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  1. #1
    Administrator forum MNW L'avatar di Adrisessanta
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    Predefinito Don Verzè: staccai la spina per lasciar morire un amico

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...3/vecchi.shtml


    Sono sempre stato convinto assertore dell'eutanasia. Ma dopo aver letto questa intervista qualche dubbio mi assale. Pur se vero che la richiesta di poter terminare la propria vita giunge dal diretto interessato, quando è un tuo intimo amico o peggio ancora familiare stretto come reagiresti?
    Ti sentiresti sicuro di saper prendere la decisione giusta anche nell'ottica della gravitÃ* delle condizioni dell'ammalato?

    Mi ha fatto molto riflettere il passaggio «Era molto presto, le sette del mattino. Piangendo dal cuore dissi: staccatelo»
    Ecco, piangere dal cuore è una di quelle situazioni della vita nelle quali non vorrei mai trovarmici e dover piangere dal cuore per una mia decisione credo porti con sè qualche anno di vita.
    Sapete perchè vi dico queste cose? Perchè ho ancora vivo il ricordo di quando dovetti decidere per la soppressione del mio cane. Successe poco più di un anno fa.
    Kira, affetta da una grave infezione che se la stava in pratica mangiando mi guardava distesa sul tavolaccio del veterinario mentre le parole di quest'ultimo risuonavano nella mia testa... il cane sta soffrendo tantissimo in questa situazione, potrei approfondire l'estensione del male con una radiografia, tenerlo in osservazione qualche giorno ma le dico subito che ben difficilmente glielo posso restituire vivo.

    Ecco, in quel momento, dallo sguardo di Kira mi parve di capire che volesse dirmi: <<Senti: io non potrò più farti compagnia nelle tue passeggiate nei boschi. Non prolungare la mia sofferenza e fa quel che ti consiglia il veterinario>>

    Fu così che acconsentii alla soppressione.
    Ricordo come fosse ora quel che avvenne: la prima iniezione di un tranquillante per addormentarla... il veterinario che mi chiede se deve proseguire... seguì un lungo silenzio da parte mia, mentre continuavo ad accarezzare la mia Kira che lentamente si stava assopendo... ma in quell'attimo passò davanti a me una decina di anni della mia vita, da quel pomeriggio di metÃ* gennaio del 1995 quando portai a casa quel batuffolino peloso, a come si era affezionato a me ed alla mia famiglia regalandoci affetto sincero senza pretender nulla in cambio se non una ciotola di cibo e acqua fresca.
    Le tante corse nei sentieri sotto casa, i bagni nel fiume, i nivo-tour per i boschi durante le nevicate...

    Feci un cenno di assenso col capo, la seconda iniezione non tardò a provocare i suoi effetti e Kira, respirando sempre più flebilmente passò dal sonno alla morte tra le mie braccia.
    In quel momento credo proprio di aver pianto col cuore e la sensazione che mi pervase fu il dubbio di aver agito nel giusto.

    In conclusione non vorrei MAI trovarmi nella situazione di dover prendere una simile decisione, magari per un essere umano!



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

  2. #2
    Tempesta violenta L'avatar di Tex
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    Laima (TY)
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    Predefinito Re: Don Verzè: staccai la spina per lasciar morire un amico

    Citazione Originariamente Scritto da Adriano 60
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...3/vecchi.shtml


    Sono sempre stato convinto assertore dell'eutanasia. Ma dopo aver letto questa intervista qualche dubbio mi assale. Pur se vero che la richiesta di poter terminare la propria vita giunge dal diretto interessato, quando è un tuo intimo amico o peggio ancora familiare stretto come reagiresti?
    Ti sentiresti sicuro di saper prendere la decisione giusta anche nell'ottica della gravitÃ* delle condizioni dell'ammalato?

