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  1. #511
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Senza parole.........

    Le milanesi meriterebbero entrambi la serie B l'anno prossimo,x quello che è uscito. Ma non avverrà mai
    intervista a Nicola Penta.

    Praticamente, è l’uomo che “sbobina”, ascolta, trascrive le migliaia di intercettazioni acquistate dal pool di avvocati dell’ex DG bianconero e le confronta con i fatti attraverso le immagini televisive ed i dati delle partite. Avete letto bene: acquistate. Ci arriveremo più avanti….

    La prima domanda è d’obbligo: perchè le intercettazioni che stanno venendo fuori adesso non sono state prese in considerazione nel 2006? Se fossero uscite allora le cose sarebbero ben diverse, oggi…
    “Mi pare chiaro che se nelle trascrizioni trasmesse dalla procura di Napoli a quella della FIGC vi fossero state anche queste telefonate, a mio avviso il processo sportivo si sarebbe concluso diversamente. Bergamo ha sempre detto che parlava con tutti, ma lo hanno ritenuto un bugiardo. Il nostro lavoro sta solo dimostrando che diceva la pura verità“.

    Perchè le “nuove” conversazioni sono state rese pubbliche solo in questi giorni?
    “Non ci sono stati vincoli: si tratta di strategia processuale. Aspettavamo che testimoniasse il colonnello Auricchio, colui che era a capo delle indagini all’epoca di Calciopoli. Lui ha dichiarato che non c’erano telefonate con altri dirigenti, un fatto confermato anche dai Pubblici Ministeri.

    Però ci sono. E ora?
    “L’oggetto delle indagini era e doveva essere solo Luciano Moggi, la Juventus, l’arbitro De Santis e gli altri indagati. A mio parere, le circa 120.000 telefonate non sono state ascoltate dai Carabinieri perchè l’indagine non era sul mondo del calcio, ma solo su alcuni soggetti che lo popolavano. Se non fosse stato così, avrebbero dovuto intercettare tutti. In pratica, è stato effettuato l’incrocio solo sui numeri di telefono degli indagati e solo tra loro. E’ per questo che le telefonate di Moratti, Facchetti, Cellino – tanto per fare un esempio – non fanno parte dell’indagine. E di nomi illustri ce ne sono tanti altri…”.

    Qualche nome che ancora non è salito agli “onori della cronaca” ce lo fa?
    “Luciano Spalletti (all’epoca allenatore dell’Udinese) o Daniele Pradè (attuale Direttore Sportivo della Roma, ndr) parlavano con Paolo Bergamo. Ma, ripeto: era usuale per molti chiamare
    i vertici arbitrali.

    Ma Lei si è fatto un idea di Calciopoli ascoltando tutte quelle intercettazioni?
    “Certo. La mia idea è che tutti i dirigenti cercavano di difendere la propria società, pensando che c’era qualcun altro che poteva arrivare dove loro non arrivavano. Una sorta di corto circuito: da quello che ho ascoltato e sto ascoltando era una vera e propria consuetudine parlare con i designatori e quello che sta emergendo contribuisce a fare chiarezza su un modus operandi, non un “sistema”, molto diffuso. Non era un esclusiva di Luciano Mogfgi e degli altri imputati finiti sotto processo”.

    Le famose 170.000 intercettazioni fisicamente dove sono?
    “Abbiamo un hard disk pieno, più una cinquantina di CD. Consideri che ognuno di essi contiene circa 3.000 intercettazioni. Circa un terzo di esse sono contatti che non sono andati a buon fine tra linea caduta e mancata risposta. Diciamo che quelle “buone” sono circa 120.000″.

    Le dovrà ascoltare tutte, Lei?
    “No. Una volta raggiunti i nostri obiettivi processuali mi fermerò. E ormai siamo in dirittura d’arrivo: fino ad ora ne ho ascoltate e “processate” circa 40.000″.

    Ci sono altre incongruenze tra queste intercettazioni ed i fatti contestati nel processo del 2006?
    “Certo. Ne posso citare uno: alla Juventus vengono contestate 25 ammonizioni “dolose” a giocatori avversari in diffida e poi squalificati prima di affrontarla. Di quelle 25, dieci vengono comminate da arbitri che poi non sono finiti nemmeno sotto inchiesta. Dunque, delle due l’una: o bisognava indagare anche quegli arbitri, oppure quelle dieci ammonizioni erano normali”.


    Come funziona il suo metodo di ricerca? Inserisce un nome e viene fuori la lista delle telefonate effettuate?
    “No. Usiamo i numeri di telefono, ma solo degli indagati. Se inserisco, ad esempio, quello di Moratti, non esce nulla. Diversamente, se metto il nome di Bergamo con i riferimenti di altri interlocutori possibili che non fanno parte dell’indagine (come Moratti, ad esempio), viene fuori una lista”.

    Una sorta di Google delle intercettazioni…
    “Esatto. Il problema è che non puoi scegliere il link ma devi obbligatoriamente ascoltare ogni singola telefonata. E non sono tutte “buone”: delle dieci che ascolto, magari, otto non sono andate a buon fine“.

    Ma come avete fatto a procurarvele?
    “Semplice: le abbiamo acquistate. Ogni CD costa tra i 400 ed i 500 euro…”.

