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Brezza leggera
Uno sguardo a Barents-Kara: sempre più predominanti per gli inverni dell'Emisfero Nord?
Salve a tutti,
devo dire che è da un po' che trovo veramente noioso e frustrante seguire gli eventi meteorologici della nostra piccola penisola.
D'altra parte l'ultimo inverno è stato terrificante alle basse quote e questo dicembre sembra lasciare poche speranze ai sogni freddofili.
Eppure non è un trend consolidato, l'evento storico è praticamente storia di qualche manciata di mesi fa, se guardiamo alla nostra piccola penisola, ma guardando da una prospettiva un po' più ampia abbiamo visto di tutto in europa dal 2009 in avanti, spesso si sono avuti eventi di assoluto rilievo e degni di essere ricordati. Gran Bretagna, Germania, Francia, l'Italia in vari round sono stati interessati da eventi di rilievo e "manovre climatiche" che nei trent'anni precedenti erano quasi sparite dai radar.
Tuttavia, nonostante il disinteresse e la quasi rassegnazione, mi è sempre rimasto in testa qualcosa e pensandoci bene era da un po' che non mi divertivo a spulciare l'andamento del ghiaccio artico; in particolare ricordavo di un primo rudimentale studio pubblicato qualche anno fa e pubblicizzato l'indomani dell'inverno record in Gran Bretagna (qui un riassunto http://neespi.org/web-content/meetin...09/Semenov.pdf).
Riassumendo in pochissime parole: la riduzione dei ghiacci marini su Barents e Kara influenza fortemente l'andamento degli inverni europei, stando a un modello sviluppato dagli scienziati Semenov e Petoukhov. Questa influenza non è lineare, in particolare una riduzione nel range 100%-80% e 40%-1% porta mediamente a inverni più caldi sul centro Europa, nel range 80%-40% l'opposto.
Barents_Sea_map.jpg
Temevo francamente che fossimo nel range 40%-1%, invece sono rimasto "piacevolmente" sorpreso che il ghiaccio marino non avesse subito un sensibile tracollo, anzi, tutt'altro.
Ecco il confronto 2008-2014 (2014 è l'ultima a dx) intorno la data attuale:
compar.jpg
Si può vedere che negli ultimi due anni il ghiaccio marino in quell'area sembra in ripresa (non eclatante). Il punto è che questo effettivamente potrebbe essere il nodo cruciale per gli inverni europei: visto il comportamento assolutamente non lineare delle anomalie superficiali in funzione della concentrazione di ghiaccio in quella zona, una minima variazione dell'estensione del ghiaccio potrebbe portare a una variazione molto più ampia per quanto riguarda le anomalie di temperatura invernali.
Ecco quanto previsto dal modello di cui parlavo prima per il mese di febbraio nei 3 diversi range citati (per gli altri mesi l'andamento è simile, basta vedere l'andamento dei venti zonali della figura 5 del riassunto postato sopra):
sem.jpg
Queste, invece, sono le anomalie di temperatura degli ultimi inverni:
comparison2.jpg
Si può notare come 2009/2010 e 2010/2011 rispecchino praticamente perfettamente il secondo scenario (correlato al range 80-40%), il 2011/2012 e 2012/2013 con qualche modifica lo possano ricordare abbastanza. L'inverno scorso a livello di nord emisfero sembra un ibrido tra i due scenari, anche se per noi europei si avvicina sicuramente di più al range 100-80%. In effetti se si dà un'occhiata all'estensione dei ghiacci nel dicembre 2011 e 2012 si hanno notevoli differenze (in negativo) con il 2013. Più difficile da stimare un confronto con gli altri inverni, anche se il 2009 sembra effettivamente povero di ghiaccio quasi quanto 2011 e 2012.
Da questi grafici in effetti sembrerebbe filare più o meno tutto il discorso:
region.all.anom.region.7.jpg
region.all.anom.region.6.jpg
Ovvero, in sintesi, si nota un aumento dell'estensione nell'ultimo biennio (Kara in primis).
Penso che alla luce di tutto ciò sia molto utile monitorare l'andamento nei prossimi giorni e mesi, perchè le indicazioni ad oggi non sono favorevoli a un inverno freddo su scala europea e potrebbe innescare un trend opposto al precedente (2009-2013) nei prossimi anni.
PS
Spulciando sul web ho visto questo articolo fresco fresco, farò in modo di recuperarlo domani, adesso è veramente troppo tardi.
Here we use a 100-member ensemble of simulations with an atmospheric general circulation model driven by observation-based sea-ice concentration anomalies to show that as a result of sea-ice reduction in the Barents–Kara Sea, the probability of severe winters has more than doubled in central Eurasia.
http://www.nature.com/ngeo/journal/v.../ngeo2277.html
PPS
ogni osservazione, commento, domanda è ben accetto.
Ultima modifica di Flying Kangaroo; 09/12/2014 alle 16:56
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