Li Gotti, per anni avvocato della famiglia Calabresi e ora sottosegretario alla Giustizia, giudica "istituzionale e opportuna" la mossa di Mastella. "Da parte della famiglia Calabresi c'è‚ troppo rispetto per le istituzioni per sindacare qualsiasi decisione del presidente Napolitano - ha detto - Nel passato la grazia era stata prospettata come un atto di riparazione di un errore giudiziario e questo non era affatto gradito dalla famiglia Calabresi che ha sempre chiesto il rispetto di tutte le sentenze. La grazia è invece altro".
Il predecessore di Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, favorevole al provvedimento di clemenza, il 24 novembre del 2004 era stato bloccato dall'atteggiamento negativo dell'allora Guardasigilli, Roberto Castelli. Si era perciò rivolto alla Corte Costituzionale, sollevando un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Solo qualche settimana fa, pochi giorni prima della scadenza del Settennato di Ciampi, la Consulta ha chiarito che il potere di grazia spetta al capo dello Stato e il ministro della Giustizia non può porre alcun veto ostacolando la procedura.
Napolitano avrebbe potuto decidere, quindi in autonomia nel caso Mastella non fosse stato d'accordo. Ha deciso in base all'istruttoria giÃ* compiuta per Ciampi e aggiornata in questi giorni.


Non aggiungo alcun commento, rinnovo i miei complimenti. Bravi, bravi.