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  1. #1
    Bava di vento
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Il problema è che se una volta si seminava frumento e adesso mais un motivo c'è, ed è economico come sempre. Per forzare una riconversione al frumento servirebbero poi incentivi statali o aumenti di prezzi su altro (filiera mais e insilati) per cui la vedo un po' dura. Dal mio punto di vista bisogna sempre stare attenti a fare megainvestimenti (come ho letto della desalinizzazione dell'acqua) quando per la maggior parte degli anni non sarebbero minimamente utilizzati. Serve sempre valutare la convenienza, se avessimo avuto siccità del genere in 10 degli ultimi 20 anni allora sarebbe un discorso da fare, in realtà (parlo sempre della mia zona, nordest Italia) l'ultimo razionamento idrico risale a 2 settimane di agosto 2003 dopo un'estate folle, il prossimo razionamento idrico potrebbe essere quello del prossimo agosto se continuiamo così, ma stiamo pur sempre parlando di 1-2 casi negli ultimi 25 anni almeno. Nella 2012 e 2017 nessun razionamento per dire, per cui ulteriori investimenti sulla gestione della risorsa idrica sarebbero cattedrali nel deserto per la stragrande maggior parte delle stagioni estive qui. La piovosità media estiva risulta pressochè costante qui nell'ultimo secolo con i suoi picchi verso l'alto e verso il basso. Preciso inoltre che dopo il 2003 son stati fatti molti passi avanti dal punto di vista dei rilasci e della gestione degli invasi e, al momento gli invasi del bacino del Piave ad esempio sono su percentuali più alte rispetto al 2003 pur essendo caduta meno pioggia di quell'anno finora. Certo è che se l'estate proseguirà come questo giugno ad agosto un razionamento di 2-3 settimane sarà molto probabile (il mais ad agosto non ha più bisogno d'acqua comunque e la richiesta idrica per agricoltura scende molto). Ripeto, parlo per la mia zona dove abbiamo avuto 2 settimane di problemi in 25 anni, su altre zone d'Italia che hanno avuto molti più casi di razionamenti sicuramente fare investimenti sulla gestione della risorsa idrica ha un senso.

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Dipende, magari se fai pagare l'acqua dissalata 2 euro il litro puoi... E' solo da capire chi comprerebbe riso o mais dopo l'aggiornamento del prezzo...

    Intanto ci sarebbero due metodi infallibili per recuperare tanta (ma tanta) acqua:
    1. evitare che per il 40% vada persa transitando in reti colabrodo;
    2. ripensare all'impatto di alcune colture (e mi riferisco più al mais che al riso) perlomeno in alcune zone. Non avete idea di quante zone a vocazione frumenticola tra Piemonte e Lombardia siano state convertite a granturco negli anni '80 e '90, ecco tornare al frumento e magari non solo al grano tenero ma pure al grano duro, ancor meno esigente in termini di irrigazione, potrebbe essere un altro pezzo della soluzione.

    Poi si può anche ragionare su come aumentare gli stoccaggi nei periodi di abbondanza di acqua e ne abbiamo avuti anche negli ultimi anni, perché non siamo in Israele e il Po non è il Giordano...

