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Vento fresco
Una bella lista di SPRECHI e SPERPERI italiani....
.....facciamo qui di seguito una bella lista sugli sprechi italiani, senza eccessivi commenti per non appesantire il tutto. Questo sono i primi che mi sono capitati or ora sotto gli occhi, un po' di esempi per i manager:
Giancarlo Cimoli mministratore delegato e presidente di Alitalia ha dichiarato 2 milioni e 700 mila euro senza contare la lauta liquidazione ottenuta dalle Ferrovie dopo il suo passaggio all'Alitalia (intorno ai 6,7 milioni di euro). Il suo stipendio (si fa per dire) è aumentato in un anno del 23%. Per essere più precisi: dai 2 milioni e 269mila euro annui del 2004 è passato ai 2 milioni e 786mila del 2006.
Elio Catania dichiara 2.500.000 euro. Ex presidente e amministratore delegato di Fs, pare sia stato liquidato con una buonuscita di 7 milioni circa. Da notare che sono di 1,3 miliardi le perdite dichiarate dalle Fs per il 2006, mentre nel 2003 l'utile era di 31 milioni
Massimo Sarni 1.296.000 euro. Amministratore delegato Poste Italiane, ha uno stipendio di quasi un milione e trecento mila euro. Negli ultimi quattro anni, alle Poste in pratica è stata cambiata tutta la prima linea dirigenziale con una spesa per le buonuscite di almeno 8 milioni di euro, applicando a quasi tutti la regola del tre, cioè l'equivalente di tre anni di stipendio in cambio delle dimissioni.
Vittorio Grilli ex Ragionerie Generale dello Stato e attualmente Direttore Generale del Tesoro oltre che presidente dell'Istituto Italiano di Tecnologia, denuncia 511 mila euro all'anno guadagnati in Italia e 1 milione e 800 mila euro all'estero.
Corrado CalabròPresidente dell'Authority delle Telecomunicazioni, guadagna 440 mila euro l'anno
Paolo Scaroni se ne va da Enel con 10 milioni di euro, di 5 milioni di liquidazione. Inciampa in Mani pulite, per tangenti ai politici, patteggia la pena, va in Inghilterra torna in Italia con il governo Berlusconi che lo nimina all'Enel. Nei tre anni di gestione gestione le bollette salgono del 3,5%, le bollette più care d'Europa. Le riconversioni promesse non sono state fatte. Scaroni va all'Eni dove prende uno stipendio di 1 milione e mezzo di euro l'anno. Mincato aveva preso una liquidazione di 9 milioni e 600 euro. Se Scaroni se ne va prenderà tre anni di stipendio
Annibale Marini il presidente della Corte Costituzionale (quarta carica dello Stato) ha uno stipendio di circa 400 mila euro lordi l'anno, cioè 1/5 in più di quanto spetta a ciascuno degli altri 14 giudici della Consulta. A loro volta costoro percepiscono circa 28 mila euro al mese, pari al 50% in più del Primo Presidente della Cassazione, cioè del numero 1 dei magistrati ordinari di carriera. Ogni ex presidente della Consulta ha diritto in vita al titolo di «emerito» e ad un’auto blu con autista. Dopo la sua morte gli sarà invece intitolata in sua memoria una strada a Roma nel quartiere Aurelio per effetto di una vecchia delibera della giunta Rutelli
......per non parlare dei vari presidenti ed amministratore delegato di Sviluppo Italia, o l'ANAS etc etc
Eni, Enel, Alitalia, Anas, Ferrovie dello Stato, Sviluppo Italia sono le grandi aziende pubbliche che dovrebbero far funzionare i servizi nel nostro Paese e sviluppare attività.
Nei loro Consigli d’Amministrazione siedono manager noti e ben retribuiti che in genere vengono sostituiti quando cambia il governo. Il numero minimo di consiglieri previsto per far funzionare un Cda sarebbe di 3, ma alle Poste sono 11 così come per Fincantieri. La Rai ne ha 9, il Poligrafico dello stato 10, Alitalia e Ferrovie 5. All’Eni i consiglieri sono 12 e all’Enel 9.
I Cda costano tanto,anche perché ogni azienda a sua volta ha delle società controllate e cosí i consiglieri aumentano: 111 per le Poste, 197 per la Rai, 165 per l’Enel e addirittura 316 per le Ferrovie. Il Cda dell’Enel, per esempio, costa dai 3 ai 15 milioni di euro ogni anno, dipende dalle liquidazioni che vengono elargite ai grandi manager. L’anno scorso l’ex amministratore delegato Paolo Scaroni se n’è andato con 5 milioni 997 mila e 675 euro ed anche l’amministratore delegato di Ferrovie, Elio Catania, è stato liquidato con più di 5 milioni di euro.
Alitalia è in passivo ma l’amministratore delegato, Giancarlo Cimoli prende 2 milioni e 800.000 euro l'anno,quattro volte lo stipendio dell'amministratore delegato di KLM e il triplo rispetto a quello di British Airways, due compagnie che hanno bilanci in utile.
Siamo il paese d’Europa con i manager e gli amministratori più pagati ma ai buoni stipendi non sempre corrispondono buoni risultati. Cos'è per esempio Sviluppo Italia? Cosa fa e quali cifre manovra? Cosa succede nei consigli d'amministrazione di Anas
l’Italia è piena di casi di gente che sta in più di un CDA. Mario Virano, ex Amministratore Delegato della Sitaf, mentre stava nel consiglio di Anas era anche Presidente dell’osservatorio sulla Tav e Amministratore della Musinet Engineering, di cui l’ Anas ha il 60%. Tutte aziende che si occupano di infrastrutture e progettano strade. Possiamo parlare di conflitto di interesse
Lavorare per Sitaf è come lavorare per Anas visto che Anas è il maggior azionista di Sitaf .E poi arriva Di Pietro e sfiducia tutto il consiglio di amministrazione. Il 20 luglio arrivano le nuove nomine. Presidente è Pietro Ciucci, che è anche Amministratore Delegato della Società Stretto di Messina. Dei 4 consiglieri 2 sono dell’Italia dei Valori, il partito del ministro Di Pietro.!!!!.alla fine sono tutti alle poltrone!!!
E poi…
Sviluppo Italia nasce tra il ’99 e il 2000, pensata dal governo Prodi e realizzata da quello d’ Alema. Ha 9 consiglieri ma se si aggiungono le controllate diventano 176. Doveva attrarre investimenti dall’estero e razionalizzare lo sviluppo al sud. Una specie di nuova cassa per il mezzogiorno. Mette insieme 6 società pubbliche con una dote di porti, villaggi, immobili e un capitale di 2000 miliardi di lire e circa 800 dipendenti. Fino ad oggi Sviluppo Italia ha speso 6 miliardi di euro ha 1600 addetti e 118 società, di cui anche 86 partecipazioni in imprese private: si vada da Raphael, azienda alberghiera di cui è socio anche il governatore siciliano Cuffaro, a Frame società napoletana che fa servizi televisivi, da ITC a Sistex, imprese in fallimento.
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