Visualizza Risultati Sondaggio: Come vedete il futuro del clima italiano?

Partecipanti
82. Non puoi votare in questo sondaggio
  • 1

    14 17.07%
  • 2

    7 8.54%
  • 3

    7 8.54%
  • 4

    3 3.66%
  • 5

    3 3.66%
  • 6

    4 4.88%
  • 7

    5 6.10%
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    13 15.85%
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    21 25.61%
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  1. #1
    Vento moderato
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Ho votato 1...in quanto rappresenta di piu'( non totalmente) il mio pensiero...per me le estati calde e senza pioggia ( vedesi 2019) gia' sono " tragiche"...idem lo sono interi inverni senza freddo ma con temperature miti ed autunnali .

  2. #2
    Tempesta L'avatar di Cristiano96
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    La conoscete la differenza fra desertificazione e desertizzazione vero? No perché se credete che gli scienziati ipotizzassero avanzate di deserti siete fuori strada Come ci approcciamo al GW


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  3. #3
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Citazione Originariamente Scritto da Cristiano96 Visualizza Messaggio
    La conoscete la differenza fra desertificazione e desertizzazione vero? No perché se credete che gli scienziati ipotizzassero avanzate di deserti siete fuori strada Come ci approcciamo al GW


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    Direi in generale che considerando il numero di giorni piovosi non ci sia nemmeno quel rischio al momento.

  4. #4
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Io indeciso tra la 4 e la 6.

    Se non si trova il modo di invertire la rotta termica in modo forzato a breve il gw galopperà come fa oggi con fenomeni violenti alternati a lunghe pause, come del resto sta già facendo.

    Prevedo l’opzione 4 se non si interverrà con sistemi di prevenzione su larga scala, se invece si sistemeranno un po’ di cose a livello idrogeologico si potrà resistere maggiormente a fenomeni inediti, con meno danni.

    A livello regionale lo scalino lo abbiamo passato con la tempesta Vaia per me. In quell’occasione si è vista l’importanza dei sistemi di prevenzione messi in piedi negli scorsi anni e decenni, ma per garantire una maggior tenuta a nuovi episodi simili o ancora peggiori bisogna continuare a investire sul territorio.




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  5. #5
    myMeteoNetwork Team L'avatar di capriccio
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Personalmente sono molto indeciso e ho votato la 4, perchè, nel mio piccolo, sono convinto che questo percorso è oramai non modificabile, a meno che non sia la natura a farlo, ma non credo, o meglio spero, a stravolgimenti catastrofici nel breve, credo però in un graduale calo della qualità della vita per molte persone, in un incremento dell'impoverimento di ampie zone, un degrado costante, lento ma inesorabile, nulla stile film catastrofici, ma un declino dell'umanità, per molti

    Mauro
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  6. #6
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Ringrazio tutti per il rispetto che state portando alle opinioni altrui, e per la partecipazione.

  7. #7
    Vento forte L'avatar di kima
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    La discussione nell'altro thread ha scoperto quel che io considero un tasto dolente, spesso causa di diatribe tra noi appassionati: l'approccio al GW.

    Premettendo che ognuno può esprimere la sua e che non è nello scopo del thread ostracizzare o convincere del contrario chi la pensa diversamente, mi piacerebbe sapere che tipo di approccio "epistemologico" ed emotivo abbiamo al futuro del clima italiano (non globale!).

    I numeri del sondaggio corrispondono alle opzioni sotto. Chi vuole potrà argomentare le sue motivazioni. Vietato discuterle e litigare.




    1) warming inesorabile e in accelerazione, nessun ritorno nemmeno momentaneo (bimestri, stagioni, qualche semestre/anno) a condizioni precedenti; prevedo catastrofi

    2) warming inesorabile, e in accelerazione, nessun ritorno nemmeno momentaneo (bimestri, stagioni, qualche semestre/anno) a condizioni precedenti; non cambierà molto nella vita di ogni giorno ma ne sono molto frustrato

    3) warming inesorabile, e in accelerazione, nessun ritorno nemmeno momentaneo (bimestri, stagioni, qualche semestre/anno) a condizioni precedenti; non cambierà molto nella vita di tutti i giorni e lo accetto/accetterò

    4) warming inevitabile, nessun rallentamento o stallo o inversione di tendenza ma non accelererà; prevedo catastrofi

    5) warming inevitabile, nessun rallentamento o stallo o inversione di tendenza ma non accelererà; non cambierà molto nella vita di tutti i giorni ma ne sono molto frustrato

    6)warming inevitabile, nessun rallentamento o stallo o inversione di tendenza ma non accelererà; non cambierà molto nella vita di tutti i giorni e lo accetto/accetterò

    7) warming altamente probabile, ma ammetto possibili rallentamenti o stalli o inversioni temporanee; prevedo catastrofi

    8) warming altamente probabile, ma ammetto possibili rallentamenti o stalli o inversioni temporanee; non cambierà molto nella vita di tutti i giorni, ma ne sono frustrato

    9)warming altamente probabile, ma ammetto possibili rallentamenti o stalli o inversioni temporanee; lo accetto

    10) prevedo un raffreddamento o stallo nei prossimi decenni
    Tapatalk non mi fa accedere al sondaggio, ma sono per la 2.
    Dover assistere alla scomparsa di molti ghiacciai alpini è una cosa che proprio non mi va giù.

  8. #8
    Vento forte L'avatar di DuffMc92
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Ho votato la 8.
    Non cambierà niente nella vita di tutti i giorni, se non qualche nervoso in più di adesso preso nei social quando mi daranno del negazionista da una parte e del catastrofista dall'altra.