    Credits: QN


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  2. #512
    Vento moderato L'avatar di cimadirapa
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da Gravin Visualizza Messaggio
    A Diretta Stadio, Elio Corno: "Calciopoli è una Farsa, è stata creata solo per colpire la Juventus"

    "Calciopoli è stata una farsa!! Mi vergogno delle dichiarazioni fatte a suo tempo sullo scudetto degli onesti. E' stata una cosa ignobile colpire solo una società, quando si sapeva che erano tutte. La responsabile di ciò è la Figc..."
    Non mi va di entrare in un argomento che non mi riguarda.....però quando un giornalista,seppur di basso livello, si permette di porre su uno stesso piano tutte le società nell' ambito dell'inchiesta calciopoli....beh mi girano le pa*le

  3. #513
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da cimadirapa Visualizza Messaggio
    Non mi va di entrare in un argomento che non mi riguarda.....però quando un giornalista,seppur di basso livello, si permette di porre su uno stesso piano tutte le società nell' ambito dell'inchiesta calciopoli....beh mi girano le pa*le
    Beh.. in effetti la cosa riguarda solo le grandi, in particolare le "strisciate" come direbbe Pio..
    Solo che fino a qualche giorno fa quasi tutti erano convinti che alcuni fossero irreprensibili, altri belzebù....

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  4. #514
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    "Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace."
    4 settembre 2006 - Massimo Moratti

    Art. 358 Attività di indagine del pubblico ministero (codice procedura penale)
    1. Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell’art. 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.



    Il 25 novembre del 2004 Gennaro Mazzei, collaboratore dei commissari arbitrali nella designazione dei guardalinee, viene registrato in una telefonata col presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre del 2006. Tre giorni dopo, il 28 novembre, c'è Inter - Juve.

    Le informative dei Carabinieri ci avevano già offerto un altro inquietante retroscena che aveva anticipato quella partita: venerdì 26 novembre venne intercettata una telefonata tra l'allora presidente della FIGC e il designatore Bergamo. Di lì a poco ci sarebbero state delle importanti elezioni in seno alla FIGC, e Carraro espresse a Bergamo l’auspicio che non si verificassero rumori, scenate, richieste da parte di certa stampa di far cadere delle teste (evidentemente teme per la sua ndr). Ecco quindi che, rivolgendosi a Bergamo, alludendo all’arbitro e tenendo conto che le elezioni di cui sopra sono di poco successive a quella partita, Carraro disse quanto segue: “...che faccia la partita onesta per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus per carità”.
    La telefonata tra Mazzei e Facchetti ha una valenza deflagrante già per il fatto che esiste, smentendo clamorosamente la leggenda della "diversità etica" nerazzurra.
    Ma anche i contenuti sono importantissimi. Si parla degli assistenti che poi verranno in effetti designati, e cioè Ivaldi e Pisacreta. Tre giorni prima della partita, dunque, il presidente dell'Inter ne conosceva i nomi. Ricordiamo che uno dei capisaldi delle accuse contro Moggi era l'ipotesi che conoscesse le designazioni prima del dovuto. Invece Moggi le conosceva, di fatto, quando le conoscevano gli altri, o addirittura in ritardo (Meani arrivava sempre prima...), e comunque sempre dopo le designazioni ufficiali.
    Qua, invece, abbiamo un Facchetti che ne viene a conoscenza il giorno prima dei sorteggi!
    Dal dialogo fra Mazzei e Facchetti, inoltre, si evince che il sorteggio era, come ripetiamo noi da anni, regolare. Quindi, abbiamo qui una "circostanza a favore della persona sottoposta ad indagine" che andava considerata dall'accusa, secondo il dettato del codice di procedura penale. Diverso il discorso se avessimo ascoltato Mazzei dire: "Ok, faccio come si fa con gli altri e parlo con Bergamo, per farti avere l'arbitro che vuoi".
    Ma soprattutto, qui abbiamo un dirigente che, misconoscendo i regolamenti, auspica l'alterazione del sorteggio al fine di designare l'arbitro "numero 1".
    Ma perché Facchetti voleva Collina? Se applicassimo il criterio di interpretazione ju29ro, fino alla settimana scorsa deriso da tutti e oggi improvvisamente rivalutato e applicato da molti commentatori all’Inter, è comprensibile che Facchetti desiderasse, per la sfida con la Juve, l'arbitro considerato migliore. Se applicassimo il criterio di interpretazione in voga sui media da maggio 2006 alla scoperta delle telefonate interista, e cioè quello forcaiolo, si potrebbe andare a ripescare un Inter-Juve di 3 anni prima, del 19 ottobre 2002, quando Collina convalidò all'Inter un gol irregolare (mezza squadra nerazzurra franò su Buffon) di Vieri al 95', che consentì ai nerazzurri di pareggiare contro la Juve, e costruirci sopra qualche bella illazione.

    Quel che è certo è che il sorteggio arbitrale si terrà il venerdì alle 11, il giorno dopo la telefonata. Gli arbitri non si potevano sapere prima. I collaboratori di linea non si sarebbero dovuti conoscere prima. O no?

    Parte della trascrizione:

    Mazzei: Sono in macchina che vado a Coverciano.
    Facchetti: Sceglili bene per domenica sera eh...
    Mazzei: Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta.
    Facchetti: Ivaldi e Pisacreta?.
    Mazzei: Eh sono il numero 1 e il numero 2.
    Facchetti poi aggiunge: Sì certo, e il numero 1 degli arbitri....... (il riferimento è a Pierluigi Collina, che in quei giorni veniva richiesto soprattutto da Roberto Mancini n.d.r)
    Mazzei: Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1.
    Facchetti: No, lì non devono fare i sorteggi, ci devono...
    Mazzei: Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna
    Facchetti: Ma dai....
    Mazzei: Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte.


