
Originariamente Scritto da
Tarcii
Da quel che mi ricordo, per prevedere l'intensità del favonio alpino è necessario guardare il gradiente barico, generalmente oltre i 10 hPa di differenza il fenomeno diventa significativo. Tuttavia, è necessario considerare molti altri parametri, non esiste un episodio uguale ad un altro. Innanzitutto la direzione del vento, a logica le correnti migliori sono più o meno perpendicolari alle catene montuose, la presenza di strati inversionali (tante volte il favonio non arriva, ma paradossalmente la caduta di pressione alza lo strato nebbioso), l'intensità del vento a svariate quote.
Inoltre, un ruolo lo gioca anche l'orografia, per esempio il favonio è più comune ed intenso in presenza di vallate appena oltre lo spartiacque, ma essa è importante anche quando ci sono eventi molto intensi, dove paradossalmente le raffiche più forti possono essere molti chilometri a sud delle pedemontane, proprio per una parziale protezione offerta dalle Prealpi (ad esempio, succede nel biellese o a volte in Lombardia).
Tutte queste però sono informazioni aneddotiche della mia (poca) esperienza. Sicuramente anche solo il fatto che in Sicilia si abbia una massa d'aria molto calda a dare effetto favonico porta qualche ulteriore variabile in campo.
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