    Nel concreto, una pendenza di riscaldamento circa come quella avuta dal 2013/14 in poi si era già sperimentata per più tempo tra il 1980 e il 1998, solo con meno effetti tangibili da noi (per via della disposizione magnanima degli stessi indici che mi fanno credere a stalli e momentanee e deboli inversioni in futuro) e non è morto nessuno, perciò non vedo alcuna ''catastrofe inedita'' se non le solite castronate senza tempo dovute a: edilizia abusiva, scarsa ottimizzazione delle risorse idriche, problemi legati al disagio durante le ondate di caldo in estate; a ciò sommo le bestemmie alternate dei vari agricoltori e frutticoltori che hanno perso la propria produzione e i danni ai boschi (quasi sempre artificiali) causati da tempeste e sfavoniate. Se siamo sopravvissuti con pendenze del genere, non vedo il motivo di soccombere prossimamente né nel lungo termine, specie in un'epoca di progresso tecnologico pazzesco forse sempre più in grado di assecondare l'aumento demografico ancora, ahimè, lungi dallo stallo.

    Qualora non si verificasse alcuno stallo o nessuna inversione, il mio umore ne risentirebbe parecchio per due motivi essenziali: 1) la pura paranoia climatica legata all'aumento dei valori termici medi (come se scendessi di latitudine) con conseguente stravolgimento numerico delle tabelle a cui sono abituato; 2) il dover cominciare via via ad associare l'immutabile morfologia e vegetazione della mia zona ad un clima progressivamente più brutto e inadatto, compresi eventuali slittamenti temporali di certi fenomeni (prima brinata, fioriture dei vari alberi, ingiallimento delle foglie e via dicendo); sarebbe un vero colpo al cuore non rivedere mai più innevate certe piante che mi hanno visto crescere oppure constatare l'impossibilità di raggiungere certe temperature nonostante la stessa orografia di sempre oppure ancora non mettere più la felpa in certe serate di agosto come talvolta avveniva nell'era tra fine asilo e le elementari.

    Questa stessa frustrazione è quella che provo dal 2013, soprattutto pensando al periodo 2014-16 e al 2018, inasprita da una grossa punta di nostalgia per aver vissuto il clou dell'infanzia (6-10 anni) spalmato su una serie di inverni fighissimi, estati calde ma talvolta sorprendenti e stagioni intermedie con alti e bassi piuttosto eccitanti.
    Quindi di sicuro l'aspetto nostalgico peggiorerà parzialmente andando avanti con l'età (sia mia che del GW), pertanto mi auguro doppiamente che l'aspetto climatico non peggiori oltre; mi auguro ciò anche perché, al netto della poca cultura climatologica che ho, 1) non vedo come ci si potrebbe grigliare ancora nell'immediato, dato che congiunzioni troposferiche peggio di questa non ne esistono ed il suo unico precedente dal 1880 (1939-44) portò un riscaldamento che ai tempi avrebbe fatto spuntare delle Grete qua e là come i funghi e 2) consequenziale alla 1, mi sono spiegato un bel po' di cose che nel 2014-16 vedevo come segni inequivocabili di una maledizione irreversibile (come se fosse la Terra ad aver coniato il termine ''sostenibilità'' e noi umani lo avessimo violato per mera tracotanza).

  9. #9
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    Ho votato 9.
    A parer mio il legame con la CO2 è unicamente economico, basta vedere cosa è successo alla conferenza sul clima di questi giorni, dove tutti d’accordo sull’abbassare le temperature (come?) ma in completo disaccordo su come remunerare le emissioni e i certificati di CO2.
    Lo accetto poiché, reputando l’evoluzione unicamente naturale, non si può che far altro.

    Sui possibili danni, anche se non contemplati nella 9, ve ne saranno sicuramente, poiché la società moderna è molto più vulnerabile di un tempo, basta pensare a cosa succederebbe con un blackout elettrico di una settimana in una grande città.


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  10. #10
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Come ci approcciamo al GW

    non capisco perché di qualsiasi cosa si tratti si arrivi sempre a giudicare le persone e non i semplici e banali fatti, soprattutto su un forum scientifico dove la persona, in un certo senso, va in secondo piano. La cosa più importante che caratterizza ognuno di noi, in ambito scientifico, è ciò che diciamo e che sosteniamo, i giudizi sulla persona li lascerei alla d'Urso, sinceramente.

    Ho votato la 9, perché essere frustrati non serve ad una mazza, accettare ciò che viene è la chiave per essere in pace e, se non ci piace ciò che è arrivato, la seconda chiave è quella di cercare nel nostro piccolo di fare qualcosa.
    tolto questo, penso che l'irreversibilità non faccia parte dei meccanismi climatici a prescindere, la storia ce l'ha insegnato in mezzo milione di modi. l'unica variabile che prima di 200 anni fa era totalmente trascurabile è l'uomo e ancora è da capire se e quanto ha inciso. se non ha inciso allora al 100% non si può parlare di irreversibilità, se il meccanismo è totalmente naturale allora in altrettanta maniera naturalistica subentrerà qualcosa che invertirà la rotta, un qualcosa che ancora non ci è dato sapere.
    se invece l'uomo ha influito per più di una parte trascurabile, potrebbe essere più difficile rientrare nei ranghi, ma anche lì... se siamo stati noi, possiamo benissimo fare qualcosa per fermare e/o invertire il GW, così come lo avremmo avviato, dovremmo essere in grado di fermarlo.
    Si vis pacem, para bellum.

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