Scusa Claudio, rispondo qui con un nuovo thread al tuo messaggio sulla 194, perchè l'argomento è talmente vasto che andremmo OT nell'altro thread.
Riporto il tuo messaggio:
Aborto : reputo inutile discutere questa legge con i cattolici : l'accordo è
impossibile; dico solo che la parte DEBOLE è la DONNA, ancor prima del
bambino! (Pensa a una STUPRATA....gliela facciamo fare PER FORZA,
sta Gravidanza ??! Ah pensa che bello quando guarderÃ* in faccia il suo
bambino e magari vi riconocerÃ* i lineamenti del "Padre"...)
La legge 194 è lo Stato dell'Arte : se NON vuoi abortire, nessuno ti obbligherrÃ*...
se vuoi, sei TUTELATA...
sono, per una volta tanto , con lo striscione femminista che recita
"LA 194 NON SI TOCCA!"
Sarò lunghissimo
Partiamo dai fatti.

Seveso - 10 luglio 1976, ore 12:37
http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=584

Nello stabilimento chimico dell' ICMESA una valvola di sicurezza del reattore A-101 esplode provocando la fuoriuscita di alcuni chili di diossina nebulizzata. (la quantitÃ* esatta non è quantificabile, qualcuno dice 10-12 chili, altri di appena un paio). Il vento disperde la nube tossica verso est; nella Brianza. Il giorno dopo, domenica 11 luglio, nel pomeriggio, due tecnici dell'ICMESA si recano dal sindaco di Seveso, Emilio Rocca, per metterlo al corrente di ciò che è accaduto nello stabilimento e rassicurandolo che la situazione non desta preoccupazioni perché è giÃ* tutto sotto controllo. Dopo 4 giorni dall'incidente inizia la moria degli animali, muoiono galline, uccelli, conigli. Le foglie degli alberi ingialliscono e cadono, e gli alberi in breve tempo muoiono come tutte le altre piante. Nell'area interessata vivono circa 100.000 persone. E solo dopo pochi giorni si verificano i primi casi d'intossicazione nella popolazione. Il giorno 15 il sindaco emana un ordinanza di emergenza: divieto di toccare la terra, gli ortaggi, l'erba e di consumare frutta e verdure, animali da cortile, di esporsi all'aria aperta. Si consiglia un'accurata igiene della persona e dell'abbigliamento. Ci sono i primi ricoveri in ospedale e gli operai dell'ICMESA si rifiutano di continuare a lavorare. Soltanto il 17 luglio appaiono i primi articoli sul "Giorno" e sul "Corriere della Sera".


Luglio 1976 - "Operazione Seveso", Il "caso Mangiagalli"
Inserita nel complesso ospedaliero degli Istituti Clinici di Perfezionamento, la clinica Mangiagalli di Milano non è nuova a polemiche aventi per oggetto l’aborto. Nel luglio del 1976, a poco più di un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dilatato i confini dell’aborto terapeutico (2), e mentre era in corso in Parlamento e nel paese il dibattito per la legalizzazione dell’aborto stesso, tre medici in servizio presso la clinica — Francesco Dambrosio, Bruno Brambati e Mauro Buscaglia — si recano a Seveso, in Brianza, dove si è sprigionata una nube tossica di diossina dallo stabilimento ICMESA, e si inseriscono in una ben orchestrata campagna politica allo scopo di dissuadere le donne del luogo in stato di gravidanza dal mettere al mondo figli per timore di malformazioni: trentatrè di esse, anche sulla base dell’opera di "sensibilizzazione" svolta dai tre medici, decidono di abortire e si ricoverano alla clinica Mangiagalli (3); è appena il caso di ricordare l’effetto propagandistico d’importanza tutt’altro che secondaria avuto dall’"operazione Seveso" ai fini dell’approvazione della legge n. 194.

A quel tempo era in corso nel Parlamento italiano e nel paese il dibattito per la legalizzazione dell’aborto e proprio nel luglio del 1976, a poco più di un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dilatato i confini dell’aborto terapeutico, a Seveso- in Brianza, si era sprigionata una nube tossica di diossina dallo stabilimento ICMESA. Si disse che la diossina era teratogena e che sarebbero nati bambini affetti da malformazioni.

Alcuni medici della Mangiagalli si recarono sul luogo, inserendosi in una campagna politica ben orchestrata, allo scopo di dissuadere le donne in stato di gravidanza dal mettere al mondo figli con rischio malformativo. Trentatrè donne gravide, anche sulla base dell’opera di "sensibilizzazione" svolta da questi colleghi, decisero di abortire e si ricoverarono alla clinica Mangiagalli di Milano. E’ inutile sottolineare l’importanza che allora ebbe l’effetto propagandistico dall’"operazione Seveso" ai fini dell’approvazione della legge 194 in Italia.


http://www.medicinaepersona.org/__C1...ll/TURI-5DFDND
A questo riguardo il Direttore della Clinica Mangiagalli parlando al convegno La vita domani, che si svolse nell’autunno del 1988, ricordò quella drammatica esperienza dicendo esattamente quanto segue: " alla verifica, nessun prodotto del concepimento volontariamente abortito risultò colpito dai presunti effetti teratogeni della diossina". Intanto questo episodio venne utilizzato artatamente per modificare la legislazione italiana.



12 Marzo 1977 - Nasco io
Sono passati esattamente 9 mesi dal 10 luglio 1976, il mio concepimento è avvenuto molto probabilmente alla fine del giugno 1976 dato che sono nato una decina di giorni oltre il termine.
Mia mamma in quei giorni è venuta in contatto con l'operazione Seveso e le è stato vivamente consigliato di abortire: mia mamma ha rifiutato categoricamente questa ipotesi e ha continuato a cercare altri pareri finchè non ha trovato un medico che le ha detto di stare tranquilla.

Sull'onda della tragedia e degli omicidi di 33 miei potenziali coetanei è stata approvata nel 1978 la legge 194, dal governo democristiano.
I movimenti femministi che oggi appoggiano la pillola contraccettiva e la "pillola del giorno dopo", tentando di inserire la sua distribuzione nelle scuole, ai tempi si riversarono in piazza sfruttando l'ondata emotiva di quei 33 omicidi.
Solo dopo alcuni mesi si scoprì che quei feti non avevano niente di niente, ammazzati dal terrorismo politico dei movimenti abortisti.





Come vedi, la mia fede non c'entra un bel niente con la legge 194, eppure la detesto!
Detesto il fatto che porti il nomignolo di "legge Seveso".
Detesto il fatto che sarei potuto rimanere in provetta anch'io!
Detesto il fatto che la gente ci abbia marciato sopra!

Tutela del più debole, si... come no...
Tutela del diritto a non avere bambini, piuttosto.
Chiunque può partorire in forma anonima e non riconoscere il figlio, eppure la gente ammazza il proprio bambino prima o dopo la sua nascita, come se fosse un peso.