Il viaggio come metafora della vita.
Così mi ripetevano spesso, a scuola.
Non so se lo sia, ma sono uno che nella vita bada più alla bellezza del percorso che non alla conquista di una meta effimera.
E' il 25/11/2005, e il sole caldo, i colori vivaci, l'odore di nafta della nave, il suono dei gabbiani, dominano sullo Stretto. Assaporo con lentezza quasi estatica il caffè.
Scendiamo con Mattia a Villa, e da lì prendiamo il treno per Milano.
Andremo a vedere il concerto di Sting, ufficialmente. Ufficiosamente, il concerto di Sting è solo una scusa per potere andare lontano da casa, lontano dal caldo sole siciliano(entrambi amiamo il freddo), dai parenti
(anche se andremo a stare proprio da un nostro cugino lodigiano)e dalla quotidianità afona che si è impossessata di noi.

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Napoli.
Sul treno sale un signore sulla cinquantina, capelli brizzolati, baffi da uomo dell'ottocento. Ha l'aria di uno a cui una vita non basta. E' alto, robusto. Si siede davanti a noi e inizia a parlare del più e del meno.
Ma la discussione continuerà per delle lunghe, interminabili ore.
Ci parla di tutto: del suo fare il pendolare con Reggio Emilia dove ha la famiglia, del su lavoro di direttore delle poste, delle belle donne siciliane conosciute in gioventù.
Io e Matti ascoltiamo la musica, tra un discorso e l'altro, ma lui non se ne accorge. L'album di Sting "The soul cages"(le gabbie dell'anima, o più liberamente anime in gabbia)mi accompagnerà per tutto il tragitto. Le atmosfere ovattate, i tappeti armonici, i continui richiami a determinate frasi in tutte le canzoni(il che ne fa un "concept album"), i ritmi in levare ne fanno un disco magnifico.
Non vediamo l'ora di togliercelo dai piedi, mentre già il treno arriva a Roma.
Sono belle queste pianure, le case in mezzo agli alberi. Chissà la gente cosa fa, là dentro.
A Reggio-dimenticavo, Reggio Emilia, perchè per me Reggio è sempre stata un'altra-lui scende, e per noi è una salvezza.
Ci telefona Saverio: "Raga, tranquilli che non ho organizzato nessuna festa a sorpresa, e anche Davide può confermarvelo". Capiamo che ha organizzato una festa per noi...ma noi siamo stanchissimi.
Finalmente siamo quasi a Lodi, dove dormiremo.
Sono felice.
L'aria è ferma, l'umidità ti entra nelle ossa. Fa freddo. Pioviggina.
Lodi è bellissima, come sempre.
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2/12/2004
Pioverà tutti i giorni. Gocce lievi, minute, leggere, che bagnano le strade silenziose. Le campane, immancabili quanto gradita colonna sonora, suonano immense, immerse nella foschia. Per me è un paradiso. Mi sembra di essere in un'altro mondo, anche se un pò il sole mi manca. L'Adda, compagno di tante passeggiate umide e introverse, è magnifico.
Di tanto in tanto sento frasi come "Uè, bambalüga!Ghe pensi mi", in sottofondo. Sono i vecchi, che col grappino in mano trascorrono intere mattinate parlando di soldi e di calcio. Cosa per me molto squallida, a dir la verità. Vedremo il concerto di Sting, ad Assago, tutti e tre, uno spettacolo davvero bello. Fuori dal "Filaforum" un grado, e pioggia.
Magari avessimo anche noi un tempo così, sai che storia col mare!
Il treno sta per arrivare. A sopresa, al ritorno conoscerò una persona con la quale passerò dei mesi indimenticabili. Ma andare via mi sembra, oggi, con questa pioggia e la foschia che malinconica si adagia sui palazzi del Rinascimento, sui campanili medievali e le strade strette, come rientrare in gabbia.
Una gabbia dell'anima.