notizia terribile

**bufera87** · 19/10/2006, 14:04

Originariamente Scritto da meteopadova.it

Michele,la malattia a volte ti fa schiavo purtroppo; l'essere sempre allegro era la doverosa contropartita per far vedere la propria forza agli altri (essendo manager doveva essere brillante sempre),ma nel suo cuore sapeva di questa sua debolezza e per non farla venir fuori ha preferito lasciare questo mondo.

si, penso sia cosÃ¬...

**Alberto78** · 19/10/2006, 14:14

Io sono d'accordo con quanto detto da Michele e ne parlo anche per esperienza personale(non diretta):non Ã¨ sempre facile dire:"ho un problema,ho bisogno di aiuto",sopratutto se hai una malattia che non si manifesta con un dolore fisico,ma Ã¨ un dolore dell'anima.La paura piÃ¹ grande della persona che soffre Ã¨ quella di non essere capita,di sentirsi dire che non Ã¨ nulla,che tutti abbiamo dei periodi neri e intanto il dramma avanza sempre di piÃ¹ e ci si chiude in un silenzio di piombo,si cerca di rimuovere il problema e di far finta che tutto sia a posto.I segnali ci sono,ma devono essere interpretati dalle persone vicine ad accorgersi che c'Ã¨ qualcosa che non va.
Ma molto spesso si Ã¨ presi da questa vita frenetica che ti porta a pensare solo a te stesso e non ti fa guardare piÃ¹ in lÃ* del tuo naso.
Bufera,il discorso non Ã¨ assolutamente riferito alla famiglia del tuo amico,ma Ã¨ un dicorso generale.

**Lucas** · 19/10/2006, 15:14

Pur non conoscendo la vicenda in questione, mi sento di scrivere che queste tragedie sono anche figlie della cultura di oggi che crea mostri simili a "the truman show". L'allegria a volte nasconde una profonda insoddisfazione e frustrazione e chissÃ* cos'altro, cose insite nel profondo dell'animo, che prima o poi esplodono , come un proclama mussoliniano, nelle piÃ¹ aberranti tragedie.
Non hanno nemmeno colpa gli altri, in quanto a volte solo la persona sa che c'Ã¨ qualcosa che non va dentro di sÃ¨, ma nulla traspare all'esterno.
Che dio vegli sui familiari.

ciao

**slurp** · 19/10/2006, 18:24

Originariamente Scritto da Alberto78

Io sono d'accordo con quanto detto da Michele e ne parlo anche per esperienza personale(non diretta):non Ã¨ sempre facile dire:"ho un problema,ho bisogno di aiuto",sopratutto se hai una malattia che non si manifesta con un dolore fisico,ma Ã¨ un dolore dell'anima.La paura piÃ¹ grande della persona che soffre Ã¨ quella di non essere capita,di sentirsi dire che non Ã¨ nulla,che tutti abbiamo dei periodi neri e intanto il dramma avanza sempre di piÃ¹ e ci si chiude in un silenzio di piombo,si cerca di rimuovere il problema e di far finta che tutto sia a posto.I segnali ci sono,ma devono essere interpretati dalle persone vicine ad accorgersi che c'Ã¨ qualcosa che non va.
Ma molto spesso si Ã¨ presi da questa vita frenetica che ti porta a pensare solo a te stesso e non ti fa guardare piÃ¹ in lÃ* del tuo naso.
Bufera,il discorso non Ã¨ assolutamente riferito alla famiglia del tuo amico,ma Ã¨ un dicorso generale.

Penso che tu abbia centrato il punto: Ã¨ piÃ¹ una questione di rapporti con il mondo esterno che con i propri risultati. Non se ne parla... certo a chi vuoi parlarne. Se ci si sente inutili/scartati/incompresi, Ã¨ perchÃ¨ qualcuno ce l'ha detto, ce l'ha fatto intendere. Non si ha fiducia negli altri, non si crede piÃ¹ a nessuno, si aspetta sempre che compaia qualcuno che ti dica che vali, che sei importante, che per lui conti; non si cerca una persona che ti faccia mille complimenti solo perchÃ¨ hai detto "ho un problema". Son capaci tutti cosÃ¬.

Enrico_3bmeteo · 19/10/2006, 18:33

Non ci sono parole...

**bufera87** · 19/10/2006, 19:58

mi sto pian piano rendendo conto del peso della cosa...soprattutto pensando al mio amico, a suo fratello e alla moglie, che mia mamma conosce benissimo perchÃ¨ amiche di lunga data.
nella lettera che ha lasciato, desidera chieder scusa per il dolore recato ai famigliari, ma non riusciva a uscire dalla sua condizione.
che triste fine per un buon uomo!

**schnee91** · 19/10/2006, 20:01

Za · 19/10/2006, 21:40

Originariamente Scritto da bufera87

mi sto pian piano rendendo conto del peso della cosa...soprattutto pensando al mio amico, a suo fratello e alla moglie, che mia mamma conosce benissimo perchÃ¨ amiche di lunga data.
nella lettera che ha lasciato, desidera chieder scusa per il dolore recato ai famigliari, ma non riusciva a uscire dalla sua condizione.
che triste fine per un buon uomo!

Cosa terribile. null'altro da dire.