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  1. #1
    Vento forte L'avatar di verza81
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    Predefinito Vajont, per non dimenticare

    43 anni oggi dalla più grande tragedia italiana moderna.

    Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
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    http://meteoaltavillavicentina.altervista.org/

  2. #2
    Tesoriere MeteoNetwork L'avatar di fabry72
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da verza81
    43 anni oggi dalla più grande tragedia italiana moderna.
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    ---------------------
    always looking at the sky...

    Interista
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    ---------------------

    Ciao Ale!
    20/12/2009... La giornata Perfetta! Min. -10.2° - Max. -5.1°
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  3. #3
    Vento teso L'avatar di biddo
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da fabry72
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    e ogni volta mi emoziono....
    Bravo Verza che hai ricordato questo terribile anniversario
    "Cacche di piccione" ©

    il miglior combustibile è l'acqua...bisogna solo saperla accendere

    The Next One Hundred Years - Jonathan Weiner

  4. #4
    Bava di vento L'avatar di Iridium
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    9 ottobre 1963

    La frana che si staccò alle ore 22.39 dalle pendici settentrionali del monte Toc precipitando nel bacino artificiale sottostante aveva dimensioni gigantesche. Una massa compatta di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti furono trasportati a valle in un attimo, accompagnati da un'enorme boato. Tutta la costa del Toc, larga quasi tre chilometri, costituita da boschi, campi coltivati ed abitazioni, affondò nel bacino sottostante, provocando una gran scossa di terremoto. Il lago sembrò sparire, e al suo posto comparve una enorme nuvola bianca, una massa d'acqua dinamica alta più di 100 metri, contenente massi dal peso di diverse tonnellate. Gli elettrodotti austriaci, in corto-circuito, prima di esser divelti dai tralicci illuminarono a giorno la valle e quindi lasciarono nella più completa oscuritÃ* i paesi vicini.

    La forza d'urto della massa franata creò due ondate. La prima, a monte, fu spinta ad est verso il centro della vallata del Vajont che in quel punto si allarga. Questo consentì all'onda di abbassare il suo livello e di risparmiare, per pochi metri, l'abitato di Erto. Purtroppo spazzò via le frazioni più basse lungo le rive del lago, quali Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino.

    La seconda ondata si riversò verso valle superando lo sbarramento artificiale, innalzandosi sopra di esso fino ad investire, ma senza grosse conseguenze, le case più basse del paese di Casso. Il collegamento viario eseguito sul coronamento della diga venne divelto, così come la palazzina di cemento, a due piani, della centrale di controllo ed il cantiere degli operai. L'ondata, forte di più di 50 milioni di metri cubi, scavalcò la diga precipitando a piombo nella vallata sottostante con una velocitÃ* impressionante. La stretta gola del Vajont la compresse ulteriormente, facendole acquisire maggior energia.

    Allo sbocco della valle l'onda era alta 70 metri e produsse un vento sempre più intenso, che portava con se, in leggera sospensione, una nuvola nebulizzata di goccioline. Tra un crescendo di rumori e sensazioni che diventavano certezze terribili, le persone si resero conto di ciò che stava per accadere, ma non poterono più scappare. Il greto del Piave fu raschiato dall'onda che si abbatté con inaudita violenza su Longarone. Case, chiese, porticati, alberghi, osterie, monumenti, statue, piazze e strade furono sommerse dall'acqua, che le sradicò fino alle fondamenta. Della stazione ferroviaria non rimasero che lunghi tratti di binari piegati come fuscelli. Quando l'onda perse il suo slancio andandosi ad infrangere contro la montagna, iniziò un lento riflusso verso valle: una azione non meno distruttiva, che scavò in senso opposto alla direzione di spinta.

    Altre frazioni del circondario furono distrutte, totalmente o parzialmente: Rivalta, Pirago, Faè e Villanova nel comune di Longarone, Codissago nel comune di Castellavazzo. A Pirago restò miracolosamente in piedi solo il campanile della chiesa; la villa Malcolm venne spazzata via con le sue segherie. Il Piave, diventato una enorme massa d'acqua silenziosa, tornò al suo flusso normale solo dopo una decina di ore.

    Alle prime luci dell'alba l'incubo, che aveva ossessionato da parecchi anni la gente del posto, divenne realtÃ*. Gli occhi dei sopravvissuti poterono contemplare quanto l'imprevedibilitÃ* della natura, unita alla piccolezza umana, seppe produrre. La perdita di quasi duemila vittime stabilì un nefasto primato nella storia italiana e mondiale........... si era consumata una tragedia tra le più grandi che l'umanitÃ* potrÃ* mai ricordare.
    <img height="10" width="1">

    Da: www.vajont.net
    Ciao!
    Paolo
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  5. #5
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da fabry72
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    eccezionale documento.

    Marco Paolini è un grande.
    Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
    Villanova C.se (TO) 376 m slm



  6. #6
    Vento teso L'avatar di biddo
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da Iridium
    9 ottobre 1963

    La frana che si staccò alle ore 22.39 dalle pendici settentrionali del monte Toc precipitando nel bacino artificiale sottostante aveva dimensioni gigantesche. Una massa compatta di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti furono trasportati a valle in un attimo, accompagnati da un'enorme boato. Tutta la costa del Toc, larga quasi tre chilometri, costituita da boschi, campi coltivati ed abitazioni, affondò nel bacino sottostante, provocando una gran scossa di terremoto. Il lago sembrò sparire, e al suo posto comparve una enorme nuvola bianca, una massa d'acqua dinamica alta più di 100 metri, contenente massi dal peso di diverse tonnellate. Gli elettrodotti austriaci, in corto-circuito, prima di esser divelti dai tralicci illuminarono a giorno la valle e quindi lasciarono nella più completa oscuritÃ* i paesi vicini.

