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  1. #1
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    lampo E' arrivato il monsone: Calcutta? No, Ostia

    Salve a tutti.

    Vi segnalo un piccolo evento locale, di cui molti (anche a Roma) non si saranno certo accorti.

    Stattina Ostia (città del litorale romano, ufficialmente quartiere marino di Roma) si è svegliato sotto un cielo plumbeo con 26,7° di temperatura e una umidità del 77%.

    Caligine forte, aria sporca (nessuna avvezione sahariana in atto)

    Senza tuoni, né vento inizia una precipitazione da subito violenta: dalle 6.20 circa sino alle 7.00 cadono 44 mm di pioggia (la mia stazione è in ombra pluviometrica, giacché in attesa che il condominio mi autorizzi l'uso di alcuni spazi aperti)

    Strade allagata: oltre 50 cm occludono la via del Mare (arteria fondamentale perché unisce Roma a Ostia centro): fiumi d'acqua invadono le strade, le caditoie sono occluse dalla spazzatura (non solo a Napoli) e l'acqua invade scantinati e negozi.

    Stimo (pioggia verticale quasi a piombo, vento massimo 2,1 m/s) circa 61,5 mm in 37 minuti.

    Terminato il rovescio, l'aria è ancora più pesante: 26,2°, 88% di umidità.

    Non è un temporale ma un forte rovescio marittimo.

    Naturalmente già ad appena 2km verso l'interno nemmeno una goccia: per la cronaca, come tutti i pendolari, scesi dal treno a Roma, con ombrelli e scarpe bagnate sembravamo ufo

    Curioso esempio di tropicalizzazione in atto: senza mai confondere il tempo con il clima, è buona cosa notare anche questi piccoli segni.
    Solo 10 anni fa le piogge estive sul litorale laziale le portavano i temporali pomeridiani più forti provenienti dall'interno.
    Oggi questo non avviene mai, a causa della forza delle correnti ascensionali instaurate dall'isola di calore dell'area romana che da un lato tende a mangiarsi le brezze, in quanto origina una microcircolazione (locale) molto più forte di quella azionata dal contrasto mare-entroterra, dall'altro o reinnesca i temporali in arrivo dall'entroterra con forti episodi tempestosi urbani oppure contribuisce alla loro dissoluzione induce uno shear distruttivo.

    Nel caso di questa mattina, il trend "tropicale" dovuto all'alto tasso di umidità unitamente alle elevate temperature marine si è sovrapposto all'azione di microscala dell'isola di calore: di notte Roma cova una massa d'aria di 3-4° più alta della costa (a 500-600 m) per cui si innesca una brezza (a 3-400 m di quota) terra-mare anche sostenuta.
    In questo caso questa azione potrebbe essere all'origine del fenomeno: tra l'altro verificatosi non a caso a Ostia, punto di congiunzione dell'ortogonale dell'area urbana romana con il mare e non a Cerveteri o Ladispoli.

    Tanto che trasportato dalle deboli correnti in quota da NW, l'ammasso si è dissolto poco dopo Pratica di Mare.

    Tenete conto che Roma (per una politica scellerata originata dal fatto che ha un territorio comunale vastissimo) è la città più estesa d'Italia in termini di area cementificata (pur essendo Milano e Napoli più grandi come numero di persone nell'area urbana): con circa 3,7 milioni di persone nell'area urbana Roma occupa oltre 2.400 kmq; per fare un confronto Parigi ospita 11milioni di residenti su 3.400 kmq e Madrid 4,7 milioni di residenti su 2.200 kmq.
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