Ciao Andrea, ancora complimenti per le analisi!![]()
stavo riflettendo sulla prossima irruzione "potenziale" russa, non so quanto abbia di normale nel pieno del mese di Luglio... -6 ad 850 tranquilli![]()
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una curiositÃ*:ma se queste oscillazioni stravolgono il nostro classico clima estivo,che effetti hanno in africa o,in generale, a latitudini più basse?
Originariamente Scritto da franko83
Il fatto che le onde (di Rossby) aumentino sempre più frequentemente la loro ampiezza e siano in grado di rendere assai più mutevole anche il tempo sul Mediterraneo è un chiaro sintomo della maggiore energia in gioco disponibile all’atmosfera visto che è noto, dalla fisica, che l’energia di un’onda è proporzionale al quadrato della sua ampiezza.
Lo sconvolgimento climatico, se così lo vogliamo chiamare, appare quindi più evidente nelle zone di transizione come la nostra, poiché tali zone vedono, sempre di più rispetto del passato, il transito di cavi e promontori con masse d’aria calde e fredde ad essi associate. La preoccupazione maggiore per le oscillazioni, quindi, non è il luogo in cui le correnti calde e fredde hanno origine, ma dove si spostano e quali siano le loro aree di conquista, visto che la criticitÃ* di una situazione potenzialmente pericolosa scorre quasi sempre durante la transizione dalle creste (prima caldo) ai cavi (dopo freddo).
Questo non significa che altrove, come in Africa, il clima non sia cambiato o non stia cambiando. Se, ad esempio, ci limitiamo al Nord di questo continente, il cambiamento potrÃ* magari essere quantificato in un aumento della temperatura media che, al fine di generare fenomenologie più intense, potrÃ* solo provocare un aumento delle ondate di calore provenienti dal deserto. Il cambiamento, quindi, appare “unidirezionale”, nel senso che è mirato solo all’esaltazione di un particolare fenomeno. Lo stesso discorso vale per le regioni artiche, laddove si nota un maggior vigore del vortice polare e quindi, di conseguenza, si osserva anche qui l’esaltazione di un solo tipo di fenomeno. In generale, quindi, nelle zone di origine delle masse d’aria, il cambiamento “unidirezionale” del clima porta solo ad un’accentuazione delle caratteristiche dominanti della massa d’aria stessa che qui dimora.
Ma come dicevo, il problema vero e proprio delle oscillazioni è altrove, proprio dove tali serbatoi energetici trovano il modo di venire a contatto. Per questo motivo, allora, il cambiamento del clima delle zone spettatrici di tali scontri appare non certo indirizzato all’esaltazione di un solo fenomeno, ma ad una più variabile gamma di combinazioni che appaiono esaltate rispetto al passato in virtù di quella primaria accentuazione delle caratteristiche dominanti delle masse d’aria avuta nella propria sede di origine.
Non preoccupiamoci quindi degli sconvolgimenti climatici che si hanno a casa delle masse d’aria dominanti, ma preoccupiamoci dei cambiamenti che tali correnti provocano in casa d’altri (come il Mediterraneo), dove tutti vogliono entrare magari con spintoni, rotoloni per terra e gran trambusto, avendo l’anticiclone delle Azzorre, da tempo, lasciato la porta aperta.
Un saluto![]()
Andrea
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