Nessuna previsione al momento ma un'insieme di considerazioni che mi fanno pensare ad un ultima settimana di gennaio assai movimentata.
Due principali protagonisti:

  • il vortice polare con la sua propaggine atlantica rappresentata dal vortice canado - groenlandese;
  • l'anticiclone russo - scandinavo

Come detto in altri lidi ove il sottoscritto ha evidenziato poche certezze dal punto di vista previsionale e ahimè confermate dall'oscillazione dei modelli, al momento i termini noti sono essenzialmente 2 ovvero il progressivo indebolimento del vortice polare e la graduale maggior ondulazione in prospettiva da parte del getto polare in sede Atlantica.

In chiave generale i forti riscaldamenti in atto in stratosfera stanno portando ad un netto ridimensionamento del vps che, in base ai modelli, appare già a medio termine fortemente disturbato a causa di un intenso flusso di calore proveniente dal Pacifico e che tende a trasferire i nuclei di vorticità maggiori verso l'E-Atl e la penisola scandinava e l'artico russo.



In troposfera si evidenziano 2 nuclei principali di cui il primo tra Canada e Groenlandia e il secondo a nord della penisola scandinava a mandare aria gelida verso l'Europa orientale, mentre in stratosfera alle principali quote (10-30 hpa) la vorticità in area canadese perde importanza a causa dell'intrusione pacifica.

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Alcune considerazioni aggiuntive di carattere teleconnettivo e non solo:

Il verosimile calo dell'AO index, segno della diminuzione di forza del vortice polare, è, di norma, accompagnato da un aumento di gpt in sede artico canadese e da una diminuzione in area russo siberiana che, a breve registrerà valori termici al suolo molto bassi a causa della stratificazione di masse d'aria via via più fredde.
Una lingua di aria gelida che si porterà fino ai Balcani e in Turchia.
Aria molto fredda e quindi molto pesante in grado di inibire processi di convezione e di vorticità positiva al suolo e di favorire pertanto l'estensione di celle altopressorie di natura termica o ibrida.
Si aggiunga ad esso aspetti di natura teleconnettiva ovvero:

  • la completa inversione di fatto della Qbo che possiamo di fatto considerare ormai orientale a tutte le quote (fatta salva una piccola resistenza in prossimità dei 50 hpa solo sulla direttrice equatoriale);

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  • le attuali SSTA che tornano ad essere elemento forzante (e non più forzato) nel momento in cui il getto zonale perde intensità, come nel caso del settore Est atlantico:

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  • le condizioni di un SOI index in territori negativi a forzare un GWO in stages e fasi El Nino like in un contesto di La Nina a favorire ulteriori apporti di calore e di disturbo al vp.

Tutti elementi che mi fanno ritenere probabile una concomitante azione di graduale marginalizzazione europea dal flusso atlantico che tenderebbe ad assumere sempre più componente meridiano grazie ad un vortice canadese gradualmente sempre più baroclino e all'aumento dello spessore delle masse fredde continentali che tenderanno a consolidarsi nel cuore del vecchio continente.

La nota di impredicibilità è ascrivibile alla gradualità di questo iter che dipende dall'interrelazione strato/tropo che comunque favoriranno a breve scambi meridiani sempre più marcati dovuti ad un'evidente maggior caduta del getto in prossimità delle coste europee che potrebbe raggiungere livelli critici grossomodo entro l'ultima settimana di gennaio ove non è escluso il primo vero esordio di blocking.