    I collaboratori di linea scelti per l’incontro Inter-Juve, del 28 novembre del 2004, furono quelli anticipati nella telefonata: Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato, invece, fu Rodomonti e Pierluigi Collina arbitrò Chievo-Milan per la gioia dell’amicone Meani

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  5. #515
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Anche Ruperto si tira indietro - Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale che, in qualità di capo della commissione si Appello Federale della Figc su Calciopoli, emise, il 14 luglio 2006, la prima, tranciante sentenza, una volta riapertosi il dibattito sulle intercettazioni, su Calciopoli e sull'assegnazione del titolo 2005-2006 all'Inter, adesso prende posizione e dichiara all'Ansa "Andatevi a rileggere la mia sentenza", che nel dispositivo recita "Non assegnazione del titolo". Il 25 luglio la Caf emise la sentenza di condanna dicendo, nelle motivazioni, che "un'atmosfera inquinata, un'insana temperie avvolgente il campionato di serie A era venutasi a creare...". E il 26 luglio Guido Rossi, sentito il consiglio, dice lui, della commissione di tre saggi capeggiata da Aigner (che però declina qualsiasi responsabilità in proposito), assegnò quello scudetto all'Inter, una volta constatata "l'inconfutabile eticità sportiva del destinatario". Appunto. Quella che stiamo vedendo.

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  6. #516
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    E andiamo con Zio Fester....

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    Le telefonate sfuggite... anzi no: Galliani/2 Emilio Cambiaghi Martedì 06 Aprile 2010 21:38




    Dove eravamo rimasti?
    A Moggi, difensore del fortino della Juve. Quante ironie, e sberleffi su questa frase di Lucianone. E però oggi, leggendo questa freschissima intercettazione tra Galliani e Bergamo, un saltino sulla sedia lo facciamo: ma come... il sodale di Moggi, incluso nella potente - seppur ristretta - cupola che condizionava i campionati a favore della Vecchia Signora, si mostra dolente e affranto per la sconfitta casalinga del Milan con la Juve? Non c'è più religione. Fuor di ironia, ancora una volta questa è la dimostrazione che i designatori, ben lungi dall'appartenere ad un qualsivoglia schieramento, si adoperavano col cerchio e con la botte per cercare di non scontentare nessuno.
    La telefonata che segue è delle 10.51 del 17 maggio 2005 e fa seguito all’incontro pareggiato (2-2) dal Milan a Lecce. La partita è arbitrata da Trefoloni, cui non hanno ancora tagliato la testa. A perderla, invece, è il pubblico salentino, già nel primo tempo furioso per l’arbitraggio ritenuto troppo di parte. Nel secondo tempo (27’ minuto) sarà espulso Konan (correttamente, fallaccio su Kakà), ma non basterà per evitare il pareggio di Vucinic nel finale. Grazie a questo risultato, la Juventus si invola verso il suo 28esimo scudetto.
    A proposito dell’arbitro Trefoloni. Volete sapere il suo score con il Milan a tutt’oggi? 14 vittorie, 5 pareggi, una sconfitta. Nella stagione incriminate tre vittorie su tre, prima di questo pareggio e dell’altrettanto inutile pareggio a Udine, a titolo già assegnato. Niente di allarmante, se non fosse per un sms – depositato agli atti – inviato da Martino Manfredi (segretario CAN di A e B, definito dai Carabinieri nell’informativa: “di evidente fede rossonera”) all’arbitro senese il 13 maggio alle 11.20, due giorni prima della partita in questione, che testualmente recita:

    “Trefo, non mollate vi prego, siamo tutti con voi”

    Bergamo: Pronto?
    Galliani: Sono Galliani, buongiorno.
    Bergamo: Buongiorno, dottore, come va?
    Galliani: L'ho cercata molte volte ieri sera ma era occupato, non rispondeva…
    Bergamo: Io ieri mattina dottore L’ho cercato, a parte che non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica… (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet, ndr). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ci ha lasciato il segno. Pensavamo tutto... fuor che…
    Galliani: Anche noi, anche noi.
    Bergamo: Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma...
    Galliani: E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2, ndr) perché non avremmo mollato psicologicamente, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro, insomma, perché la partita era, era abbordabile
    Bergamo: Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini, magari non abbia considerato che Seedorf e Pirlo non stavano bene, Ambrosini era… col senno di poi, eh!
    Galliani: Esatto. Adesso da oggi, oggi parte, cominciamo a far riunioni, parte l'operazione Istanbul... E speriamo in bene. Domenica brutto.
    Bergamo: Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori…
    Galliani: Ma poi urla e grida negli spogliatoi, nell'intervallo una vergogna... (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti, ndr)
    Bergamo: Sì, Trefoloni me ne ha parlato, ma poi la Domenica Sportiva, dove si è detto tutto e di più. Con la Domenica Sportiva che dà spazio ancora a Semeraro per poter dire delle… Io mi sono sentito proprio obbligato ieri mattina a chiamarLa per manifestare la solita solidarietà.
    Galliani: Non una parola contro questo fallo che io ho definito criminale.

    Segue un discorso sulla gravità di alcuni falli della partita, con Galliani a ribadire “il pugno duro, da tenere anche con i giocatori”.

    Bergamo: Io ieri non Le nascondo che ho chiamato Trefoloni. Abbiamo riscritto il rapporto con i toni giusti, sennò il giudice sportivo non avrebbe avuto il… e io non ho nemmeno voluto nemmeno che ci fosse un supplemento di rapporto, se no qualcuno poteva pensare che hanno fatto un supplemento per punire. Ho chiamato, tanto a Lei posso dirlo, ho chiamato Stefania e le ho detto: “Guardi Stefania, mi usi una cortesia, siccome Trefoloni ha fatto rapporto nello spogliatoio in un momento molto concitato, noi Le facciamo avere un altro rapporto, che è vero, scritto di pugno da lui, perché è giusto che prendiate anche una squalifica esemplare”. Stefania mi ha ringraziato.

