Mandiamoli a casa , teniamo solo chi si merita tali posizioni dirigenti.
Vi rendete conto che siamo negli anni di twitter e facebook, e i vigili vanno in giro per le strade ad avvisare COL MEGAFONO se sta per arrivare una piena?
Quanto ci vorrà perchè lo Stato capisca la necessità di un "twitter di stato", un sistema di allerta individuale automatico che manda messaggini di emergenza a tutti gli interessati sulla base della posizione del cellulare?!'
La tecnologia per farlo esiste già... ma al governo ci sono persone nate 70 o 80 anni fa che pensano che google si chiami GloGlo e non distinguono un indirizzo internet da un indirizzo di mail!
Purtroppo la "memoria dei disastri" è breve, basta che un disastro sia successo da più di 10 anni perchè la persona media dica "tanto non succede mai".
La memoria meteo, poi, è proprio impressionante, non va oltre il mese: in genere basta sentire caldo per una settimana per dire "e, ma quest'anno ha fatto proprio caldo", o che piova per una settimana per dire "quest'anno ha piovuto sempre", a prescindere da cosa sia successo PRIMA!
Ho dovuto cambiare la macchina e la ragazza : una succhiava troppo e una troppo poco e aggiungo ..
Stazione Meteo Urbana Udine Sud . Lacrosse 2300 in schermo ventilato 24h autocostruito http://ramandolo.homeunix.net/
su questo non sono d'accordo intanto perche' tanti ancora non hanno internet,poi perche' le persone anziane poco pratiche di tecnologia hanno gli stessi diritti di essere avvisati come li hai tu che hai twitter e poi perche' in situazioni di emergenza salta la corrente,crollano i ripetitori a seguito di frane etc. quindi in questi casi megafono per tutta la vita!!!
Nel mio lavoro sapessi quante volte e' stato utile un umile pezzo di fil di ferro!!
Io ho fatto il militare a Palmanova, 1980 o giù di li. In autunno venne una forte dose di maltempo, faceva caldo e fiumi e torrenti si riempirono minacciosamente. Fummo mandati a fare la guardia ai ponti. Io fui messo alle 11 di sera su un ponte che passava sopra una larga roggia che scorreva tra due file di case a 2 o 3 piani. Allora non c'erano i cellulari e non avevo alcuna radio. Dovevo guardare il livello dell'acqua che silenziosa scorreva velocemente sotto il ponte; in caso l'acqua avesse raggiunto livelli di pericolosità, avrei dovuto fermare il traffico e suonare il campanello di qualche casa li intorno per farmi telefonare ai pompieri. Ero dotato di fucile Garrand (carico, eravamo in tempi di terrorismo rosso), ma non mi dissero di sparare a chi si fosse avventurato sul ponte in caso di pericolo. Da notare che moltissime delle luci delle case intorno al fiume erano accese con la gente alla finestra e sui balconi che guardava preoccupata il livello dell'acqua. Allora giudicai il mio impiego al verdice della ridicolaggine, però forse a ripensarci è meglio mettere anche un soldato di leva che un belino di nessuno.
mia nipote mi ha detto che il torrente fereggiano nei manuali di ingegneria e' descritto come esempio negativo di come si gestisce un corso d'acqua , comunque il comune lo sapeva e ci aveva fatto dei progetti non so quanto realizzati , se cliccate in alto modifica trova "fereggiano" trovate tutto in questo link , nel 2005 si parlava comunque di tempi di ritorno alluvionali duecentennali, penso che ora saranno almeno cinquantennali.
http://cartogis.provincia.genova.it/...ascicolo_3.pdf
Ultima modifica di phisician; 05/11/2011 alle 23:55
amo i records e poco i cambiamenti di configurazione dei forum.Stay human!
Current Weather Conditions at san martino di lupari,
Altro spunto di discussione. Sarò un nostalgico, sarò quel che sarò, ma a Bassano quando scattava l'allarme la colonna si doveva muovere entro due ore.
E così la Settima finì in Valtellina, ma anni prima anche in Val di Stava credo. Quelli della mia età si ricorderanno le immagini del terremoto Irpino, e i più vecchi quelli del disastro del Vajont. Eravamo najoni, ma quei momenti erano per i più un (seppur piccolo) momento di formazione della coscienza civile. Nessuno mi toglie dalla testa che 12 mesi ai nostri ragazzi non gli avrebbero fatto male e, in queste occasioni, gli avrebbero resi partecipi di una sorta di solidarietà nazionale.
Il bombo ha una superficie alare di 0,7 cm² ed un peso di 1,2 grammi. Secondo i vigenti principi dell'aerodinamica è impossibile volare con tali caratteristiche. Ma il bombo non lo sa e quindi continua semplicemente a volare!
Interessante questa discussione, piena di commenti lasciati da persone che non conoscono la storia, le caratteristiche geografiche, geologiche e urbanistiche di Genova...
Vi faccio notare solo due cose: la copertura del Bisagno e del Fereggiano non è stata realizzata l'altro ieri, ma all'inizio degli anni '30, le case, che peraltro ingombrano l'alveo fluviale, risalgono in gran parte agli anni compresi tra il 1900 e il 1925, il Bisagno è esondato (a valle di Marassi) nel 1945, nel 1953, nel 1970 e nel 1992, il Fereggiano nel 1953 e nella grande alluvione di Genova dell'8-9 ottobre 1970...
