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LA MANIFESTAZIONE PRO-EBRAICA A ROMA
Sinistra divisa da una fiaccolata
«La Palestina è il grande assente»
Roma. Per il premier Berlusconi le dichiarazioni di Mahmoud Ahmadinejad sono «folli». Per il leader Ds Fassino quella del presidente di Teheran, conservatore e populista, è «una pericolosa guerra ideologica». Un inedito schieramento di forze politiche, trasversale a tutti i partiti, respinge duramente al mittente le «provocazioni», l’«oltraggio» del presidente iraniano, secondo il quale sarebbe «ora di cancellare lo Stato di Israele dalle carte geografiche». E di ora in ora crescono le adesioni alla manifestazione pro-Israele organizzata per giovedì sera a Roma, dal direttore del «Foglio» Giuliano Ferrara, davanti all’ambasciata iraniana.
Ma alla fiaccolata, seguita in diretta da «Speciale Tg2» e da Sky Tg24, i politici andranno in ordine sparso, insieme ad esponenti del mondo del volontariato, della societÃ* civile e a singoli cittadini. Il Ds Piero Fassino sarÃ* al fianco del presidente di An Gianfranco Fini, Francesco Rutelli con Enzo Bianco (Margherita) insieme al leghista Roberto Calderoli, il segretario Udc Lorenzo Cesa, insieme all’ex Marco Follini, Clemente Mastella (Udeur) accanto ai radicali Marco Pannella e Emma Bonino, che però non vuole aggregati all’Unione. ParteciperÃ* pure l’ex superavversario del Foglio Antonio Di Pietro. SarÃ* in prima fila il sindaco della capitale, Walter Veltroni, insieme al governatore del Lazio Piero Marrazzo e al presidente della provincia Enrico Gasbarra. Diserteranno invece i rappresentati della sinistra radicale. «Aderirei alla manifestazione di Ferrara solo con altre parole d’ordine», fa sapere Fausto Bertinotti, che capisce il sì di Fassino. Per andare a presidiare i cancelli dell’ambasciata di Teheran insomma il leader di Rifondazione pone una condizione: «Sostenere insieme il diritto degli israeliani a difendere il loro Stato e quello dei palestinesi ad averne uno. Due popoli, due Stati».
«Aderisce» invece, ma non partecipa Arturo Parisi. Il presidente dell’assemblea federale della Margherita chiarisce che non vuole che il suo «no» al presidente iraniano «sia trasformato in un sì alla politica di George W.Bush e alle tesi di Oriana Fallaci». Una presa di posizione che Giuliano Ferrara invita a «riconsiderare». Poichè non è richiesto di condividere le sue opinioni, ma solo il documento firmato dai promotori. I Verdi invece anticiperanno di un giorno la protesta. E dopo la polemica innescata dal portavoce della comunitÃ* romana Riccardo Pacifici («chi non parteciperÃ* sarÃ* considerato nemico non solo di Israele ma anche degli ebrei italiani») interviene il presidente dell’Unione delle comunitÃ* ebraiche Amos Luzzato, che giudica «opportuna» l’iniziativa di Ferrara. E fa precisi distinguo: «Non giudicherÃ* l’assenza dei singoli cittadini, ma valuterÃ* i no dei partiti». Non proprio un ricatto, ma quasi.
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ma berlusconi è lo stesso che ha detto "Scongiurai Bush di non fare la guerra in Iraq"
il bello è che poi dicono che bush tiene molto in considerazione l'italia
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