... quello della moglie ubriaca e della botte piena? Voglio dire, non ne ho mai capito il senso, giuro.
Bhe, semplicemente è la storia di un brutto ubriacone voglioso di *****.
Con la moglie ubriaca e quindi incapace di difendersi il marito è libero di spupazzarsi la moglie che altrimenti, data la bruttezza di suo marito, non gliela darebbe mai. Ed ovviamente la botte piena consentirebbe al marito di poter continuare ad ubriacare la moglie per gli stupri successivi...
Va beh, ma a questo punto che moglie è? Cosa l'ha sposata a fare? Cioè, è conciato così male che deve far bere la moglie per farsela dare? Allora poteva pensarci prima. Se poi tu dici che è brutto allora lei cosa ci sta insieme a fare?
Lo trovo un proverbio fuorviante che andrebbe abolito.
Il senso del proverbio questo: la moglie di lui è diventata frigida con gli anni, per cui la fa ubriacare in modo da farle credere si essere un suprmacho. Nel frattempo però lui si rende conto di aver sprecato buon vino con cui si poteva ubriacre lui stesso.
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Pensi troppo alla gnocca
http://www.alibrando.it/proverbi/cerca-14-A.html
aveva un maglione da comunista con le tarme che cantavano bandiera rossa!
se tu hai una mela e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea,
e ce le scambiamo allora abbiamo entrambi due idee.(g.b.shaw)
Apro posito,ai riaprito laeroporto che son tutti incazzati come dei bepponi alla festa dell'unità? (Alby)
Non concordo assolutamente, se il vino è buono intanto lo bevo io.
In secondo luogo fare ***** con una ubriaca, specie se mia moglie, è avvilente, perchè so che nella realtà non me la darebbe.
Di conseguenza scatta la depressione. E' quello che il sociologo dell'800 I. Mazzola descriveva: "[...] bevve a tale punto che io innanzi a cotal disdicevole spettacolo trattenermi non potei. Sicchè, scaturito in me lo desiderio sexuale, a novanta gradi posi la di me muliere sicchè potessi cogliere lo di lei proibito frutto. Ma subito mi resi capacitato che ella mai donarmi cotanto frutto avrebbe senza la alcolica libagione [...], che mi recai nello mio letto meditando del tale fatto".
Come vedete, quindi, è un proverbio fasullo.
Dopo aver letto il proverbio mi è venuto in mente questa frase che ho letto nell'articolo oggetto del link e che non ho capito:
"Io duro perchè faccio. Non è che faccio perchè duro."
http://www.corriere.it/politica/07_d...ba99c667.shtml
Cosa vuol dire?![]()
Questa invece (se non ricordo male, ma non penso) è la storia di un frate segaiolo pentitosi al voto di castità. Lo chiamavano "cappuccino" per via delle tracce di sperma che trovavano sempre sulle sue lenzuola. Un giorno i suoi confratelli decisero di affrontarlo e gli chiesero cosa fosse tutto quel liquido riproduttivo che trovava sempre l'addetto alla lavanderia, e lo accusarono di portare segretamente in monastero delle prostitute. Dato che l'atto sessuale di coppia per un frate era oltremodo oltraggioso alla religione, pena la condanna al rogo, mentre l'atto sessuale fai-da-te richiedeva solo l'amputazione dell'organo genitale, dovette confessare la verità
"io ce l'ho duro perchè mi masturbo", disse, "... ma non è che quando ce l'ho duro mi porto qua le prostitute".
Da allora suddetta frase è entrata nel parlato comune quando qualcuno deve giustificare il proprio operato. La locuzione che ai giorni nostri si presenta priva di alcune parole rispetto al parlato originale di frate cappuccino, è dovuta all'amputazione stessa dell'organo genitale ed in onore di ciò la frase è spezzettata
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