Annata bruttissima per me...Dopo aver perso un grande amico a fine Marzo di 18 anni per un incidente stradale,appena patentato,ecco un'altra notizia sconvolgente.
Sabato attorno alle 19,30 è morta una mia amica,investita da un tram,a Torino presso la stazione di Madonna di Campagna a Torino...Pazzesco, una semplice distrazione le è costata la vita...Non ho parole,destino infame Ecco qui un articolo de La stampa di Torino,articolo straziante





"Aiutatemi ho 300 quintali addosso




Sotto il tram, fino all’ultimo guida
i soccorsi
MASSIMO NUMA
TORINO
La voce di Silvia arriva da sotto il vagone numero 2 del tram «9». Sono le 19,34 di sabato. Appena travolta sulle strisce (distratta dal cellulare?) e trascinata per una decina di metri. Un passante l’avvicina, è già in contatto con il 115 dei vigili del fuoco. Silvia è cosciente, sta parlando - con il suo telefonino - con i genitori. Adesso però è in linea con l’operatore del 115. Sembra il set di Grey’s Anatomy, il telefilm Usa dedicato agli interventi d’urgenza, ma è tutto vero, purtroppo. «Sì, sono io, la ragazza sotto il tram...». La voce arriva da laggiù, dal ventre buio, dalle lame tagienti di ferro e dalla selva di cavi. «Come ti senti? Senti male, dove?», le dice calmo l’operatore. «Le gambe e l’addome, sento male dappertutto... ho trecento quintali addosso... non posso muovermi».

Piange un po’, Silvia, e le fanno coraggio. E’ come cullata dai suoi angeli custodi. Come se fosse la loro figlia, sorella, moglie. I medici del 118 stanno arrivando, i vigili del fuoco - in pochi secondi - hanno già deciso come intervenire per sollevare il vagone. Con una grande gru, perché i marciapiedi alti non consentono di usare i martinetti idraulici. Coordina Vincenzo Bennardo, il funzionario che guida le due squadre. Una manciata di secondi, mentre Silvia riesce ancora a parlare con i genitori, la mamma e il papà che nel frattempo hanno raggiunto la fermata del tram, a pochi metri di distanza. Vorrebbero correre ad abbracciarla, a tenerla per mano. Ma non si può. I nastri passati sotto il pavimento del mezzo; il braccio della gru che lo solleva, dolcemente, di 30 centimetri, quanto basta per inserire i martinetti.

I medici e gli infermieri del 118 s’infilano sotto il vagone, la raggiungono. Quel piccolo tratto è diventata una camera operatoria. Compiono le prime operazioni. I sedativi. Gli anti-dolorifici. I farmaci salvavita. E Silvia, così, è stretta tra le braccia di altri angeli, perché così le saranno sembrati, in quei pochi minuti di lucida coscienza, di vita vera, scivola nel sonno. Il telefonino al suo fianco, ultimo contatto con il mondo. Senza più dolore, con la consapevolezza di avere avuto, al suo fianco, sino all’ultimo secondo, i suoi genitori e i familiari. Non soffrirà più un solo istante. La posano sul marciapiede, per tentare di fermare le emorragie interne, per cercare di ridurre l’entità delle lesioni. Ci vorrebbe un chirurgo subito, ma si decide di trasferirla al Maria Vittoria. Non si può aspettare. Tempi velocissimi, l’ambulanza scortata dai vigili urbani, il traffico bloccato. Muore poco dopo il ricovero.

Angelo R., 41 anni, da tre alla Gtt, è l’autista del «9». Sotto choc. Disperato: «Ho azionato i freni immediatamente, con i dispositivi d’emergenza, mi è finita sotto... L’ho vista ma era troppo tardi». Cinque, sei metri di frenata. «Vuol dire che il mezzo procedeva a velocità bassa - spiegano i responsabili della Gtt -, aspettiamo i risultati dell’inchiesta. Il tram, modello «5000», costruito nel ‘90 è considerato tra i più sicuri. Ora è stato sequestrato.

Ci sono tre testimoni. Due autisti Gtt e un passante. Tutti e tre affermano di aver visto la ragazza passare sulle strisce pedonali (comunque veramente poco illuminate) con il rosso. Ma la verità, forse, è ancora lontana.