    Bergamo quindi si è mosso per modificare il referto di Trefoloni e renderlo più duro, al fine di ottenere una pena maggiore per il calciatore che si è reso protagonista del brutto fallo. Galliani prosegue dicendo che ha informato anche i suoi giocatori, di stare più attenti e di non lasciarsi andare a falli troppo duri. Dice che ha parlato anche con Carraro della sua idea, per la quale un giocatore che fa volontariamente un fallo deve subire una squalifica pari alla durata dell’infortunio del giocatore offeso. Galliani congeda Bergamo promettendogli di incontrarlo per parlare “del futuro” e, infine, lo invita a partecipare alla trasferta di Istanbul. Chissà che trauma avrà avuto Bergamo dopo quella finale…
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  7. #517
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    23 giugno 2006

    «C' era il sistema Moggi e funzionava così»

    Palazzi rinvia a giudizio la Juve con Lazio e Fiorentina. Alleggerita la posizione del Milan. Samp prosciolta. Deferiti Carraro e la cupola arbitri

    GIANNI BONDINI GAETANO IMPARATO ROMA I l procuratore federale Stefano Palazzi ieri ha deferito quattro società (Juventus, Lazio, Fiorentina e Milan), 26 tra presidenti e dirigenti di club, dirigenti federali, arbitri e guardalinee: Moggi, Giraudo, Lotito, Andrea e Diego Della Valle, Mencucci, Galliani e Meani; Carraro, Mazzini, Lanese, Bergamo, Pairetto, Mazzei, Ingargiola e Ferri; De Santis, Bertini, Dondarini, Messina, Paparesta, Rocchi, Rodomonti eTagliavento; Babini e Puglisi. La «classifica dei guai» vede, nettamente in testa, la Juventus, al centro di un «sistema» di irregolarità e per una «pluralità di illeciti». Segue la Lazio per avere alterato, o tentato di farlo, il risultato di tre partite e avere nascosta una «proposta indecente» di Diego Della Valle. C' è anche la Fiorentina,che ha brigato per entrare nelle grazie del «sistema Moggi» accettando incontri e summit. Il Milan si piazza al quarto posto nella graduatoria dei deferimenti. La società di Berlusconi (che reclama due scudetti) subisce due tipi di deferimenti: per l' «illecito» dell' addetto all' arbitro (e soprattutto) ai guardalinee Meani, e per la «slealtà» del vicepresidente Galliani che sapeva dei traffici e li assecondava. SISTEMA JUVE Gli addebiti del procuratore federale Palazzi seguono la falsariga degli atti della magistratura napoletana. La Juventus non ha commesso uno, due o tre «illeciti», ne ha tentati o compiuti «una pluralità». E quello che fa capo alla Juventus è un sistema: «Mediante il condizionamento del settore arbitrale». Per tutto questo vengono deferiti: «Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese e Massimo De Santis per violazione dell' art.1 (slealtà) e dell' art.6 (illecito sportivo) per aver posto in essere, nelle rispettive qualità ricoperte all' epoca dei fatti, le condotte... consistite, fra l' altro, nell' avere intrattenuto i contatti, realizzati anche su linee telefoniche riservate, e partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche, condotte contrarie ai principi di lealtà e correttezza dirette a procurare un vantaggio in classifica in favore della società Juventus mediante (come già indicato) il condizionamento del regolare funzionamento del sistema arbitrale.. con l' aggravante per la prularità di condotte poste in essere e per l' effettivo conseguimento del vantaggio in classifica». GIALLI TRUCCATI Nel «sistema Juventus», secondo la procura Figc, una particolare rilevanza assume la figura dell' arbitro internazionale «De Santis per aver aderito al disegno di Moggi finalizzato all' alterazione dello svolgimento della gara Bologna- Juventus attraverso il ricorso alle ammonizioni di giocatori diffidati(del Bologna) nella precedente gara Fiorentina-Bologna». MILAN La società di Berlusconi è la meno inguaiata delle quattro deferite, anche se deve rispondere di responsabilità oggettiva, per l' accusa di «illecito» a carico dell' addetto all' arbitro Meani, e di responsabilità diretta per la «slealtà» di Galliani che non denunciava e «assecondava» i comportamenti illeciti di Meani. Scrive il procuratore federale: «Il dirigente addetto all' arbitro per il Milan (cioé Meani) nell' ambito di una protratta attività tendente a ottenere (con la complicità del vicedesignatore Mazzei) l' assegnazione di determinati assistenti per le partite del Milan vicini e ben disposti verso questa società. Il Galliani, nella sua qualità di vicepresidente e amministratore delegato del Milan, ragguagliato dal Meani circa la sopradescritta iniziativa, l' approvava». LAZIO Claudio Lotito, e il suo club, vengono in ballo soprattutto per quattro gare: Lazio-Brescia, Chievo-Lazio, Bologna-Lazio e Lazio- Parma. La motivazione contenuta nel deferimento di Palazzi è un macigno. Il