  2. #2
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Atmos Visualizza Messaggio
    Il problema è che se una volta si seminava frumento e adesso mais un motivo c'è, ed è economico come sempre. Per forzare una riconversione al frumento servirebbero poi incentivi statali o aumenti di prezzi su altro (filiera mais e insilati) per cui la vedo un po' dura. Dal mio punto di vista bisogna sempre stare attenti a fare megainvestimenti (come ho letto della desalinizzazione dell'acqua) quando per la maggior parte degli anni non sarebbero minimamente utilizzati. Serve sempre valutare la convenienza, se avessimo avuto siccità del genere in 10 degli ultimi 20 anni allora sarebbe un discorso da fare, in realtà (parlo sempre della mia zona, nordest Italia) l'ultimo razionamento idrico risale a 2 settimane di agosto 2003 dopo un'estate folle, il prossimo razionamento idrico potrebbe essere quello del prossimo agosto se continuiamo così, ma stiamo pur sempre parlando di 1-2 casi negli ultimi 25 anni almeno. Nella 2012 e 2017 nessun razionamento per dire, per cui ulteriori investimenti sulla gestione della risorsa idrica sarebbero cattedrali nel deserto per la stragrande maggior parte delle stagioni estive qui. La piovosità media estiva risulta pressochè costante qui nell'ultimo secolo con i suoi picchi verso l'alto e verso il basso. Preciso inoltre che dopo il 2003 son stati fatti molti passi avanti dal punto di vista dei rilasci e della gestione degli invasi e, al momento gli invasi del bacino del Piave ad esempio sono su percentuali più alte rispetto al 2003 pur essendo caduta meno pioggia di quell'anno finora. Certo è che se l'estate proseguirà come questo giugno ad agosto un razionamento di 2-3 settimane sarà molto probabile (il mais ad agosto non ha più bisogno d'acqua comunque e la richiesta idrica per agricoltura scende molto). Ripeto, parlo per la mia zona dove abbiamo avuto 2 settimane di problemi in 25 anni, su altre zone d'Italia che hanno avuto molti più casi di razionamenti sicuramente fare investimenti sulla gestione della risorsa idrica ha un senso.
    Guarda il passaggio dal frumento al mais in queste aree (mi riferiso al Piemonte sud-orientale, al SW della Lombardia, parte dell'W-Emilia) è avvenuto proprio sulla base di incentivi, nell'ambito di politiche agricole che all'epoca venivano gestite con competenza nazionale dall'omonimo ministero, si trattava anche di armonizzare la produzione cerealicola in ambito CEE e per certi versi fu una fase necessaria (tra l'altro funzionale anche ad aumentare la produzione di mangimi e ridurre il costo delle carni), ma la limitata vocazione a questo tipo di coltura derivava essenzialmente dalla altrettanto relativa limitata disponibilità idrica nel corso dell'estate, perché poi sono zone con corsi d'acqua di ridotta portata (Orba, Scrivia, Nure ma per certi aspetti anche il Tanaro e il Trebbia) con regime delle piene appenninico e periodo di magra estivo che solitamente iniziava già tra maggio e giugno. In pratica per coltivare il mais in modo molto più esteso e intensivo abbiamo aumentato la loro dipendenza dal Po e dalla falda nord-padana. Per il resto a parte situazioni particolari mi risulta che gli ultimi razionamenti estesi ad ampie aree risalgano anche lì al 2003. Certo poi in Italia ci sono posti che hanno croniche criticità di approvvigionamento idrico e non sono tutti nelle isole o all'estremo Sud, qualcuno c'è pure al Centro e qualcuno perfino al Nord (un pezzetto di Imperiese in estate ha l'acqua razionata un anno sì e due no dagli anni '70) ma si tratta 9 volte su 10 di problemi infrastrutturali che solo occasionalmente vengono aggravati da vere e proprie siccità meteorologiche...
    Ultima modifica di galinsog@@; 17/06/2022 alle 19:19

  3. #3
    Bava di vento
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Sì, in effetti quella zona non è proprio il massimo per la coltivazione del mais. Qui invece alta pianura veneta e pianura friulana da sempre sono terre di mais e la piovosità media estiva attorno ai 300mm medi stagionali aiuta, oltre al fatto che i fiumi hanno discrete portate anche in estate arrivando da zone che hanno 400-500mm medi stagionali.