    Mi ha fatto molto riflettere il passaggio «Era molto presto, le sette del mattino. Piangendo dal cuore dissi: staccatelo»
    Ecco, piangere dal cuore è una di quelle situazioni della vita nelle quali non vorrei mai trovarmici e dover piangere dal cuore per una mia decisione credo porti con sè qualche anno di vita.
    Sapete perchè vi dico queste cose? Perchè ho ancora vivo il ricordo di quando dovetti decidere per la soppressione del mio cane. Successe poco più di un anno fa.
    Kira, affetta da una grave infezione che se la stava in pratica mangiando mi guardava distesa sul tavolaccio del veterinario mentre le parole di quest'ultimo risuonavano nella mia testa... il cane sta soffrendo tantissimo in questa situazione, potrei approfondire l'estensione del male con una radiografia, tenerlo in osservazione qualche giorno ma le dico subito che ben difficilmente glielo posso restituire vivo.

    Ecco, in quel momento, dallo sguardo di Kira mi parve di capire che volesse dirmi: <<Senti: io non potrò più farti compagnia nelle tue passeggiate nei boschi. Non prolungare la mia sofferenza e fa quel che ti consiglia il veterinario>>

    Fu così che acconsentii alla soppressione.
    Ricordo come fosse ora quel che avvenne: la prima iniezione di un tranquillante per addormentarla... il veterinario che mi chiede se deve proseguire... seguì un lungo silenzio da parte mia, mentre continuavo ad accarezzare la mia Kira che lentamente si stava assopendo... ma in quell'attimo passò davanti a me una decina di anni della mia vita, da quel pomeriggio di metÃ* gennaio del 1995 quando portai a casa quel batuffolino peloso, a come si era affezionato a me ed alla mia famiglia regalandoci affetto sincero senza pretender nulla in cambio se non una ciotola di cibo e acqua fresca.
    Le tante corse nei sentieri sotto casa, i bagni nel fiume, i nivo-tour per i boschi durante le nevicate...

    Feci un cenno di assenso col capo, la seconda iniezione non tardò a provocare i suoi effetti e Kira, respirando sempre più flebilmente passò dal sonno alla morte tra le mie braccia.
    In quel momento credo proprio di aver pianto col cuore e la sensazione che mi pervase fu il dubbio di aver agito nel giusto.

    In conclusione non vorrei MAI trovarmi nella situazione di dover prendere una simile decisione, magari per un essere umano!
    Come non quotarti.
    ...when the night has come
    and the land is dark
    and the moon is the only light we'll see...

  3. #3
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Don Verzè: staccai la spina per lasciar morire un amico

    Citazione Originariamente Scritto da Adriano 60
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...3/vecchi.shtml


    Sono sempre stato convinto assertore dell'eutanasia. Ma dopo aver letto questa intervista qualche dubbio mi assale. Pur se vero che la richiesta di poter terminare la propria vita giunge dal diretto interessato, quando è un tuo intimo amico o peggio ancora familiare stretto come reagiresti?
    Ti sentiresti sicuro di saper prendere la decisione giusta anche nell'ottica della gravitÃ* delle condizioni dell'ammalato?

    Mi ha fatto molto riflettere il passaggio «Era molto presto, le sette del mattino. Piangendo dal cuore dissi: staccatelo»
    Ecco, piangere dal cuore è una di quelle situazioni della vita nelle quali non vorrei mai trovarmici e dover piangere dal cuore per una mia decisione credo porti con sè qualche anno di vita.
    Sapete perchè vi dico queste cose? Perchè ho ancora vivo il ricordo di quando dovetti decidere per la soppressione del mio cane. Successe poco più di un anno fa.
    Kira, affetta da una grave infezione che se la stava in pratica mangiando mi guardava distesa sul tavolaccio del veterinario mentre le parole di quest'ultimo risuonavano nella mia testa... il cane sta soffrendo tantissimo in questa situazione, potrei approfondire l'estensione del male con una radiografia, tenerlo in osservazione qualche giorno ma le dico subito che ben difficilmente glielo posso restituire vivo.

