Se andiamo a considerare lo scarto della t media di questo mese ad 850 hPa anche le anomalie al suolo sembreranno meno incomprensibili. Il fatto è che dopo quell'ondata di caldo eccezionale durata 7 giorni (e su 30 pesano tantissimo) non è mai arrivata una rinfrescata importante da queste parti, a metà mese abbiamo avuto 3 giorni con la +9°\+10° circa..la media di Linate per la seconda decade è 11.4°, cosa volete che rinfreschiconsiderando che effettivamente domenica scorsa (ad esempio) è stato coperto e ventoso di notte e ha rasserenato 3 ore nel pomeriggio.
Ad esclusione di situazioni locali, in sintesi non mi sembrano nulla di strano queste anomalie, dopo 7 giorni di caldo record o quasi (non controbilanciato da nessuna fase fresca significativa, anzi da venerd' 20 è tornato a fare 1-3° sopramedia, oggi e ieri a Milano una 13.5°).
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Comunque, credo che l'elevata cementificazione della valpadana anche rispetto solo a 30 anni fa, influisce
Sta storia del calore immagazzinato non ha alcuna base scientifica. Se esiste qualcosa che ha immagazzinato questo calore (aria, acqua, terra?), vuol dire che sono mesi che è a una temperatura superiore a quella dell'aria, per potergli cedere calore. Mi pare palese che, anche in un contesto isolato come la PP, le masse d'aria vengono cambiate in men che non si dica, o comunque se per 2 mesi siamo stati con una troposfera a 0/10°C (inverno) non si vede come questa possa cedere calore durante ondate da 35°C a Giugno, o di 20 a Marzo. Stesso discorso per terra, o corsi d'acqua. Troppo spesso si affrontano questi discorsi senza porsi una logica scientifica stretta: SE si afferma che durante una ondata di caldo che "una volta" avrebbe fatto 30°C, "ora ne fa" 35°C, e si dice che questo è dovuto a qualcosa che si è riscaldato durante i mesi e che adesso cede calore, ALLORA deve esistere qualcosa che ha una massa ragguardevole e una temperatura superiore ai 35°C, e quindi può cedere calore all'aria, riscaldandola. Altrimenti prendiamo il secondo principio della termodinamica e buttiamolo nel water. In realtà non esiste proprio nessun "calore accumulato", ma solo, come ha detto qualcuno, la persistenza di alcune configurazioni, o comunque, con le stesse configurazioni, arrivano masse d'aria più calde in partenza.
Giovanni Tesauro
Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it
Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm
Per il momento non entro nel merito della discussione, dico soltanto che a leggere il titolo, pensavo si riferisse alla possibilità che potessero verificarsi, ovviamente con i giusti meccanismi d'innesco, fenomeni molto violenti, comunque vedo di aver travisato l'argomento.
Ancora?
Domanda #1: non è che le minime allucinanti di stanotti sono figlie delle direzioni delle correnti quindi di effetti favonici annessi e connessi (con la ciliegina sulla torta di un po' di copertura)?
Domanda #2: quando è partita la prima ondata di calore il 1° giorno la differenza tra T850 e T2m è stata per almeno un giorno a livello di un mese invernale. Conta anche questo nelle discrepanze?
Il legame tra H850-T850 e T al suolo non è esattamente lineare.
Son sicuro che la mia risposta sarà comunque giusta: dipende dalla forza delle ondate di calore!
Considerato che la T media globale è più alta direi che a parità di configurazione male che vada avremmo quella differenza in più; quindi se scommetti vinci.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Considerato che in italia il trend di lungo termine ad 850hpa è pressochè identico a quello al suolo (e più si và a nord più è forte il trend in quota rispetto a quello al suolo almeno dal 1979) è ovvio che non è cambiato nulla rispetto al passato ad eccezione dell'aumento delle temperature medie ed eventualmente variazioni delle configurazioni che possono avere effetti locali.
ENAV: Campania la regione delle barzellette
Calore accumulato in atmosfera....l'heat content atmosferico dipende dalla temperatura e dall'umidità specifica e di conseguenza al variare delle configurazioni varia da un giorno all'altro ne più ne meno delle temperature e dell'umidità.
L'heat content atmosferico è dato da CpT+Lq , Cp è una costante, L è il calore latente di evaporazione che a sua volta dipende dalla temperatura,T è la temperature e q è l'umidità specifica; come fa ad accumularsi calore in atmosfera se non attraverso un aumento della temperature stessa o dell'umidità specifica? In un giorno caldo umido l'heat content è elevato se il giorno dopo c'è foehn con aria fresca da nord l'heat content precipita...non rimane per mesi a scaldare l'atmosfera.
Tutto questo ovviamente supposto che si parli di temperature al suolo con le correzioni di omogenità se si parla di temperature prese in un area in cui è cambiato l'uso dei suoli,è variata la strumentazione/posizione stazioni ecc. allora la storia può essere diversa ma non ha senso usare i dati grezzi per studiare i trend climatici.
Ultima modifica di elz; 25/06/2014 alle 21:59
Epperò, in base al secondo principio, tutto il calore generato (non parliamo di accumulazione) dal GW nel corso degli ultimi decenni, dove è finito? Visto che nulla si distrugge, dove sta? Fosse un Local warming, potrei sempre sospettare che il calore qui ha portato un mutamento delle condizioni lì che hanno portato ad una diminuzione laggiù tanto che a livello generale la media sia zero.
Ma se parliamo di GW, il plus, dove è finito? Aumento dell'intensità dei fenomeni? Può essere, lo supponiamo, lo sospettiamo fortemente, ma non ne siamo certi. Disperso nello spazio interstellare? E allora sarebbe perso. In mare? E allora sì che si accumulerebbe qualcosa.
In altri termini: non credo che se il mio orticello si riscalda riuscirò a modificare, a lungo, la circolazione globale. Ma credo invece che se il pianeta si riscalda, l'accumulo potrà portare a modifiche di configurazioni che possono riscaldare il mio orticello.
Detta così, rileggi la tua frase
Il mare ha una massa abbastanza ragguardevole, e di temperature superiori ai 35 in giro per il mondo (anzi, poco lontano da noi) ne trovi a bizzeffe. Se si potesse affermare (e anche qui: lo sospettiamo, ma mi pare che non ci sia certezza) che il GW ha indotto un accumulo di calore (nel mare, per esempio) che ha modificato la circolazione atmosferica permettendo qui da noi (o attorno a noi) l'afflusso di masse d'aria calde che, un tempo, sarebbero rimaste ad altre latitudini e longitudini ecco che la tua affermazione potrebbe apparire meno insensata di quanto appaia a prima vista.
Capiamoci, sono d'accordo con te: un effetto accumulo locale dura poco. se ha fatto caldo la settimana scorsa non è detto che non faccia freddo la prossima (salvo, forse, un paio di giorni di adattamento). Il secondo principio non funziona su scala locale. Ma su scala globale, viceversa, DEVE funzionare. E quindi, rinnovo la domanda: il calore generato in plus negli ultimi decenni, che fine ha fatto?
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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