    La forza d'urto della massa franata creò due ondate. La prima, a monte, fu spinta ad est verso il centro della vallata del Vajont che in quel punto si allarga. Questo consentì all'onda di abbassare il suo livello e di risparmiare, per pochi metri, l'abitato di Erto. Purtroppo spazzò via le frazioni più basse lungo le rive del lago, quali Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana e San Martino.

    La seconda ondata si riversò verso valle superando lo sbarramento artificiale, innalzandosi sopra di esso fino ad investire, ma senza grosse conseguenze, le case più basse del paese di Casso. Il collegamento viario eseguito sul coronamento della diga venne divelto, così come la palazzina di cemento, a due piani, della centrale di controllo ed il cantiere degli operai. L'ondata, forte di più di 50 milioni di metri cubi, scavalcò la diga precipitando a piombo nella vallata sottostante con una velocitÃ* impressionante. La stretta gola del Vajont la compresse ulteriormente, facendole acquisire maggior energia.

    Allo sbocco della valle l'onda era alta 70 metri e produsse un vento sempre più intenso, che portava con se, in leggera sospensione, una nuvola nebulizzata di goccioline. Tra un crescendo di rumori e sensazioni che diventavano certezze terribili, le persone si resero conto di ciò che stava per accadere, ma non poterono più scappare. Il greto del Piave fu raschiato dall'onda che si abbatté con inaudita violenza su Longarone. Case, chiese, porticati, alberghi, osterie, monumenti, statue, piazze e strade furono sommerse dall'acqua, che le sradicò fino alle fondamenta. Della stazione ferroviaria non rimasero che lunghi tratti di binari piegati come fuscelli. Quando l'onda perse il suo slancio andandosi ad infrangere contro la montagna, iniziò un lento riflusso verso valle: una azione non meno distruttiva, che scavò in senso opposto alla direzione di spinta.

    Altre frazioni del circondario furono distrutte, totalmente o parzialmente: Rivalta, Pirago, Faè e Villanova nel comune di Longarone, Codissago nel comune di Castellavazzo. A Pirago restò miracolosamente in piedi solo il campanile della chiesa; la villa Malcolm venne spazzata via con le sue segherie. Il Piave, diventato una enorme massa d'acqua silenziosa, tornò al suo flusso normale solo dopo una decina di ore.

    Alle prime luci dell'alba l'incubo, che aveva ossessionato da parecchi anni la gente del posto, divenne realtÃ*. Gli occhi dei sopravvissuti poterono contemplare quanto l'imprevedibilitÃ* della natura, unita alla piccolezza umana, seppe produrre. La perdita di quasi duemila vittime stabilì un nefasto primato nella storia italiana e mondiale........... si era consumata una tragedia tra le più grandi che l'umanitÃ* potrÃ* mai ricordare.
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    Da: www.vajont.net
    ...e ad oggi, come per le altre nefandezze che seguirono, le pene per i colpevoli furono irrisorie.
    Tante cose sono cambiate, ma una cosa è rimasta la stessa:
    I colpevoli non pagano mai (specie se sono pesci grossi)
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  7. #7
    Burrasca L'avatar di Bellunese
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Bravo Verza

  8. #8
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da fabry72
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    Ti quoto e un grazie a Verza per averlo ricordato.

  9. #9
    Brezza leggera L'avatar di Alberto78
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da fabry72
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    Ricordo di aver visto lo spettacolo con la scuola!
    Di solito in queste occasioni si fa casino,ci si annoia e si segue distrattamente lo spettacolo,ma quel giorno no:teatro pieno di studenti che ridono e scherzano e sono felici di perdere ore noiose di scuola,poi entra Paolini e dopo 5 minuti silenzio assoluto,occhi fissi sul palco,non volava una mosca,nell'aria solo il racconto straziante di quell'immane tragedia annunciata.Tre ore di spettacolo,250 studenti ammutoliti,ogni tanto qualche singhiozzo di alcuni che non riuscivano a trattenere le lacrime!
    Una giornata che non dimenticherò mai!
    Grazie Verza.
    la felicita' di un attimo crea il ricordo di una vita

  10. #10
    Banned L'avatar di pio
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    migliana prato 605mt....abito a prato ma sono fiorentino di nascita!!
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    Predefinito Re: Vajont, per non dimenticare

    Citazione Originariamente Scritto da fabry72
    Consiglio a tutti di guardarsi il capolavoro di M.Paolini sul Vajont!
    Io ho a casa la cassetta... ogni tanto la riguardo e resto regolamente 3 ore inchiodato davanti alla tv!
    ...........anche io ho quel documento.........una tragedia immane conseguenza della inettitudine di pochi...........questi episodi devono fare capire che la gente comune e' solo carne da macello..........sia quando c'e' da mandarla in guerra con la scusa delle religioni sia per fatti sopracitati.......

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