Senza dominare e modificare la natura la nostra specie non avrebbe senso e sarebbe da tempo immemore morta e sepolta.
Bisognerebbe abbandonare l'archetipo "assoluto ed univoco" della natura incontaminata e buona, che l'uomo provvede a distruggere e/o contaminare. La natura in sè, per l'uomo, è sempre stata terribile, avara, crudele, spietata, una vera carogna pronta ad affamarlo o ad estinguerlo, e l'uomo, perchè io e te e tutti si sia qui a scrivere piuttosto che a far qualunque altra cosa, ha dovuto piegarla e sottometterla alle proprie esigenze e dovrà continuare a farlo (in realtà noi ne facciamo parte, e la visione di una natura senza l'uomo è altrettanto distorta: semplicemente non esiste, visto che il concetto di esistenza che adottiamo dipende da noi stessi e non da altro). Tanto è vero che di cibi naturali per l'uomo, volendo con ciò intendere cibi presenti in natura allo stato in cui erano prima che noi li modificassimo, è probabile ne esistano pochissimi, tanto che anche il fanatico "naturalista" più incallito del mondo stenterebbe a mangiarne, per quanto possa illudersi di farlo.
Ma baladenef fa un altro discorso mi pare: come in tutte le cose ci vuole misura. Se un tempo ci sembrava soltanto una lotta contro tutto e tutti, per la nostra sopravvivenza, oggi sappiamo anche che la nostra sopravvivenza può derivare dalla cautela che adottiamo nell'agire e dal come prevediamo i possibili esiti delle nostre azioni.
Quel pizzico di discernimento in più che la cultura ci dona, dovremmo sicuramente usarlo (ed è un problema, vero, questo è chiaro), senza fanatismi però e senza posizioni indebite, antistoriche e fondate su presupposti culturali falsificati![]()
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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