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    Predefinito La Meteo che non si racconta

    Non tento qui di tracciare la storia della meteorologia.
    Per quella c'è comodamente Wikipedia, che è mediocre il punto giusto per potersi fare una cultura general(issima)e.

    Tento di spiegare che cos'era veramente la meteorologia.

    μετά + òρων.

    "oltre i monti" - "sopra le montagne", di conseguenza:

    μετεωρòν è:

    "ciò che c'è al di sopra delle montagne".

    Questa è l'origine etimologica corretta secondo quello che abbiamo scoperto io e la mia proff. di greco antico del liceo.
    La spiegazione etimologica generica dice al posto di "òρων", "αέρ" e quindi "aria" e quindi la traduzione letterale è "oltre l'aria, attraverso l'aria", cioè: "ciò che c'è in mezzo all'aria".

    Per anni è rimasta dogmaticamente valida la seguente traduzione.
    In realtà analizzando l'unione vocalica greca, ciò non sarebbe possibile.
    Inoltre il significato sarebbe un po' troppo vasto ed impreciso.
    Ed i Greci antichi, soprattutto gli scienziati di Alessandria del periodo ellenistico (III sec. a.Cr.) erano tutto fuorchè imprecisi.
    E' da lì che sono nate le varie scienze, che il filosofo si è distinto dal matematico, astronomo, ecc.

    Aristotele ha fatto tutto, assolutamente.

    Nella sua opera τα μετεωρολογικά, egli è capace di distinguere già una 40ina di nubi differenti fra loro e soprattutto cerca di effettuare i primi timidi tentativi di previsione meteorologica.
    Solo Teofrasto lo seguirà nell'esperimento sempre lì ad Alessandria, aggiungendo altre analisi e tentando ulteriori azzardate previsioni.
    Della sua opera tuttavia c'è giunto poco o nulla, non che dell'opera aristotelica ci sia giunto molto, anzi.

    Ha decifrato con parametri quasi scientifici ciò che era radicato nella natura umana già da un po' di millenni.
    La meteora in sè, l'evento atmosferico da sempre esercita nell'uomo quella particolare sensazione teorizzata nel Settecento sotto il nome di "Sublime".
    Altro non è che un biologico retaggio di paura (per sopravvivere) unita alla stupefazione ed alla meraviglia.
    Questa mischung emotiva, unica che nessun rapporto umano può dare ma solo rapporti uomo - natura, è stata individuata con la presenza della divinità, qualsiasi.
    Il fulmine nell'età del bronzo, le piogge nel Regno d'Egitto, i fortunali mediterranei per i navigatori di Micene e Creta, il nome dei venti degli Assiri di Cartagine, i venti dei Greci, le piogge dei Romani (e le nebbie, e le nevi) hanno sempre avuto l'automatica immagine epifanica di un dio-motore della meteora dietro di esse.

    E non stiamo parlando di fuffa o polvere, ma di come parliamo oggi.

    E proprio tale legame concettuale fra fenomeno atmosferico e presenza divina rimane inalterato a livello linguistico tutt’oggi: la terza persona singolare del nostro “piove” è la prova indiretta della presenza del dio: ricalca l’originario latino “Zeus pluviat” dove una volta perduto per abitudine il soggetto, rimase il solo verbo in terza persona (tutto ciò è attestato anche nei bassorilievi della Colonna Traiana a Roma: nelle chiare immagini della campagna militare in Dacia compare Zeus che fa piovere dalle sue braccia aperte sopra il mondo).

    E come si dice "piove"? Nelle altre lingue? Romanze e non?
    Provando a caso con inglese e tedesco ecco cosa si trova:
    • English --->"It rains".
    • Deutsch --->"Es regnet".


    Dove la particella (im)personale neutra inglese e tedesca (it - es) indica proprio Colui che fa piovere, il Dio nascosto dietro le azioni del cielo.
    Quando diciamo "piove", "nevica" e amenità siffatte, sappiamo ora che cosa vedevano o volevano vedere gli uomini che hanno coniato il nostro linguaggio.

    Più profondamente, potremmo dire che ora sappiamo che cosa si nasconde dietro il caos oscillatorio della meteorologia.

    (Vogliamo arrivare a Dio signori?, Beh ci siamo quasi).



    Forse abbiamo anche spiegato perchè piace tanto tanto la meteorologia, dal fenomeno estremo alla nuvoletta che colora il cielo.


    (Quanto sia nella natura umana circondarsi di spirituale è un pregio formidabile constatarlo, come se si sottovalutasse ogni volta il potere della Materia: l'anima è nel cervello e non aleggia come uno spiritello bianchiccio suvvia!)

    Grazie dell'attenzione e arrivederci.


    ________
    (Oh beh, certamente: se la stanza non è appropriata, forse "oltre la meteo?", lo si sposti pure il thread).
    Ultima modifica di Heinrich; 16/09/2010 alle 13:47

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