100 anni fa bisognava trovare spazio per costruire nuove case in una città che aveva un tasso di incremento demografico del 15-20% a decennio, bisognava creare nuovi spazi anche per le attività commerciali e artigianali, per questo fu fatto il riempiemento della Foce e per questo vennero edificati quartieri in quelle che prima erano piane alluvionali o addirittura spiagge e bracci di mare, ma allora la vita umana valeva di meno e qualche morto affogato o travolto da piene improvvise poteva essere un rischio accettabile... oggi non lo è più e questo è comunque un bel progresso, ma non dimentichiamoci che la mentalità di quasi un secolo fa era diversa...
Vogliamo evacuare i quartieri della Foce, di San Fruttuoso e di Marassi a ogni allerta 2 (in media 3-4 all'anno?), pensiamo di mandare i volontari della protezione civile (o i vigili del Fuoco) a presidiare i ponti quando esondano bacini come quello del Fereggiano o come quello del Molinassi (4 ottobre 2010), vale a dire torrenti (anzi rii) che hanno aste con uno sviluppo complessivo di 3-5 Km? Sapete quanto impiega la piena del Polcevera (il più "lungo" tra i torrenti dell'area urbana genovese, ben 21 Km!) da Pontedecimo (quartiere urbano nella parte medio-alta della vallata) a raggiungere il mare a Sampierdarena? 25 minuti... nel Fereggiano ci vogliono probabilmente non più di 3-4 minuti...
Basterebbe educare la gente, sono d'accordo sul fatto che fosse opportuna la chiusura delle scuole, ma alcune persone sono state travolte perché andavano a prendere i figli o i fratelli all'uscita da scuola (luogo comunque più sicuro di qualsiasi punto aperto in strada), mia nonna (classe 1922) mi diceva sempre che, in caso di forti piogge o di allagamenti era meglio aspettare ad uscire di casa per andare a scuola e quando ero ancora nelle prime classi delle elementari, mi diceva anche che se pioveva forte e arrivava con un po' di ritardo, dovevo stare tranquillo, con le maestre ad aspettarla... i nonni e i genitori oggi invece corrono a prendere i figli perché poi "magari arriva la piena del rio tal dei tali" oppure "viene una frana" e restano bloccati a scuola...
... forse alla gente bisognerebbe spiegare che, in queste situazioni è meglio non uscire di casa o dall'ufficio e, al limite, salire uno o due piani di scale se l'edificio è posto in prossimità di un torrente... queste cose si potrebbero insegnare a scuola o anche sul lavoro (i famosi corsi resi obbligatori dal D.Lgs 81/2008) ma sono ritenute perdite di tempo (e così muoiono 6 persone). Su tutto poi si innesta il solito meccanismo dello "scaricabarile"... per cui la Regione lancia l'allerta, il comune di turno lo recepisce e lo dirama ai cittadini e i cittadini non sanno cosa fare (spesso) o non fanno quello che dovrebbero fare (anche quando lo sanno), infatti non dobbiamo dimenticarci che, in molti disastri a causare la morte delle persone, c'è anche la colpevole incoscienza dei singoli... però si sa anche che in Italia il singolo non ha mai colpe e che l'Italia è rimasta quella di Manzoni, con la "Divina provvidenza" a ripararci da pericoli e la "Colonna infame" a punire colpevoli e "untori" di comodo...
Ultima modifica di galinsoga; 06/11/2011 alle 11:40
Mi sento di quotare questo post, segnatamente nell'ultima parte grassettata. Lo faccio in punta di piedi, ben sapendo che, non essendo presente al momento del fattaccio, è molto comodo sparare sentenze seduto in tutta tranquillità dinnanzi ad uno schermo ed una tastiera, ma tantè, voglio dire brevemente la mia.
Ebbene, mi è capitato di sentire una breve e concitata intervista al Sindaco di Genova la quale diceva di come gli abitanti di quel quartiere (dove si trovava al momento dell'intervista) fossero stati istruiti in merito a come comportarsi di fronte ad un'allerta 2. Ebbene, gran parte di questi cittadini sembra abbiano fatto tutto l'opposto! Chi fuori casa a piedi, chi alla guida di un'auto, chi aveva parcheggiato a ridosso di 'sti benedetti torrenti ecc.
E allora, perchè gettare sempre la croce addosso agli altri?
Se il Sindaco ha sbagliato nel non voler chiudere le scuole si poteva tranquillamente tenere a casa i propri figli e non farsi trovare in strada nel momento dell'esondazione.
Per non parlare di quelle immagini tratte da Google Earth nella quale si vede la vallata di uno di questi torrenti letteralmente coperta di case costruite persino SOPRA il suo letto!
Ora, cos'altro ci si deve aspettare se in quattro ore è scesa mediamente la pioggia che cade in sei mesi su un fazzoletto di terra di pochi km quadrati? Che questi torrenti ingrossandosi, trascineranno a valle grosse porzioni di terreno, alberi, detriti e quant'altro incontrano nel loro percorso.
Se si lascia spazio per far defluire questa massa d'acqua e detriti, ok.
Avendo costruito a ridosso e sopra questi torrenti non c'è altra soluzione che mettersi in salvo salendo ai piani alti e mettendo in sicurezza i propri beni personali PRIMA dell'arrivo dell'ondata di piena e NON DURANTE.
Se tutto questo non è stato recepito è inutile gettare la croce addosso ad altri.
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
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