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L'addio di Veron: «Scelgo la famiglia, guadagnerò il 10 per 100 di quello che prendo in Italia» «Litigi a parole, mai mani addosso con Adriano. Ho fatto bene a dire no alla Juve».
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«Scusate se ho preso un po' di tempo, ma l'ho fatto per riflettere sulla situazione della mia famiglia. E alla fine ho deciso di rimanere in Argentina. Mi dispiace per l'Inter, ma da 10 anni giro il mondo. E lascio amici, compagni di squadra con cui ho diviso gioie e dolori».
Siamo all'addio. Quindi ai saluti. «Voglio ringraziare innanzitutto Massimo Moratti perché ha avuto fiducia in me in un momento non bello per me. Al di lÃ* dei risultati più o meno buoni, quello all'Inter è stato per me un periodo molto felice. In secondo luogo voglio ringraziare Branca e Oriali che hanno fatto di tutto per portarmi all'Inter. Con loro mi sono confidato e mi hanno appoggiato. Per ultimo un pensiero anche al mister: al mio compagno di tante battaglie. Pure lui ha fatto una scommessa, ma era quello che mi conosceva meglio...».
Ha un rimpianto? «Purtroppo sono arrivato tardi all'Inter. Mi sarebbe piaciuto vestire prima questa maglia. Ho dato tutto. E credo di meritare il rispetto di tutti. Fosse stato per il calcio sarei rimasto altri 2-3 anni in nerazzurro. Ma ho pensato alla famiglia».
Anche Shevchenko ha appena scelto di lasciare il Milan per andare al Chelsea. «Non conosco la situazione di Sheva. So solo che io andrò a guadagnare il dieci per cento di quel che guadagno ora in Europa. Lui ha ancora gli stimoli per mettersi in concorrenza. Io a Londra fui sfortunato, restai fuori tutta la stagione per infortunio. Lui trova un altro Chelsea: più organizzato».
Ci lascia con il tormentone Adriano. «Mi hanno dipinto come il
cattivo del film. In realtÃ* io parlo meno di tutti. E' vero, però, che mi prodigo perché tutti in squadra diano il massimo. Così spesso parlavo con Adriano: per fargli i complimenti o con parole dure quando era il caso. Forse c'è stata qualche parola a voce alta. Ma non gli ho mai messo le mani addosso».
Quale futuro vede per i nerazzurri? «Purtroppo l'Inter soffre una sindrome: non può aspettare. Ciò pesa nella programmazione. Prendiamo Mancini. Ha fatto bene, ma sui giudizi pesa il passato degli scudetti mancati. Comunque può fare un buon campionato. Non vado oltre, porta male. E poi senza i fattori esterni...».
A proposito. Visto che scandalo? «Ci hanno preso in giro. Non mi dispiace tanto per gli aspetti sportivi ed economici. Il problema è che ci avevano rubato l'illusione. Era ora che uscisse tutto allo scoperto. Che paghi chi ha sbagliato. Così potremo riportare le famiglie allo stadio e ricoltivare l'illusione».
Un anno fa la Juve, prima di dare l'assalto a Vieira, la tentò. «Ho fatto bene a dire no alla Juve.
Vincere così non è bello. Credo nella buona fede dei calciatori, ma non è felice neanche la loro situazione».
Il più bel ricordo di questa sua Italia? «Non so scegliere. Ho ancora negli occhi però la gioia del giorno del mio arrivo in Italia. Ne è valsa la pena».
(Fonte: Gazzetta dello Sport)
addio veron .

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