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Convenzione Abi-governo. Prestiti rinegoziabili ai tassi 2006, minori degli attuali
Gli effetti per 1,2 milioni di famiglie, ma pagheranno per più anni
Rate, risparmi sul mutuo
da 70 a 120 euro al mese
di VITTORIA PULEDDA e ROSA SERRANO
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MILANO - Boccata d'ossigeno per un milione e duecentocinquantamila famiglie italiane, oppresse da un mutuo a tasso variabile che spesso non sono più in grado di pagare: grazie all'accordo raggiunto ieri, infatti, sarà possibile "risparmiare" sulle rate circa 850 euro all'anno su un mutuo ventennale da 80 mila euro - da 70 a 120 euro al mese nel caso di un finanziamento più lungo e per importi maggiori - e nello stesso tempo bloccare l'importo della rata per tutta la durata del prestito. Quello che invece cambierà sarà la durata del mutuo, e questa dipenderà dall'andamento dei tassi di interesse. Ma andiamo per gradi.
L'accordo si riferisce a quei mutui a tasso variabile (sulla prima casa) stipulati prima del gennaio 2007.
GRAFICO: L'aumento dei tassi dal dicembre 2005
Ebbene, quando la convenzione sarà operante - e per chi vorrà rinegoziare il mutuo - ci sarà una sorta di trasformazione da tasso variabile a tasso fisso: la cedola infatti sarà calcolata in base al parametro già scelto - poniamo l'Euribor ad un mese più una maggiorazione - ma ai valori della media del 2006, cioè quando i tassi erano saliti ma senza raggiungere i valori stellari di adesso. Mediamente, questo significherà pagare (a partire da 90giorni dopo la rinegoziazione del mutuo) una rata più bassa, anche di parecchio.
Guardando le tabelle si vede che su un mutuo trentennale stipulato a fine 2005, per 150 mila euro, la rata mensile calcolata a maggio 2008 sarebbe stata di 861 euro mentre con le nuove condizioni si pagano 740 euro. Questa, in caso di rinegoziazione, diventerà la nuova rata a tasso fisso, per i prossimi 27 anni e mezzo.
Ma ovviamente una banca non fa beneficenza e quello che eventualmente si risparmierà su ogni rata diventa un debito futuro, accantonato su un conto apposito intestato al cliente. È una sorta di nuovo finanziamento che il cliente restituirà, quando avrà finito di pagare il mutuo "principale", con altre rate.
Di quanto sarà il nuovo debito? Dipende da come andranno i tassi di interesse da qui ad allora. L'unico punto fermo resta il tasso medio 2006. Il che significa che le rate future saranno tutte uguali. Se i tassi aumenteranno salirà il debito futuro; se invece scenderanno, il debito si ridurrà e diventerà addirittura un guadagno per il cliente se i tassi caleranno sotto il livello del 2006.
Comunque, alla fine del mutuo, si vedrà quanto resta eventualmente da pagare e aumenterà il numero delle rate fino a saldare il debito. Ma siccome di debito si tratta, su questa somma si paga un interesse, calcolato in base ad un tasso prestabilito: il tasso Irs a dieci anni più mezzo punto, che oggi è del 5,13%. Quello che invece non è stato ancora stabilito è come saranno calcolati questi interessi: se solo alla fine, o di volta in volta. Questi - ed altri aspetti - faranno parte della convenzione vera e propria, che governo ed Abi dovranno firmare entro trenta giorni: ieri è stato raggiunto l'accordo politico, anche se spesso, come ha ricordato ieri Giulio Tremonti, sono proprio i dettagli che fanno la differenza.
( 22 maggio 2008)
E' una cosa che molte banche già fanno. In linea generale, la rata mensile di un qualunque mutuo X è funzione di tre variabili fondamentali:
1) Capitale presto in prestito
2) Tasso di interesse
3) Durata del finanziamento
(poi ci stanno anche i dettagli, come il tipo di ammortamento e la periodicità della rata, ma trascuriamo).
E' evidente che, a parità di di capitale preso in prestito, due rate su due differenti mutui possono essere uguali se una ha l'interesse più alto della seconda ma la seconda ha una durata più lunga.
Quindi, nessuna novità sostanziale. C'è che, però, a volte, la rata è così alta che l'allungamento teoricamente compatibile va oltre la vita media del prenditore del prestito (es: se hai 50 anni, un mutuo oltre 30 anni lo pagherai, nelle rate finali e in media, dall'al di là). E quindi le Banche si (e ti) cautelano imponendoti un'assicurazione sulla vita. In modo che, nel caso morissi anzitempo, sarà l'assicurazione a pagare la banca e non i tuoi eredi.
Ovvio che se hai 35 anni e il mutuo è decennale, le probabilità che tu muoia ante fine prestito sono quasi trascurabili, per cui o non fai assicurazione o la fai a premi irrisori. Se il mutuo arriva a 35 anni e tu ne hai 50, allora l'assicurazione costa un botto.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
non capisco se ti sembra una cosa buona...?
Sì, è un'opportunità in più.
Dico solo che non è nuova: queste trasformazioni di mutui avvengono quotidianamente.
E dico anche che non si tratta di un risparmio effettivo, ma della dilazione di un pagamento.
Detto questo, se uno è coll'acqua alla gola è una buona cosa. Ma gari tra 10 anni avrà maggiori capacità di reddito e ciò che oggi lo fa affogare allora potrà non essere così oneroso.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Leggo che è una convenzione tra ABI e Governo. Obbligate non saprei, bisogna vedere la convenzione quanto dura, come è fatta.
La cosa che però dall'articolo non capisco è cosa ci mette il Governo. Nel senso che la Convenzione è una sorta di accordo in cui ognuno ci mette qualcosa. Qui vedo che la banche si dichiarano disposte a mettere a disposizione di tutti certi strumenti di rinegoziazione dei mutui. Non mi è chiaro cosa faccia il governo...
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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