procuratore ritiene abbia violato l' art. 6, commi 1 e 2 del codice di giustizia sportiva, inoltre, Lotito avrebbe anche l' aggravante (insieme a Bergamo, Pairetto e Mazzini) della pluralità delle violazioni (aggravante che non s' applica alla Lazio). Lotito è deferito «...per avere, in prima persona e tramite altri, avviato e coltivato contatti col presidente della Figc Carraro, affinché a sua volta esercitasse pressioni su Bergamo e sull' arbitro designato per ottenere un vantaggio per la Lazio conseguente all' alterazione del risultato e, comunque, dello svolgimento della gara per il tramite della designazione di un arbitro favorevole... e di una conseguente direzione di favore». La responsabilità del club sarebbe sia diretta che presunta, (ex art 6, commi 3 e 4, dell' art 2 comma 4 e dell' art.9 comma 3 del CGS) in quanto si adoperano sia il legale rappresentante che terze persone. Per Lazio-Brescia, Palazzi ricorda (sanzionandole) le pressioni di Lotito a Carraro, di questi a Bergamo e eccepisce al Vice Presidente Figc Mazzini di aver saputo «...degli atti tesi ad alterare lo svolgimento e risultato di Lazio- Brescia» senza denunciarli. Nei deferiti, non compare l' arbitro Tombolini che quella gara la diresse ma senza evidenti favoritismi. Per Chievo-Lazio più o meno stesso iter, ma è Mazzini a «sensibilizzare» i designatori. Deferito Rocchi (arbitrò quella gara) e Cosimo Maria Ferri (della Commissione Vertenze) reo di «...non aver informato senza indugio i competenti organi federali». Lazio-Parma vide, secondo Palazzi, ancora Lotito investire Mazzini, questi i designatori: arbitro Messina (deferito) perché «...con le condotte... contatti, diretti e per interposta persona ... hanno posto in essere atti diretti a alterare lo svolgimento ed il risultato di Lazio-Parma». Il club, per Palazzi, avrebbe responsabilità diretta e presunta. Per Bologna-Lazio stessi protagonisti e dinamiche: questa volta l' arbitro designato (e deferito) è Tagliavento. FIORENTINA Dei viola, Stefano Palazzi deferisce i fratelli Diego e Andrea Della Valle, più il consigliere Sandro Mencucci. Prima di tutto, a Diego Della Valle eccepisce «..avere avviato, coltivato contatti, in prima persona o tramite il fratello o tramite Mencucci, con il dirigente Juventus Luciano Moggi, con Mazzini, Bergamo esercitando pressioni sugli stessi per ottenere vantaggi...». Cioè designazioni di arbitri favorevoli. Stessa colpa addebitata ad Andrea Della Valle, mentre a Mencucci si imputano i contatti con Mazzini e Bergamo e le «...pressioni per ottenere un vantaggio....» per la viola. Il club sarebbe reo per responsabilità sia oggettiva sia diretta (art 2 commi 3 e 4, e art 6 commi 2,3, e 4), oltre alla responsabilità presunta. Palazzi, sul capitolo partite, imputa a Diego Della Valle di avere proposto una combine a Lotito (Per Lazio-Fiorentina), tendente ad un pari (violazione art 6, comma 1,2 CGS). A Lotito l' accusa eccepisce di non avere «...adempiuto all' obbligo di informare, senza indugio, i competenti organi federali...». Lazio-Fiorentina tiene banco: i viola con responsabilità oggettiva, la Lazio per responsabilità diretta, e ancora Cosimo Maria Ferri per non avere informato gli 007. Stesso castello accusatorio per Bologna- Fiorentina: i Della Valle, con Mencucci, telefonano a Mazzini e Bergamo. Puntuale designazione di arbitro ritenuto, dall' accusa, compiacente. Bertini, spedito a dirigere la gara, è deferito per avere «... ricevuto e accolto, conformandosi a indicazioni e direttive specifiche di Bergamo....a garantire un arbitraggio di favore....». Così per Chievo- Fiorentina: deferito, questa volta, è Dondarini, anch' egli, secondo Palazzi, «accoglie, e s' uniforma alle direttive dei designatori». Per Fiorentina-Atalanta, l' arbitro «plagiato» è Pasquale Rodomonti. A carico della Fiorentina, c' è anche la direzione arbitrale di De Santisin Lecce-Parma finita 3-3 per permettere ai toscani di salvarsi. Serviva, dice Palazzi «...un arbitro che, con la propria direzione di gara, scongiurasse la possibilità d' una vittoria del Parma....». Condotta eccepita pure a De Santis, naturalmente. Anche peri Della Valle, Mencucci (oltre a Bergamo, Pairetto e Mazzini) c' è l' aggravante della pluralità della condotta posta in essere. Aggravante che non si applica al club. SAMP SALVA La società blucerchiata è stata prosciolta da Palazzi. Solo chiacchiere e neanche uno stracciodi intercettazione, come aveva scritto la Gazzetta, sulla società di Garrone. LA COPPIA Da sinistra Antonio Giraudo e Luciano Moggi (BARTOLETTI)
    Bondini Gianni, Imparato Gaetano


    c'era...eccome se c'era il sistema Moggi...se lo diceva la gazzetta...

  8. #518
    Cumulo
    Ospite

    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    sentite le parole di Moratti...


