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Catastrofe.
Ieri tornavo dalla zona nord e mi dirigevo verso il centro della città. Da lì si vedeva la zona sud della città illuminata a giorno dai fulmini che cadevano in continuazione, ed era facile pensare che in quella zona stesse cadendo una quantità abnorme di acqua.
Prima di fare la pars destruens, proverò a fare la pars costruens: mi è molto piaciuta la dignità dei miei concittadini nell'affrontare la tragedia che ieri sera, 1 Ottobre 2009, ha colpito la zona sud della città di Messina, con una quantità immane di pioggia caduta in pochissimo tempo su una zona ristretta del territorio peloritano. Mi è molto piaciuto vedere gente che non sbraita, che non fa a gara per accaparrarsi i microfoni delle televisioni nelle ore immediatamente successive alla tragedia, di non vedere persone che pur di mettersi in mostra in un momento del genere venderebbero l'anima al diavolo, cosa che invece spesso è avvenuto altrove. Niente di tutto questo: la gente di Giampilieri, il più a sud dei 48 villaggi(frazioni)di cui dispone Messina, e di Scaletta, piccolo comune della fascia jonica al confine con Messina, si è mostrata dignitosa come già accaduto altre volte. La compostezza è una peculiarità tipica di Messina, e di questo non posso che andarne fiero.
Inoltre mi ha fatto molto piacere vedere gente che si dava da fare per liberare le strade dal fango: è la testimonianza che se vuole, il Sud può offrire buoni esempi e dare un'altra immagine di sè.
Mi è piaciuto meno il fatto che altre cose-il piangersi addosso, l'accusare la politica, il lamentare una scarsa risonanza di Messina nei media nazionali-abbiano in parte offuscato questi due aspetti positivi. Non me la prendo con chi ha subìto la tragedia, per carità, ma mi permetto di fare delle considerazioni generali.
A Messina, per tutta la giornata di oggi, sia nei discorsi dell'uomo della strada sia nelle trasmissioni che le Tv locali dedicavano alla tragedia, la gente non faceva altro che parlare, quasi come un mantra, delle colpe della politica e dei politici locali che non hanno fatto mai nulla per migliorare le cose in questa città, del sindaco Buzzanca che dovrebbe dimettersi, della Tv che avrebbe dedicato scarsa attenzione alla città di Messina. Come ciliegina sulla torta, i discorsi finivano con "non cambierà mai nulla", "i politici mangiano soltanto e basta", "è tutto uno schifo" e altre amenità. Io non la chiamerei "atavica rassegnazione", come si suole dire per questo tipo di mentalità, la chiamerei autoflagellazione irresponsabile ed è tipica del sud.
Le colpe della politica? Ma i politici che se ne strafottono delle esigenze dei cittadini-ed è vero-chi li ha votati? Chi è che per cinquant'anni ha consentito a un ceto politico di basso livello di prosperare? Non siamo noi messinesi? Noi siciliani? Noi meridionali? Noi abbiamo il ceto politico che meritiamo. Noi meritiamo i Bassolino, i Loiero, i Cuffaro, i Lombardo, perchè noi li abbiamo votati. Siamo noi che non protestiamo quando il tram o l'autobus non passano in orario(o non passano per niente), che accettiamo che a ogni acquazzone le strade si allaghino senza fare nessun tipo di rimostranza perchè poi buttiamo i rifiuti nei torrenti usandoli come discariche sapendo che nessuno ci controllerà. Siamo noi che non facciamo sì che i nostri diritti siano rispettati e facciamo fare i porci comodi agli altri perchè alla fine, in fondo, i porci comodi piace farli anche a noi. E' un do-ut-des perverso, ma è così. I politici sono come noi.
E poi perchè Buzzanca, eletto da soli due anni, dovrebbe dimettersi? Queste case non sono state costruite decenni addietro? Che c'entra Buzzanca? Ci piace il gioco al massacro, ci fa sentire con la coscienza pulita, ma in fondo siamo noi che accettiamo di vivere in case costruite sul greto dei torrenti o in pendii scoscesi disboscati fregandocene del dissesto idrogeologico, perchè fatalisticamente accettiamo che "tanto quello che deve succedere succedere", come se noi non facessimo parte di un meccanismo, come se noi non contassimo nulla. Si voli Diu, se vuole Dio, si dice da noi, infatti. Siamo noi che spesso accettiamo di vivere persino in case senza facciata in barba a qualsiasi senso estetico ma soprattutto in barba a qualsiasi norma sulla sicurezza, la nostra sicurezza. Siamo in una città sismica, la più sismica d'Europa, eppure hanno costruito interi quartieri in zone pericolosissime. Molta gente va a viverci, perchè "se deve succedere succede". Del resto non c'è nessun controllo, ma siamo noi stessi a non curarcene fino alla prossima tragedia.
E poi: davvero i Tg non hanno parlato di Messina? Ma se tutti i Tg hanno aperto con la tragedia di Messina dedicandole amplissimo spazio? Perchè sentirci periferia dell'impero quando non è vero? Se continueremo a sentirci periferia, saremo periferia. Tutta l'Italia si è occupata di Messina. Ma siamo noi messinesi i primi a dovercene occupare e non lo facciamo parlando male dei "messinesi". Sono sempre gli altri a essere messinesi?
Mi si può obiettare: tu parli di Messina, della Sicilia, del sud ma anche a Roma, a Milano, a Firenze, a Torino c'è il dissesto, anche lì ci sono speculazioni, anche lì c'è una cattiva gestione del territorio. Vero; la situazione è pessima in tutta Italia. Ma là ci si rimbocca le maniche, non si sbraita contro i "politici che se ne fregano", perchè lì la gente pretende e i politici che se ne fregano vengono cacciati a pedate nel sedere; non si lamenta una scarsa attenzione dei media(e non è detto che necessariamente se certe cose avvengono da Roma in sù siano più "attenzionate", ricordo bene il rilievo che fu dato a Sarno); non si chiedono le dimissioni del sindaco ma che il sindaco si rimbocchi le maniche.
Sino a quando ragioneremo così? Sino a quando dovremo dare ragione ai vari Giorgio Bocca, ai vari Aldo Cazzullo, ai vari Vittorio Messori, ai vari Oscar Giannino, che da destra e da sinistra sostengono da anni che il sud va lasciato a sè stesso perchè non cambierà mai e anzi, che il sud ha diffuso le cattive abitudini meridionali all'intero paese? Sino a quando non avremo alcuno scatto d'orgoglio e continueremo a prendercela coi politici egoisti, con i media nordisti, con i sindaci di adesso per scempi avvenuti anni addietro? Si, è vero, come molti intellettuali meridionali dicono oggi, prima dell'Unità d'Italia il sud non era così strangolato dalla passività, dalla malavita e preda dell'emigrazione che svuota il meridione dei suoi cervelli e delle sue braccia migliori, ma non vorrei che questi fatti storici-veri e innegabili-fossero l'ennesimo paravento per non agire per l'ennesima volta.
Il sud, la Sicilia, Messina, terre che amo, non sono vittime di un destino cinico e baro che mette i nostri territori ai margini. Se amiamo le nostre terre dobbiamo ammetterlo.
Nessuno è vittima se non vuole esserlo, nessuno.
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