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Guarda il passaggio dal frumento al mais in queste aree (mi riferiso al Piemonte sud-orientale, al SW della Lombardia, parte dell'W-Emilia) è avvenuto proprio sulla base di incentivi, nell'ambito di politiche agricole che all'epoca venivano gestite con competenza nazionale dall'omonimo ministero, si trattava anche di armonizzare la produzione cerealicola in ambito CEE e per certi versi fu una fase necessaria (tra l'altro funzionale anche ad aumentare la produzione di mangimi e ridurre il costo delle carni), ma la limitata vocazione a questo tipo di coltura derivava essenzialmente dalla altrettanto relativa limitata disponibilità idrica nel corso dell'estate, perché poi sono zone con corsi d'acqua di ridotta portata (Orba, Scrivia, Nure ma per certi aspetti anche il Tanaro e il Trebbia) con regime delle piene appenninico e periodo di magra estivo che solitamente iniziava già tra maggio e giugno. In pratica per coltivare il mais in modo molto più esteso e intensivo abbiamo aumentato la loro dipendenza dal Po e dalla falda nord-padana. Per il resto a parte situazioni particolari mi risulta che gli ultimi razionamenti estesi ad ampie aree risalgano anche lì al 2003. Certo poi in Italia ci sono posti che hanno croniche criticità di approvvigionamento idrico e non sono tutti nelle isole o all'estremo Sud, qualcuno c'è pure al Centro e qualcuno perfino al Nord (un pezzetto di Imperiese in estate ha l'acqua razionata un anno sì e due no dagli anni '70) ma si tratta 9 volte su 10 di problemi infrastrutturali che solo occasionalmente vengono aggravati da vere e proprie siccità meteorologiche...

  4. #4
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    In alta pianura veneta la situazione continua a peggiorare, qui sono a 26mm mensili contro una media di 120 e soprattutto fa molto caldo. Irrigazione a tutto spiano in campagna in questi giorni. Invasi montani ancora attorno all'80-90% rispetto al massimo riempimento

  5. #5
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Atmos Visualizza Messaggio
    Sì, in effetti quella zona non è proprio il massimo per la coltivazione del mais. Qui invece alta pianura veneta e pianura friulana da sempre sono terre di mais e la piovosità media estiva attorno ai 300mm medi stagionali aiuta, oltre al fatto che i fiumi hanno discrete portate anche in estate arrivando da zone che hanno 400-500mm medi stagionali.
    Non lo è ora che stiamo vivendo questa siccità; però anche al Nordovest - quantomeno dal Biellese verso est - le zone montuose hanno una piovosità estiva notevole e le pianure, anche le basse, qualcosa dovrebbero vedere. La stessa Milano, in media pianura, ha una pluviometria estiva che ha sempre oscillato fra 230 e 250 mm.
    Il "meccanismo" si è inceppato pesantemente a partire dal 2015: i pochi fronti che arrivano lo fanno da nordovest, lasciandoci sottovento alla catena alpina con foehn, mentre da voi si verificano temporali diffusi. E' per questo motivo che voi vi state accorgendo molto meno del cambiamento in atto e, leggendo le cronache attuali, pensate che il Nordovest sia sempre stato "tendenzialmente" desertico . Ciao!

  6. #6
    Vento fresco L'avatar di Santana
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Gian1969 Visualizza Messaggio
    Non lo è ora che stiamo vivendo questa siccità; però anche al Nordovest - quantomeno dal Biellese verso est - le zone montuose hanno una piovosità estiva notevole e le pianure, anche le basse, qualcosa dovrebbero vedere. La stessa Milano, in media pianura, ha una pluviometria estiva che ha sempre oscillato fra 230 e 250 mm.
    Il "meccanismo" si è inceppato pesantemente a partire dal 2015: i pochi fronti che arrivano lo fanno da nordovest, lasciandoci sottovento alla catena alpina con foehn, mentre da voi si verificano temporali diffusi. E' per questo motivo che voi vi state accorgendo molto meno del cambiamento in atto e, leggendo le cronache attuali, pensate che il Nordovest sia sempre stato "tendenzialmente" desertico . Ciao!
    sono cambiati i centri di pressione: Azzorre perennemente luogo di depressioni, anticiclone ormai di casa in sede europea.

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