    18 luglio 2006

    «Moggi, noi ti quereliamo»

    Moratti replica all' attacco dell' ex dg juventino «Sono sbandate dovute alla disperazione L' Inter così potente? Non me ne ero accorto»

    ELISABETTA RUSSO MILANO I l suo attacco frontale non poteva lasciare indifferenti. D' altronde Luciano Moggi quando parla non dice mai cose banali, scontate. È uno, si dice, che ti dà sempre un titolo. Ieri, certo, si è superato. Dalla sua scomoda posizione, su la Repubblica ha attaccato tutto e tutti, partendo dai giornalisti della Gazzetta dello Sport per arrivare all' Inter e al suo presidente Giacinto Facchetti, a Guido Rossi, «colpevole» di essere un ex consigliere del club nerazzurro, al Milan, a Galliani nella sua doppia veste di amministratore delegato rossonero e presidente della Lega Calcio, a Franco Carraro, il «vigile che faceva passare con il rosso chi voleva lui». RABBIA Se da un lato da via Turati fanno sapere che non hanno intenzione di commentare le frasi dell' ex direttore generale juventino, Massimo Moratti è un fiume in piena. «Sono parole di persone disperate - dichiara il patron nerazzurro -. Sono sbandate dovute alla disperazione che portano a dire certe cose». Il suo viso tirato fa trasparire che stavolta vuole reagire, che stavolta la sua Inter non si farà sopraffare dalla prepotenza e dalle angherie di quelli che finora l' hanno fatta da padrone in modo quantomeno poco chiaro. «Facchetti in primis e noi come Inter abbiamo querelato Moggi, perché le cose che ha detto sono lontane da noi anni luce». POTENZA? Profondamente convinto che l' Inter, bistrattata per anni, lui in testa, sia al di sopra delle parti e non c' entri niente con questa brutta storia, Moratti si fa una risata quando gli fanno notare che invece sembra proprio che la sua sia diventata una squadra influente, che tesseva losche trame di potere: «Non credevo fossimo così potenti - scherza -, mi fa piacere saperlo. Credo che sia un po' difficile, non avendo in mano i media è dura». La sua difesa è totale, svaria su tutti i fronti: «Moggi è molto cattivo quando parla di Facchetti, perché lo conosce benissimo e sa che certe cose per lui sono impossibili». E su Guido Rossi: «È una garanzia di onestà essere stato all' Inter. Una bella cosa per lui». DISTINZIONE Il titolo 2005-06 come linea netta di separazione tra chi ha barato e chi no. Moratti, che nei giorni scorsi aveva più volte ribadito la sua convinzione («servirebbe per fare chiarezza e riconoscere la lealtà sportiva»), non fa marcia indietro: «Non è che vogliamo lo scudetto per farci belli. Insisto - ha spiegato - per distinguersi dagli altri, altrimenti sembra che tutto il campionato italiano sia coinvolto in questa storia. Ci sono un sacco di squadre, un sacco di società e di presidenti che non c' entrano niente con tutto questo, ed è bene farlo capire con un riconoscimento. Non si tratta di un un premio, perché il premio all' onestà non esiste, non ci dovrebbe essere, ma di un riconoscimento formale che differenzi il comportamento di alcuni soggetti». Quello scudetto, insomma, spetta all' Inter. E a questo punto è anche inutile il ricorso contro la sentenza della Caf come parte terza. FERITA A chi gli chiede se si aspettava reazioni di questo tipo da Berlusconi e Moggi, Moratti risponde: «Sinceramente Berlusconi non ha reagito. Per quanto riguarda Moggi, ripeto, è una reazione dovuta alla disperazione, e quindi non voglio andare a giudicare una persona ferita». L' ex juventino a la Repubblica «Il mostro non sono io» Il passaporto di Recoba, le cene fra Facchetti e Bergamo. Ci sono illeciti documentati di cui non si parla. E poi ora ne approfittanoVorrei sapere se dopo il mio colloquio con Berlusconi sul Milan non siano stati Galliani e Carraro a scatenare tutto con la Gazzetta È Carraro il primo a dover chiedere scusa. Dice che faceva soltanto il vigile urbano, ma faceva passare col rosso chi voleva luiIn un' intervista, ieri Luciano Moggi si è difeso e ha rilanciato, attaccando anche il mondo del calcio non coinvolto nello scandalo
    Russo Elisabetta


    cose assurde, assurde...al limite del ridicolo.

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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da Cumulo Visualizza Messaggio
    23 giugno 2006

    «C' era il sistema Moggi e funzionava così»

    Palazzi rinvia a giudizio la Juve con Lazio e Fiorentina. Alleggerita la posizione del Milan. Samp prosciolta. Deferiti Carraro e la cupola arbitri

