
Originariamente Scritto da
Lorenzo Catania
Quasi.
Se ALMENO su una di quelle mappe le isolinee interesecano le isoterme, allora il ciclone è baroclino.
Se su TUTTE le mappe le isolinee NON intersecano le isoterme allora il ciclone è barotropico.
Restringendosi ai soli cicloni extratropicali, ossia quelli che interessano le nostre latitudini, un ciclone barotropico è solamente l'evoluzione di un ciclone baroclino in fase morente.
No,
è molto più semplice la faccenda. Negli immediati dintorni dell'Italia, o comunque di una orografia sufficientemente complessa, è molto molto difficile (se non impossibile) avere un ciclone barotropico.
Tutti i cicloni extratropicali nascono come baroclini.
Le depressioni che investono l'Europa infatti nascono da forti gradienti di temperatura che si sviluppano in poche centinaia di chilometri in direzione nord-sud; tali gradienti generano movimenti di masse d'aria fredda verso sud e masse d'aria calda verso nord.
L'aria fredda è più densa di quella calda, pertanto tende a scivolargli "sotto" scalzandola verso l'alto; viceversa per l'aria calda. Ecco che quindi il gradiente di temperatura, che prima era solo orizzontale, adesso ha anche una forte componente verticale, e quindi la risultante appare INCLINATA (e qui appare il suffisso -clino). Dove sta arrivando aria sempre più calda, ossia meno densa, la pressione al suolo si abbassa; dove sta arrivando aria sempre più fredda, ossia più densa, la pressione al suolo aumenta. Nasce così un minimo di pressione al suolo, che poi seguirà una certa evoluzione.
I cicloni tropicali sono tutta un'altra faccenda: sono depressioni barotropiche di natura e quindi non sono presenti avvezioni di aria fredda o calda su superfici orizzontali, ma traggono forza dalla loro "energia interna", da quella che si sviluppa con la forte convezione che
li sostiene, dal calore latente di condensazione, e da altre cose ancora.


Segnalibri