    Ecco, in quel momento, dallo sguardo di Kira mi parve di capire che volesse dirmi: <<Senti: io non potrò più farti compagnia nelle tue passeggiate nei boschi. Non prolungare la mia sofferenza e fa quel che ti consiglia il veterinario>>

    Fu così che acconsentii alla soppressione.
    Ricordo come fosse ora quel che avvenne: la prima iniezione di un tranquillante per addormentarla... il veterinario che mi chiede se deve proseguire... seguì un lungo silenzio da parte mia, mentre continuavo ad accarezzare la mia Kira che lentamente si stava assopendo... ma in quell'attimo passò davanti a me una decina di anni della mia vita, da quel pomeriggio di metÃ* gennaio del 1995 quando portai a casa quel batuffolino peloso, a come si era affezionato a me ed alla mia famiglia regalandoci affetto sincero senza pretender nulla in cambio se non una ciotola di cibo e acqua fresca.
    Le tante corse nei sentieri sotto casa, i bagni nel fiume, i nivo-tour per i boschi durante le nevicate...

    Feci un cenno di assenso col capo, la seconda iniezione non tardò a provocare i suoi effetti e Kira, respirando sempre più flebilmente passò dal sonno alla morte tra le mie braccia.
    In quel momento credo proprio di aver pianto col cuore e la sensazione che mi pervase fu il dubbio di aver agito nel giusto.

    In conclusione non vorrei MAI trovarmi nella situazione di dover prendere una simile decisione, magari per un essere umano!
    guarda, ricordo gli occhi di mio padre mentre lo assistevo nel mio turno notturno la sera prima che morisse...

    con gli occhi chiedeva di porre fine a quel calvario. avessi avuto il potere di farlo, lo avrei fatto, SENZA ALCUNA ESITAZIONE.

    ho vissuto un'esperienza devastante, vedere il propriio padre spegnersi, ridursi ad uno scheletro, che continuava con gli occhi a chiedere di porre fine a quel supplizio, e noi inermi senza poter fare niente.

    sei mesi, sei mesi è durato quel calvario.

    è stato il periodo più tremendo della mia vita, avessi avuto il potere di porre fine a quella tortura per il suo corpo e soprattutto la sua mente credo che lo avrei fatto, anche se non sarebbe stato facile.

    gli occhi di quella sera non li dimenticherò mai mai e mai più.
    Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
    Villanova C.se (TO) 376 m slm



  4. #4
    Administrator forum MNW L'avatar di Adrisessanta
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    Predefinito Re: Don Verzè: staccai la spina per lasciar morire un amico

    Citazione Originariamente Scritto da roby4061
    guarda, ricordo gli occhi di mio padre mentre lo assistevo nel mio turno notturno la sera prima che morisse...

    con gli occhi chiedeva di porre fine a quel calvario. avessi avuto il potere di farlo, lo avrei fatto, SENZA ALCUNA ESITAZIONE.

    ho vissuto un'esperienza devastante, vedere il propriio padre spegnersi, ridursi ad uno scheletro, che continuava con gli occhi a chiedere di porre fine a quel supplizio, e noi inermi senza poter fare niente.

    sei mesi, sei mesi è durato quel calvario.

    è stato il periodo più tremendo della mia vita, avessi avuto il potere di porre fine a quella tortura per il suo corpo e soprattutto la sua mente credo che lo avrei fatto, anche se non sarebbe stato facile.

    gli occhi di quella sera non li dimenticherò mai mai e mai più.
    Sono situazione che vanno vissute singolarmente per poter capire.
    Di mio posso dire di aver assistito in casa mio suocero malato terminale di tumore ai polmoni con successive metastasi al cervello.
    Probabilmente l'evoluzione della malattia è stata talmente veloce da attenuare le sofferenze e per questo non mi è mai passata nemmeno per la mente l'idea di porre fine prematuramente alla sua esistenza.
    L'unico dubbio che ci ha attanagliato (io e mia moglie) per qualche giorno è stato il fatto se portarlo o meno in uno di quei centri specializzati per i terminali. Avevamo infatti il terrore che potesse avere una crisi e non essere in grado di porre in atto quei rimedi per fargliela superare.
    Tuttavia convenemmo che la soluzione migliore sarebbe stata quella di far si che morisse nel proprio letto, circondato dall'affetto nostro.
    Purtroppo, quando si stava pensando al trasferimento nella sua casa, consapevoli che oramai erano solo giorni od ore che ci saperavano dal distacco morì nella nostra casa in pochi minuti una sera mentre lo stavamo cambiando.



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

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