Citazione Originariamente Scritto da Dago Visualizza Messaggio
Riguardo alla flora posso purtroppo solo citare un articolo dal National Geographic. Anni fa hanno ritrovato i resti carbonizzati di legno di larice in Val di Rabbi (TN), frutto di produzione di carbone a quote decisamente superiori all'attuale limite di vegetazione del larice. Con le datazioni del C14 sono arrivati alla conclusione che c'era uno sfruttamento intensivo dei boschi nel periodo medioevale, e che il bosco stesso aveva dei limiti di altitudine molto maggiori dell'attuale. Si può inoltre citare il fatto che , guardando la Valtellina, i terrazzamenti sono ben presenti sino a mille metri di quota, indice che segale e grano saraceno venivano coltivati fino a quelle quote....
Questo però non ci permette di inferire granché, dal punto di vista climatico. Andrebbe inserito in un quadro d'insieme assai più vasto e completo (come le ricostruzioni plaeoclimatiche in effetti fanno), utilizzando collateralmente altre informazioni vicarianti (proxy da isotopi glaciali, da sedimenti lacustri, da studi pollinici, proxy dendro etc etc).
Quando si fanno questo tipo di comparazioni arboree/vegetative, non si può non tener conto delle distorsioni indotte dal fatto che:

1) il ritrovamento di resti carbonizzati di legno di larice è avvenuto anni fa, la comparazione con il clima attuale è già imperfetta in partenza;
2) avendo origini antropiche e associate a pratiche di land use, c'è una possibilità che i resti siano stati lasciati in loco da transiti locali di manodopera impegnata a trasportare legna o da altre pratiche di land use;
3) la crescita arborea, nel Medioevo, era possibile solo se le T medie della stagione vegetativa erano più alte rispetto a quelle del periodo del ritrovamento a parità di regime pluviometrico. In effetti, la sensibilità climatica delle treelines dipende anche da altri fattori condizionanti la stagione vegetativa, oltre alle T estive: quantitativi di precipitazione differenti (ma localmente anche altri fattori, quali ad es. copertura nevosa tardoprimaverile, topografia, venti) possono anche modificare le condizioni di contorno che permettono al bosco di colonizzare i versanti alpini in base ad un'assunzione di decrescita delle T con la quota;
4) comparare perfettamente una ricostruzione del limite superiore della vegetazione arborea di quasi 1000 anni fa con una treeline odierna o di appena pochi decenni fa è impresa improba. Le implicazioni di tipo antropico, nello sfruttamento boschivo recente, costituiscono un bias non indifferente e, in ultima analisi, forse troppo forte. È probabile, per es. che si tenda a sottovalutare la quota del limite arboreo recente a causa delle forti perturbazioni antropiche dovute alle pratiche pastorizie (e nelle molte zone di alpeggi abbandonati, il bosco riprende massicciamente il "suo" territorio e avanza velocemente).