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Estate 2025: fare grigliate o venire grigliati, questo è il dilemm
Con i primi caldi, ritorna la consueta analisi teleconnettiva by Ale&Snow, che miracolosamente è stata terminata prima della fine dell'estate meteorologica.
L'estate 2025 segue una stagione fredda dominata da una niña debole, sia in termini di SSTA sia per i valori dell'indice MEI, che risulta ormai terminata da alcuni mesi e, pertanto, non dovrebbe protrarre la propria influenza nei mesi estivi. Le prospettive per la prossima stagione appaiono estremamente incerte, con elevata probabilità di una fase neutra, quindi non particolarmente rilevanti in ottica estiva.

Se pensiamo alle conseguenze per il nostro orticello, la lista delle stagioni post niña (escluse quindi quelle in cui la fase ENSO- è proseguita anche in estate) nell'ultimo ventennio non è affatto confortante: 2006,2009,2012,2017,2018,2023. Di questi, tuttavia, 2009 e ancora di più il 2023 videro un passaggio veloce verso il niño, mentre gli altri ebbero condizioni neutre per tutto il periodo estivo.
Nelle ultime settimane la convezione si è mantenuta a lungo sul continente marittimo, con risvolti positivi sul quadro delle SSTA, ma la progressione porterà ad un sostanzioso WWB nelle prossime settimane, che potrebbe favorire un netto rialzo delle SSTA tropicali del Pacifico nelle settimane successive, con il possibile sviluppo di una una onda kelvin sotto la superficie.

La transizione da niña, inoltre, è spesso associata anche alla formazione di un pattern IOD+ sull'Oceano Indiano, che si è concretizzato nel mese di maggio, per quando sia stato smorzato nelle ultime settimane. Questa transizione non è solo superficiale, ma è abbozzata anche a livello di contenuto di calore ed è stata anticipata da un pattern IOSD+ nelle SSTA della stagione invernale, quindi sembra probabile un suo rinforzo con la progressione MJO delle prossime settimane. Tra gli anni indicati in precedenza, 2017, 2012 sono quelli che mostrano valori IOD particolarmente elevati.


Da questa immagine si può notare anche la persistenza di un pattern IPO-/PDO- in Pacifico, che probabilmente continuerà ad avere un impatto non trascurabile sulla circolazione atmosferica.
Anche in termini di QBO troviamo una buona concordanza con tali annate (ad eccezione della 2018), caratterizzate da una fase negativa discendente dalle alte quote e una positività nei piani inferiori, che sono quelli più interessanti per quanto riguarda le dinamiche estive. In termini generici, da una QBO di questo tipo potremmo aspettarci un getto non eccessivamente frammentato e una minore stazionarietà della MJO, ma non si tratta di una variabile di per sè determinante.
Inoltre, per l'estate è sempre importante valutare anche l'inerzia del periodo primaverile. Come già citato in passato, fasi di AO molto elevata a maggio (come 2003, 2009, 2018) possono favorire la formazione di anticicloni ad alte latitudini, che possono diventare particolarmente persistenti e generare caldo precoce, anche a causa della ridotta umidità nei terreni; al contrario, fasi di completa disgregazione della circolazione polare (come il 2019) possono favorire forti scambi meridiani nel successivo periodo estivo. Questo maggio 2025, tuttavia, non sta mostrando comportamenti estremi in grado di lasciare un'impronta duratura.
In conclusione, ma non meno rilevante, è imprescindibile tenere conto dell'ultimo netto gradino delle temperature globali e delle SSTA, osservato negli ultimi anni. Questo si riflette direttamente in un netto incremento dei valori termici di base in tutte le stagioni, ma il conseguente aumento generalizzato dei GPT limita ulteriormente lo sfondamento del getto sul Mediterraneo nel periodo estivo, enfatizzando la tendenza alla persistenza degli anticicloni che ha caratterizzato gli ultimi anni. In questo quadro, anche la distinzione tra hp azzorriano e africano tende a diventare scarsamente rilevante, perché anche in fase zonale l’aumento dei gpt apre comunque la porta a isoterme che nella prima parte del nuovo millennio potevano presentarsi solo in funzione di scambi meridiani più o meno accentuati.
Complessivamente, in base all'analisi illustrata in precedenza le annualità con migliore corrispondenza rimangono 2012 e 2017. Pertanto, per il trimestre estivo appare probabile un pattern mediamente piuttosto zonale sull'Europa ma con asse SW-NE, con GPT bassi sul nord Europa e frequenti risalite calde verso il Mediterraneo centrale. Il getto dovrebbe rimanere relativamente basso, ma nei mesi centrali della stagione calda non sarebbe comunque in grado di sfondare a sud delle Alpi, salvo sporadici cavetti. Il progressivo riscaldamento globale rende queste configurazioni particolarmente resistenti e difficili da scardinare, per cui rotture stagionali drastiche come avvennero nell'agosto 2006 al giorno d'oggi sono impensabili. Tuttavia, possiamo sempre sperare che una circolazione impostata in questo modo possa far strappare ancora varie settimane alla canicola e anche per la fase conclusiva potrebbe agevolare qualche ingresso più fresco nella fase di decadenza stagionale tra fine agosto e settembre.
Una distribuzione approssimativa delle anomalie può essere rappresentata dal seguente plot:
Ultima modifica di snowaholic; 01/06/2025 alle 11:06
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