Secondo il mio modestissimo parere molti dei problemi di molti cristiani attuali derivano proprio da questa tua ultima considerazione: c'è l'istinto di chiudersi a riccio nei confronti del non fedele, ponendo la propria fede come garanzia di qualitÃ* personale.Originariamente Scritto da jacksinclaire
E questo non è bene, anzi: è male!
L'atteggiamento ultra-conservatore di molti cattolici (e purtroppo di molti preti) tende a far risaltare ancora di più queste idee, dimenticando e facendo dimenticare che essere cattolico oggi non deve per forza uguagliare l'essere cattolico nel 1600 (o nel 1940 se non vogliamo andare troppo indietro con gli anni).
Nei Promessi Sposi si racconta la storia della Monaca di Monza, persona OBBLIGATA al convento sin dalla nascita: nello stesso romanzo si narrano dei fatti non propriamente "conventuali" riguardo la stessa.
Sempre a quei tempi era abitudine inserire almeno un filgio in convento per garantirsi l'appoggio politico dei nobili di turno.
Oggi siamo nel 2000 (e un po'), il mondo è radicalmente e velocemente cambiato negli ultimi 40 anni e le grandi idee uscite dal Concilio Vaticano II talvolta fanno ancora fatica a trovare un'adeguata applicazione.
La fede non è una garanzia di qualitÃ*, non è il "bollino blu" che certifica l'anima: la fede è un Dono come ha giustamente sottilineato Giorgio e devo ringraziare parecchie persone per aver avuto la fortuna di "inciampare" in questo Dono (dopo una serie di coincidenze avvenute intorno ai 18 anni di etÃ* che non vi sto a raccontare).
Il cattolico del 2000 (e un po') deve capire che la fede va mostrata, va raccontata, va proposta: non va IMPOSTA come avveniva nel '600 da noi, come avviene oggi nel mondo islamico (mi fanno una pena quelle bambine di 8 anni che vedo in giro con il velo...).
La fede deve trasparire da ogni singola azione che compiamo ogni giorno, dal modo in cui viviamo e cerchiamo quegli stessi valori che Jack ha indicato poco prima.
La fede deve contagiare chi ci sta attorno, deve incuriosire chi ci sta attorno, deve far pensare chi ci sta attorno: solo il far pensare o il far parlare oggi è un grande successo.
Vorrei tanto riuscire in tutto questo, ma è difficile, tremendamente difficile: lo era nel 1600, lo è oggi dove la societÃ* sembrerebbe allontanare il pensare dalla vita quotidiana.
Qui in agorÃ* abbiamo la fortuna di parlare di queste cose e di esprimere ciascuno le proprie opinioni: mi rattrista invece notare come in tanti adolescenti/giovani di oggi questo problema non venga minimamente avvertito.
Non posso dire niente a chi mi dice "io non credo, io non mi interesso": dico soltanto che ancora oggi mi chiedo come sarebbe il mio vivere quotidiano se a 18 anni non fossi inciampato.
Stefano Giorgetti
always looking at the sky
Segnalibri