
Originariamente Scritto da
galinsog@@
Guarda il passaggio dal frumento al mais in queste aree (mi riferiso al Piemonte sud-orientale, al SW della Lombardia, parte dell'W-Emilia) è avvenuto proprio sulla base di incentivi, nell'ambito di politiche agricole che all'epoca venivano gestite con competenza nazionale dall'omonimo ministero, si trattava anche di armonizzare la produzione cerealicola in ambito CEE e per certi versi fu una fase necessaria (tra l'altro funzionale anche ad aumentare la produzione di mangimi e ridurre il costo delle carni), ma la limitata vocazione a questo tipo di coltura derivava essenzialmente dalla altrettanto relativa limitata disponibilità idrica nel corso dell'estate, perché poi sono zone con corsi d'acqua di ridotta portata (Orba, Scrivia, Nure ma per certi aspetti anche il Tanaro e il Trebbia) con regime delle piene appenninico e periodo di magra estivo che solitamente iniziava già tra maggio e giugno. In pratica per coltivare il mais in modo molto più esteso e intensivo abbiamo aumentato la loro dipendenza dal Po e dalla falda nord-padana. Per il resto a parte situazioni particolari mi risulta che gli ultimi razionamenti estesi ad ampie aree risalgano anche lì al 2003. Certo poi in Italia ci sono posti che hanno croniche criticità di approvvigionamento idrico e non sono tutti nelle isole o all'estremo Sud, qualcuno c'è pure al Centro e qualcuno perfino al Nord (un pezzetto di Imperiese in estate ha l'acqua razionata un anno sì e due no dagli anni '70) ma si tratta 9 volte su 10 di problemi infrastrutturali che solo occasionalmente vengono aggravati da vere e proprie siccità meteorologiche...
Segnalibri