    GIANNI BONDINI GAETANO IMPARATO ROMA I l procuratore federale Stefano Palazzi ieri ha deferito quattro società (Juventus, Lazio, Fiorentina e Milan), 26 tra presidenti e dirigenti di club, dirigenti federali, arbitri e guardalinee: Moggi, Giraudo, Lotito, Andrea e Diego Della Valle, Mencucci, Galliani e Meani; Carraro, Mazzini, Lanese, Bergamo, Pairetto, Mazzei, Ingargiola e Ferri; De Santis, Bertini, Dondarini, Messina, Paparesta, Rocchi, Rodomonti eTagliavento; Babini e Puglisi. La «classifica dei guai» vede, nettamente in testa, la Juventus, al centro di un «sistema» di irregolarità e per una «pluralità di illeciti». Segue la Lazio per avere alterato, o tentato di farlo, il risultato di tre partite e avere nascosta una «proposta indecente» di Diego Della Valle. C' è anche la Fiorentina,che ha brigato per entrare nelle grazie del «sistema Moggi» accettando incontri e summit. Il Milan si piazza al quarto posto nella graduatoria dei deferimenti. La società di Berlusconi (che reclama due scudetti) subisce due tipi di deferimenti: per l' «illecito» dell' addetto all' arbitro (e soprattutto) ai guardalinee Meani, e per la «slealtà» del vicepresidente Galliani che sapeva dei traffici e li assecondava. SISTEMA JUVE Gli addebiti del procuratore federale Palazzi seguono la falsariga degli atti della magistratura napoletana. La Juventus non ha commesso uno, due o tre «illeciti», ne ha tentati o compiuti «una pluralità». E quello che fa capo alla Juventus è un sistema: «Mediante il condizionamento del settore arbitrale». Per tutto questo vengono deferiti: «Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto, Tullio Lanese e Massimo De Santis per violazione dell' art.1 (slealtà) e dell' art.6 (illecito sportivo) per aver posto in essere, nelle rispettive qualità ricoperte all' epoca dei fatti, le condotte... consistite, fra l' altro, nell' avere intrattenuto i contatti, realizzati anche su linee telefoniche riservate, e partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche, condotte contrarie ai principi di lealtà e correttezza dirette a procurare un vantaggio in classifica in favore della società Juventus mediante (come già indicato) il condizionamento del regolare funzionamento del sistema arbitrale.. con l' aggravante per la prularità di condotte poste in essere e per l' effettivo conseguimento del vantaggio in classifica». GIALLI TRUCCATI Nel «sistema Juventus», secondo la procura Figc, una particolare rilevanza assume la figura dell' arbitro internazionale «De Santis per aver aderito al disegno di Moggi finalizzato all' alterazione dello svolgimento della gara Bologna- Juventus attraverso il ricorso alle ammonizioni di giocatori diffidati(del Bologna) nella precedente gara Fiorentina-Bologna». MILAN La società di Berlusconi è la meno inguaiata delle quattro deferite, anche se deve rispondere di responsabilità oggettiva, per l' accusa di «illecito» a carico dell' addetto all' arbitro Meani, e di responsabilità diretta per la «slealtà» di Galliani che non denunciava e «assecondava» i comportamenti illeciti di Meani. Scrive il procuratore federale: «Il dirigente addetto all' arbitro per il Milan (cioé Meani) nell' ambito di una protratta attività tendente a ottenere (con la complicità del vicedesignatore Mazzei) l' assegnazione di determinati assistenti per le partite del Milan vicini e ben disposti verso questa società. Il Galliani, nella sua qualità di vicepresidente e amministratore delegato del Milan, ragguagliato dal Meani circa la sopradescritta iniziativa, l' approvava». LAZIO Claudio Lotito, e il suo club, vengono in ballo soprattutto per quattro gare: Lazio-Brescia, Chievo-Lazio, Bologna-Lazio e Lazio- Parma. La motivazione contenuta nel deferimento di Palazzi è un macigno. Il procuratore ritiene abbia violato l' art. 6, commi 1 e 2 del codice di giustizia sportiva, inoltre, Lotito avrebbe anche l' aggravante (insieme a Bergamo, Pairetto e Mazzini) della pluralità delle violazioni (aggravante che non s' applica alla Lazio). Lotito è deferito «...per avere, in prima persona e tramite altri, avviato e coltivato contatti col presidente della Figc Carraro, affinché a sua volta esercitasse pressioni su Bergamo e sull' arbitro designato per ottenere un vantaggio per la Lazio conseguente all' alterazione del risultato e, comunque, dello svolgimento della gara per il tramite della designazione di un arbitro favorevole... e di una conseguente direzione di favore». La responsabilità del club sarebbe sia diretta che presunta, (ex art 6, commi 3 e 4, dell' art 2 comma 4 e dell' art.9 comma 3 del CGS) in quanto si adoperano sia il legale rappresentante che terze persone. Per Lazio-Brescia, Palazzi ricorda (sanzionandole) le pressioni di Lotito a Carraro, di questi a Bergamo e eccepisce al Vice Presidente Figc Mazzini di aver saputo «...degli atti tesi ad alterare lo svolgimento e risultato di Lazio- Brescia» senza denunciarli. Nei deferiti, non compare l' arbitro Tombolini che quella gara la diresse ma senza evidenti favoritismi. Per Chievo-Lazio più o meno stesso iter, ma è Mazzini a «sensibilizzare» i designatori. Deferito Rocchi (arbitrò quella gara) e Cosimo Maria Ferri (della Commissione Vertenze) reo di «...non aver informato senza indugio i competenti organi federali». Lazio-Parma vide, secondo Palazzi, ancora Lotito investire Mazzini, questi i designatori: arbitro Messina (deferito) perché «...con le condotte... contatti, diretti e per interposta persona ... hanno posto in essere atti diretti a alterare lo svolgimento ed il risultato di Lazio-Parma». Il club, per Palazzi, avrebbe responsabilità diretta e presunta. Per Bologna-Lazio stessi protagonisti e dinamiche: questa volta l' arbitro designato (e deferito) è Tagliavento. FIORENTINA Dei viola, Stefano Palazzi deferisce i fratelli Diego e Andrea Della Valle, più il consigliere Sandro Mencucci. Prima di tutto, a Diego Della Valle eccepisce «..avere avviato, coltivato contatti, in prima persona o tramite il fratello o tramite Mencucci, con il dirigente Juventus Luciano Moggi, con Mazzini, Bergamo esercitando pressioni sugli stessi per ottenere vantaggi...». Cioè designazioni di arbitri favorevoli. Stessa colpa addebitata ad Andrea Della Valle, mentre a Mencucci si imputano i contatti con Mazzini e Bergamo e le «...pressioni per ottenere un vantaggio....» per la viola. Il club sarebbe reo per responsabilità sia oggettiva sia diretta (art 2 commi 3 e 4, e art 6 commi 2,3, e 4), oltre alla responsabilità presunta. Palazzi, sul capitolo partite, imputa a Diego Della Valle di avere proposto una combine a Lotito (Per Lazio-Fiorentina), tendente ad un pari (violazione art 6, comma 1,2 CGS). A Lotito l' accusa eccepisce di non avere «...adempiuto all' obbligo di informare, senza indugio, i competenti organi federali...». Lazio-Fiorentina tiene banco: i viola con responsabilità oggettiva, la Lazio per responsabilità diretta, e ancora Cosimo Maria Ferri per non avere informato gli 007. Stesso castello accusatorio per Bologna- Fiorentina: i Della Valle, con Mencucci, telefonano a Mazzini e Bergamo. Puntuale designazione di arbitro ritenuto, dall' accusa, compiacente. Bertini, spedito a dirigere la gara, è deferito per avere «... ricevuto e accolto, conformandosi a indicazioni e direttive specifiche di Bergamo....a garantire un arbitraggio di favore....». Così per Chievo- Fiorentina: deferito, questa volta, è Dondarini, anch' egli, secondo Palazzi, «accoglie, e s' uniforma alle direttive dei designatori». Per Fiorentina-Atalanta, l' arbitro «plagiato» è Pasquale Rodomonti. A carico della Fiorentina, c' è anche la direzione arbitrale di De Santisin Lecce-Parma finita 3-3 per permettere ai toscani di salvarsi. Serviva, dice Palazzi «...un arbitro che, con la propria direzione di gara, scongiurasse la possibilità d' una vittoria del Parma....». Condotta eccepita pure a De Santis, naturalmente. Anche peri Della Valle, Mencucci (oltre a Bergamo, Pairetto e Mazzini) c' è l' aggravante della pluralità della condotta posta in essere. Aggravante che non si applica al club. SAMP SALVA La società blucerchiata è stata prosciolta da Palazzi. Solo chiacchiere e neanche uno stracciodi intercettazione, come aveva scritto la Gazzetta, sulla società di Garrone. LA COPPIA Da sinistra Antonio Giraudo e Luciano Moggi (BARTOLETTI)
    Bondini Gianni, Imparato Gaetano


