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Dal Rodano con furore...
Gli aggiornamenti odierni dei principali modelli matematici americani ed europei mostrano, ad oggi, un sostanziale allineamento nell’inquadrare l’evoluzione più probabile che vede, nel breve-lungo termine una massiccia irruzione di aria polare marittima in rotta verso il Mediterraneo Centrale. Per quanto concerne il tempo europeo non ci discostiamo da quella gelida situazione che l’ha caratterizzato nel corso di questo lunghissimo inverno. Cambierebbe radicalmente, invece, lo scenario proprio per l’Italia ed il Mediterraneo Centrale, perché se fino a questo momento le irruzioni di aria fredda di questo freddo inverno sono giunte ridotte almeno di un buon 40% a causa di configurazioni bariche non proprio ottimali; adesso vari fattori, quelli più decisivi, sembrano concorrere tutti assieme nel delineare una situazione che potrebbe rivelarsi esplosiva per la probabile genesi mediterranea di depressioni molto intense. A differenza delle passate irruzioni, infatti, questa volta la discesa dell’intensa massa polare marittima sarÃ* richiamata verso il Mediterraneo dalla presenza, in loco, di una stabile configurazione barica di chiaro stampo ciclonico che, continuamente alimentata da un basso flusso zonale atlantico, fungerÃ* da esca per attirare a sé il lago di aria fredda in procinto di scendere dalle latitudini polari. Sembrerebbe quindi una situazione quasi studiata a tavolino e che dovrebbe cominciare a dare i propri frutti nevosi a bassa quota al Nord a cominciare da lunedì 27, con i primi refoli freddi in ingresso dalla Valle del Rodano innescati dal transito dal Golfo del Leone, alla Corsica e al Centro Italia di un minimo di matrice atlantica in sensibile approfondimento nella giornata successiva e spinto verso il Mediterraneo, quale unica via di fuga, da una robusta ripresa dei geopotenziali sul Nord Atlantico e sulla Groenlandia. Stando le attuali proiezioni, la nuova ondata di freddo potrebbe durare almeno fino al 4 marzo, ma a riguardo ci sono ancora ovviamente molte incognite che senz’altro saranno risolte in futuro. Tuttavia, a differenza delle precedenti visioni gelide proposte in passato dai modelli, questa volta a dare una solida mano affinché si possa arrivare ad un più corretto inquadramento di situazione più benevola per l’Italia (parlo per i nevofili, ovviamente) ci sono due fattori importanti, interdipendenti: la presenza di un solido blocco in Oceano e la presenza di un basso flusso zonale piuttosto attivo che fungerÃ* da pozzo e che agirÃ* in simbiosi con una sorgente gelida depressionaria agente tra Scandinavia e Baltico. In particolare sarÃ* la bassa zonalitÃ* a conferire ai prossimi aggiornamenti delle corse modellistiche maggiore sicurezza e quindi una minor divergenza delle soluzioni proposte anche a più lungo termine. Cosa che, con i moti retrogradi da est avuti in questa stagione, non poteva avvenire non certo per loro volere ma per loro indisposizione, viste le modalitÃ* con cui i modelli stessi sono stati costruiti. Quanto alla durata dell’irruzione, invece, è doveroso aspettare innanzitutto la ciclogenesi italica e la vera entitÃ* della massa d’aria in arrivo alla luce degli aggiornamenti più prossimi. C’è comunque da sottolineare il fatto che una simile situazione, se confermata, poiché sarebbe generata da una configurazione barica estesa e ben organizzata su tutto il comparto europeo, una volta innescata potrebbe vivere di rendita per almeno una settimana. Non ci resta che aspettare sicuri che questa volta, più delle altre occasioni di questo inverno, tutte le attese potrebbero non restare deluse. Giochiamoci l’ultima carta. Ci sono buone probabilitÃ* che sia quella vincente.
Un saluto a tutti
Andrea
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