    c'era...eccome se c'era il sistema Moggi...se lo diceva la gazzetta...

    Come le cene e le telefonate "non pubbliche" di Facchetti e Moratti.
    Che divertimento!!

    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

  10. #520
    Cumulo
    Ospite

    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    18 luglio 2006

    Niente ricorso In via Durini sicuri del titolo

    Il patron Moratti spera nella soluzione naturale

    dal nostro inviato MIRKO GRAZIANO RISCONE DI BRUNICO (Bolzano) L' Inter dà per scontato lo scudetto 2005-2006 nel caso venissero confermate le sentenze contro Juventus e Milan. Per questo ieri il club di Palazzo Durini ha rinunciato a ricorrere contro la Caf e ad entrare quindi come parte terza nel procedimento d' appello. LA LINEA Massimo Moratti vuole aspettare la fine dell' intera vicenda, mai gli è passato per la testa di trascinare l' Inter all' «interno» del procedimento. Ieri scadevano i termini per presentare ricorso alla corte federale contro la sentenza della Caf che condanna la Juventus alla serie B, alla «revoca» dello scudetto 2004-05 e non assegna quello dell' ultimo campionato. Il patron nerazzurro è coerente con quanto dichiarato nei giorni scorsi, quando ha spiegato tutto il suo disappunto nei confronti dell' ipotesi che vuole una «X» nello spazio riservato al vincitore del campionato appena concluso. «Sarebbe come ammettere che tutte le società erano coinvolte - ha detto Moratti -, e questo proprio non mi va. L' Inter è pulita e lo deve sapere il mondo intero». IL COMMISSARIO ROSSI Insomma, a Palazzo Durini si aspettano lo scudetto come «fatto naturale», ma se dovessero fiutare un certo imbarazzo da parte di Guido Rossi - commissario straordinario Figc che è stato in passato nel cda dell' Inter - sarebbero pronti a fare una richiesta ufficiale alla Federazione subito dopo le decisioni della corte federale. Atto, quest' ultimo, che forse si augura lo stesso Rossi, proprio per uscire dall' imbarazzo di prendere lui direttamente l' iniziativa di assegnate lo scudetto alla «sua» Inter. Scrupoli che lo stesso Moratti fatica però a digerire, «perché aver fatto parte della nostra società è semmai garanzia di onestà, non motivo di imbarazzo». QUESTIONE DI IMMAGINE L' immagine pulita dell' Inter: nessuna deroga in questo senso per Massimo Moratti, che non a caso ieri ha risposto in maniera durissima a Luciano Moggi. L' ex direttore generale della Juventus aveva tirato in ballo il caso Recoba (passaporti falsi), lo stesso Moratti e anche Giacinto Facchetti. Tutte accuse respinte. Sul caso passaporti falsi, peraltro, fanno notare come durante quel periodo Recoba non usufruì mai dello status di comunitario, complice anche il grave infortunio al ginocchio che tenne il brasiliano Ronaldo lontano dai campi per moltissimo tempo. «Nessuno deve accostare l' Inter a questo scandalo - ripete ogni volta che può Moratti -. Noi no, con questo sistema sporco proprio non c' entriamo. Direi le stesse cose se al terzo posto fossero arrivate altre squadre. Lo scudetto è un diritto di chisi è comportato bene, il titolo va dato a chi si è distinto più di altri».


    Graziano Mirko

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